L’antica tradizione vallare della transumanza

[Rugetor]

La bella Sabri scodinzola e mi fa l’occhiolino.



Gerardo Bertolazzi ex-nazionale della squadra di sci di fondo.

[Rugetor]

Il pascolo impietrato nei pressi Baita Branchinèt.

[Rugetor]

Ai piedi del Corno Branchino la vacca Nokia invia messaggi alle sue amiche

[Rugetor]

Valutato che non ricevono le sue missive, prosegue con il suo pranzo

[Rugetor]

Scambio di idee tra amici … sullo sfondo le inconfondibile sagome dei Tre Pizzi.

[Rugetor]

Vista sulle alte rocce del Corno Branchino.

[Rugetor]

Per quel che posso … anch’io svolgo la mia piccola parte di mandriano.

[Rugetor]

Una placida vacca bruca l'erba.



Concludo questa prima parte del reportage con una bellissima poesia dell’amica Aurora Cantini.



LA TRANSUMANZA

Vagano le nebbie basse
lungo il costone in ombra,
silente è il campo
scolorito e stanco.

Lontano un sentiero
s’apre sulla valle,
ritornano le mandrie
al tiepido vapore della malga,
lume di candela dietro i vetri,
fioca luce nelle sere fosche.

Vagano i pensieri
lungo il costone in ombra,
si perdono in un silenzio
di transumanza:

il cammino di un pellegrino
errante,
seguendo l’ombra
tracciata dalle vette,

oltre la fioca luce del nuovo giorno,
un nuovo ritorno.

Aurora Cantini

[IvanG]

… e Sperandio ne sistema il carico.
Anche i cavalli sono indispensabili nell’alpeggio, nella transumanza viene caricato di arnesi, masserizie ed alimenti.

Bellissimo "vivere" anche se solo virtualmente questa antica tradizione. Il tuo appassionato racconto e le magnifiche immagini la rendono vivida ed intensa.

A casa me lo riguarderò di nuovo perchè è troppo bello. Attendo con ansia anche la seconda parte.