

Moderatori: MaCa, lucaserafini
un nome indimenticabile...
Ah ho capito adesso cosa intendi, la "piazza del carbone" a forma di ellisse. Però quella che hai postato tu sopra sembra più un terrazzamento per ricavare un fazzoletto di terra lavorabile a prato o a campo, il muro è a monte.Franchino ha scritto:... su una storia bergamasca ho trovato il vocabolo aral. ... spiazzo creato nel bosco che i carbonai spianavano il terreno per mettere la catasta di legna, fatta a forma conica, per fare il carbone...
Sì, elio anche la tua osservazione è giusta! E descrivi bene anche le varie fasi del lavoro del carbonai!! Il caso è che io ho visto, a monte del muretto a secco, che il terreno era in salita e quindi non fosse stato usato per qualche coltivazione, e in zona non ho visto qualche rudere di baite, e quel piccolo pianoro era verso valle. Certamente, essendo passati tanti anni, non si capisce bene a cosa servisse! Certo è che è stato costruito dall'uomo.elio.biava ha scritto:Ah ho capito adesso cosa intendi, la "piazza del carbone" a forma di ellisse. Però quella che hai postato tu sopra sembra più un terrazzamento per ricavare un fazzoletto di terra lavorabile a prato o a campo, il muro è a monte. Nella piazza ricavata per il Poiàt, il muro a secco è a valle, a monte non c'era, si utilizzava direttamente la scarpata per ricavarne terra per far da mantello alla catasta durante la cottura del legname a carbone. Solitamente tali piazzole sono riconoscibili dalle tre pietre sul lato destro che fungevano da fornello per il paiolo. A mezzo metro da questo un doppio muretto che serviva da riparo per la tenda ed il giaciglio (mentre si faceva da mangiare il Carbunér controllava i fumaioli del cono carbonifero, anche nel dormiveglia faceva lo stesso direttamente dalla tenda. Di solito lo schema è fisso, un mestiere particolare che si tramandava con riti precisi, gesti scaramantici, nulla era lasciato al caso, non era concesso sbagliare altrimenti invece del carbone si raccoglieva cenere.