Ecco Cà Baradoss

- Percorsi, itinerari, escursioni in Valle Brembana e sulle Alpi e prealpi Orobie Bergamasche.

Moderatori: MaCa, lucaserafini

Rispondi
Avatar utente
Franchino
Messaggi: 5453
Iscritto il: giovedì 2 dicembre 2010, 21:11
Località: lainate (MI) - 176 mt slm

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da Franchino »

Così è andata. Per me bene. Solo una domanda agli esperti della Valle. Qual è lo scopo e l’uso di quella piccola apertura aggiunta in basso alle porte dei fienili ma anche di locali a piano terra? Alla prossima a_45
Avatar utente
elio.biava
Messaggi: 3546
Iscritto il: lunedì 18 aprile 2011, 10:38
Località: Fraggio-Fractum 995 slm, ex dogana veneta, Taleggio (BG) "sèm a baita"

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da elio.biava »

... Questa domanda non me l'aspettavo da te Franchino!! a_35 a_39 quella di seguito intendi?
Immagine
Allora, nel Fienile si entrava col gerlo, la gabbia o la fraschera del fieno (detta Sdìrna)...ecc. Quindi il muretto rialzato a dx e sx delle gambe del contadino, consentiva di appoggiare tali strumenti di trasporto una volta arrivati all'ingresso fienile, per scaricarli più agevolmente dalle spalle (anche l'interno è più basso di passo dalla soglia). Non solo la fessura era stretta in quanto impediva alle mucche, cavalli, asini...al pascolo nel prato, di varcarne la soglia (quindi far danni o farsi del male agli arti, camminando sugli assiti costituenti il pavimento). Anche l'apertura è sempre a spinta, verso l'interno, per facilitare l'ingresso se le mani sono occupate (e per evitare che una volta aperto, col vento non continui a sbattere danneggiandosi...)
Tale tipo di porta ha un nome suo, che ora mi sfugge...comunque è un simbolo della saggezza ed ingegnosità contadina! a_2 a_2
a_14
Moderatore Immagini Antiche
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Avatar utente
Franchino
Messaggi: 5453
Iscritto il: giovedì 2 dicembre 2010, 21:11
Località: lainate (MI) - 176 mt slm

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da Franchino »

elio.biava ha scritto:Allora, nel Fienile si entrava col gerlo, la gabbia o la fraschera del fieno (detta Sdìrna)...ecc. Quindi il muretto rialzato a dx e sx delle gambe del contadino, consentiva di appoggiare tali strumenti di trasporto una volta arrivati all'ingresso fienile, per scaricarli più agevolmente dalle spalle (anche l'interno è più basso di passo dalla soglia). Non solo la fessura era stretta in quanto impediva alle mucche, cavalli, asini...al pascolo nel prato, di varcarne la soglia (quindi far danni o farsi del male agli arti, camminando sugli assiti costituenti il pavimento). Anche l'apertura è sempre a spinta, verso l'interno, per facilitare l'ingresso se le mani sono occupate (e per evitare che una volta aperto, col vento non continui a sbattere danneggiandosi...)
Tale tipo di porta ha un nome suo, che ora mi sfugge...comunque è un simbolo della saggezza ed ingegnosità contadina!
Ciao Elio, ti ringrazio della tua spiegazione! Avendolo visto in quasi tutte le baite della Valle, ho chiesto al Forum lo scopo di quella apertura. Anche perchè al mio paese natio, "un trucco" così non l'avevo mai notato! a_14
Avatar utente
dvdb
Messaggi: 2437
Iscritto il: domenica 6 dicembre 2009, 18:38
Località: Milano - Piazza Brembana 505 mt s.l.m.

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da dvdb »

Franchino ha scritto:
elio.biava ha scritto:Allora, nel Fienile si entrava col gerlo, la gabbia o la fraschera del fieno (detta Sdìrna)...ecc. Quindi il muretto rialzato a dx e sx delle gambe del contadino, consentiva di appoggiare tali strumenti di trasporto una volta arrivati all'ingresso fienile, per scaricarli più agevolmente dalle spalle (anche l'interno è più basso di passo dalla soglia). Non solo la fessura era stretta in quanto impediva alle mucche, cavalli, asini...al pascolo nel prato, di varcarne la soglia (quindi far danni o farsi del male agli arti, camminando sugli assiti costituenti il pavimento). Anche l'apertura è sempre a spinta, verso l'interno, per facilitare l'ingresso se le mani sono occupate (e per evitare che una volta aperto, col vento non continui a sbattere danneggiandosi...) Tale tipo di porta ha un nome suo, che ora mi sfugge...comunque è un simbolo della saggezza ed ingegnosità contadina!
Ciao Elio, ti ringrazio della tua spiegazione! Avendolo visto in quasi tutte le baite della Valle, ho chiesto al Forum lo scopo di quella apertura. Anche perchè al mio paese natio, "un trucco" così non l'avevo mai notato!
Qui forse c'è qualcosa di interessante
http://web.tiscali.it/ste_strada/arnosto/curiosita.html
"LE CARATTERISTICHE PORTE RASTREMATE VERSO IL BASSO IPOTESI, VERITA' O FANTASIA


La storia è fonte inesausta d'ipotesi, di conferme e negazioni. E così, ritornando all'architettura locale della zona, vanno segnalate quelle caratteristiche porte rastremate verso il basso dei fienili. La loro diffusione è propria della Valcava delta Valle Taleggio, della Valle Imagna e della Valle del Riso in Val Seriana Molti si sono cimentati nel tentativo di spiegare il significato di un'apertura così anomala rispetto alla normale e ormai consolidata sezione rettangolare. Il rapporto con i fienili sembrava indicare la necessità di appoggiare la gerla dì fieno agli stipiti rientranti per poi scaricarlo all'interno (l'apertura superiore maggiore facilitava il passaggio della gerla, mentre quella inferiore, più stretta, permetteva di fare passare solamente le gambe del contadino). Le spiegazioni più comuni che queste soluzioni erano così riassunte: Facilità di contrastare pesi notevoli scaricando la gerla senza doverla togliere ogni volta dalle spalle durante il trasporto del fieno nel fienile; Contenimento termico degli ambienti per far entrare meno aria, barriera contro l'ingresso nel fienile d'animali come muli, cavalli e mucche per salvaguardare il prezioso raccolto. Ma tutto questo a mio avviso è poco probabile e troppo macchinoso perché sia ragionevolmente applicato. Non trova conferma nel fatto che la cultura tecnologica umana ha da sempre ramandato nel tempo certi elementi costruttivi basilari, come porte, finestre e tetti, senza mutamenti ostanziali. La creazione di una sagoma a T così anomala, ha comportato sicuramente complesse riflessioni di tipo esecutivo, con aggiunte d'incastri utilizzando masselli di castagno non regolari, fatti poco consoni alle comunità povere. La presenza così circoscritta di questo tipo d'apertura suggerisce una tradizione limitata a queste zone all'interno di una comunità autarchica, come lo sono state quelle citate in precedenza. E allora? La spiegazione ha dell'incredibile e sì rifà ad alcuni antropologi che hanno studiato il problema facendo risalire l'apertura al Messico........"
“UN VERO VIAGGIO DI SCOPERTA NON E’ CERCARE NUOVE TERRE MA AVERE NUOVI OCCHI” (Marcel Proust)
"Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre" (José Saramago)
Avatar utente
Franchino
Messaggi: 5453
Iscritto il: giovedì 2 dicembre 2010, 21:11
Località: lainate (MI) - 176 mt slm

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da Franchino »

Ecco che adesso entra nel discorso della porta del fienile anche dvdb! Ho letto l'articolo da lui citato che trovo interessante ma non da cose certe. Comunque, (non riesco a postare le foto!!), ne ho vista una anche in val Serina scendendo dal m.Suchello verso la località Trafficanti e sembra che le tavole, che coprono l'intaglio nella muratura, siano un pezzo unico!! mentre un'altra in località Fienili (sopra Brembilla) le tavole sono in 2 pezzi! Idem quella della contrada Crosnello di Sussia!! Forse è come dice elio biava. Grazie a tutti a_14 a_45
Avatar utente
pluto
Messaggi: 1712
Iscritto il: domenica 10 dicembre 2006, 10:22
Località: Topolinia (Calisota)

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da pluto »

dvdb ha scritto:...E allora? La spiegazione ha dell'incredibile e sì rifà ad alcuni antropologi che hanno studiato il problema facendo risalire l'apertura al Messico........"
a me pare strana la storia di dare aria alla stufa (sempre che ci sia stata una stufa nel fienile), non mi pare ci fossero chiusure così ermetiche tanto da dover aprire delle prese d'aria...e poi la caratteristica non è l'apertura in se ma i muretti laterali aggiunti sopra alla soglia rispetto ad un portone normale...in pratica non hanno scavato il gambo della T per far entrare aria ma hanno messo i muretti laterali per appoggiare il carico....elementare Watson....anche il Masolè di Brumano la raccontava così a_39
Avatar utente
elio.biava
Messaggi: 3546
Iscritto il: lunedì 18 aprile 2011, 10:38
Località: Fraggio-Fractum 995 slm, ex dogana veneta, Taleggio (BG) "sèm a baita"

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da elio.biava »

Sicuramente il sig. Arrigo, sa qualcosa di più in merito...
a_14
Titolo: Cercando la microstoria... baite perdute in Val Brembilla
arrigoarrigoni ha scritto:per la parte etimologica.... Per la Cà Boradòs: nessuna meraviglia per lo spazio angusto occupato dalla ca' : il nome fa pensare a uno stanziamento permanente ma più probabilmente si tratta di locale adibito a presenza stagionale delle persone, simile a quello che sono le "cassine" della vicinissima Val Taleggio. In genere si trattava di monolocali ad uso cucina, a volte soppalcati per ospitare il pagliericcio per il riposo, per il quale, in molti casi, tornava, però, sbrigativo e economico servirsi semplicemente della "seia" o, "mizza" del fieno riposto sulla stalla "sura" (piano di sopra) dopo l'essiccatura in attesa del consumo da parte delle mucche. Infine per la strada Foppa Calda-Forcella di Bura: è anteriore all'unità d'Italia e è stata tracciata sotto gli austriaci attorno al 1850-1855, con dispute sul percorso e contenziosi che, come dice giustamente uno dei partecipanti al dibattito, si sono trascinati assai a lungo.

Certo la carreggiabile, per le pendenze, difficilmente avrebbe potuto seguire l'antica, secolare mulattiera che da Foppa Calda porta, non per la direttissima ma quasi, alla Forcella di Bura dove, a testimonianza degli storiografi, c'era un grande arco antico, di difficile interpretazione: segnale, secondo alcuni, del passaggio dalla diocesi milanese a quella bergamasca, secondo altri limite antico del potere temporale dei Visconti e il territorio di Bergamo, prima che Venezia, nel 1428, prendesse con la Valle Brembana anche parte della Valle Taleggio.

Arrigo Arrigoni
Moderatore Immagini Antiche
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Avatar utente
Franchino
Messaggi: 5453
Iscritto il: giovedì 2 dicembre 2010, 21:11
Località: lainate (MI) - 176 mt slm

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da Franchino »

Grazie Elio. Ora ne sapiamo un po di più. A mio modesto parere il nome di Cà Baradoss( anche guardando le vecchie mappe scovate da andrea.brembilla) dice sicuramente che era una casa abitata e non una malga. Poi che il tetto sia stato "ripassato" di recente è un ragionamento che mi è venuto logico. Può darsi che anche il locale "abitativo" era in origine coperto con coppi. Altro non saprei! Ciao a tutti a_45
Avatar utente
elio.biava
Messaggi: 3546
Iscritto il: lunedì 18 aprile 2011, 10:38
Località: Fraggio-Fractum 995 slm, ex dogana veneta, Taleggio (BG) "sèm a baita"

Re: Ecco Cà Baradoss

Messaggio da elio.biava »

Franchino ha scritto:Immagine
Non credo proprio che sia stata un'abitazione stabile, una casa. Sposo appieno la tesi di Arrigo Arrigoni (ancora negli anni 60-70, durante il pascolo estivo alle stalle alte si dormiva sul fienile). Sicuramente il locale focolare è stata aggiunto, nello spigolo finito del fienile non vi sono le pietre sporgenti dette "chiamate", queste venivano poste dal costruttore in previsione di un'ampliamento del complesso, per legare in modo solidale i due corpi in muratura. Che ci sia il camino vuol dire che il carico di bestiame al sito era cospicuo e duraturo per parecchi giorni, necessitava quindi di un fuoco organizzato stabile, per produrre taleggio, formaggio ecc...usato poi anche come locale per l'asciugatura dei formaggi, prima di poterli trasportare in paese (vedi anche finestrino di aereazione il alto a sx).
Mi è piaciuto il tuo riconoscimento della firma delle scalpellino sulla pietra d'angolo!! a_2 a_2
Franchino ha scritto:... le tavole, che coprono l'intaglio nella muratura, siano un pezzo unico!! mentre un'altra in località Fienili (sopra Brembilla) le tavole sono in 2 pezzi! Idem quella della contrada Crosnello di Sussia!! ...
Per la costruzione del portone del fienile, penso che dipenda solo dalla disponibilità del legnane...(avere una tavola di 35-40 x 250 cm, ai tempi penso fosse un lusso, come anche alberi con età superiore ai 50-60 anni, per ricavarne poi una tavola ad uso fienile?! a_11) e comunque una "paletta" unica è meno resistente di due più strette riprtite su ciascuna anta, una nervatura indipendende, in specialmodo sui lati più soggetti all'usura.
a_14
Moderatore Immagini Antiche
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Rispondi

Torna a “Trekking - Escursioni Valle Brembana/ Orobie”