anche in carnia si cercherà di radiocollare l'orso per studiare e conoscere gli spostamenti.
Solo in bergamasca si pretendeva di gestire la situazione brancolando nel buio...e si è dovuto aspettare 6 mesi per sapere dove fosse finito..se in qualche insaccato, o in qualche stufato, o sano e salvo in trentino.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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L'Orso segnalato in Valtellina
Mentre JJ5 e' tornato in Trentino...
segnalazioni giungono dalla vicina Valtellina.. zona Morbegno
da La Provincia di Sondrio
Impronte di un orso scoperte sopra Mello
Turista fotografa le impronte di un orso nelle montagne sopra Mello. La scoperta l'ha fatta Giuseppe Righi, di Seveso, durante le vacanze di Pasqua. Era intento a fare una passeggiata con il suo cane in località Prati Aragno nelle vicinanze del torrente Vallone a un'altezza di circa 1100 metri. Incuriosito da alcune grandi orme ben visibili lasciate sulla neve ha pensato bene di scattare alcune foto e consegnarle al sindaco di Mello, Fabrizio Bonetti. «Le impronte sembrerebbero proprio quelle di un orso - dice il primo cittadino di Mello, Fabrizio Bonetti -. Ma non avendone la certezza abbiamo consegnato il materiale fotografico all'ufficio agricoltura della Comunità montana di Morbegno che a sua a sua volta lo ha inviato al Comprensorio caccia e pesca morbegnese, per verificare se si tratti o meno di questo o di un altro animale. La cosa - aggiunge il sindaco - ci ha comunque stupito e incuriosito senza provocare alcun allarmismo naturalmente». Il sindaco spiega anche come sia la primissima volta che in questa zona sulla Costiera dei Cech si siano avvistate tracce del genere, «fra l'altro in una zona che non è abitata, è vero, tutto l'anno, ma dove ancora esiste qualche baita o seconda casa sfruttate soprattutto durante la bella stagione. A questo punto staremo a vedere il responso del Comprensorio caccia per capire se questa scoperta è da far risalire al grosso mammifero, già avvistato nelle montagne della Bassa Valle».
http://www.laprovinciadisondrio.it/stor ... pra_mello/
segnalazioni giungono dalla vicina Valtellina.. zona Morbegno
da La Provincia di Sondrio
Impronte di un orso scoperte sopra Mello
Turista fotografa le impronte di un orso nelle montagne sopra Mello. La scoperta l'ha fatta Giuseppe Righi, di Seveso, durante le vacanze di Pasqua. Era intento a fare una passeggiata con il suo cane in località Prati Aragno nelle vicinanze del torrente Vallone a un'altezza di circa 1100 metri. Incuriosito da alcune grandi orme ben visibili lasciate sulla neve ha pensato bene di scattare alcune foto e consegnarle al sindaco di Mello, Fabrizio Bonetti. «Le impronte sembrerebbero proprio quelle di un orso - dice il primo cittadino di Mello, Fabrizio Bonetti -. Ma non avendone la certezza abbiamo consegnato il materiale fotografico all'ufficio agricoltura della Comunità montana di Morbegno che a sua a sua volta lo ha inviato al Comprensorio caccia e pesca morbegnese, per verificare se si tratti o meno di questo o di un altro animale. La cosa - aggiunge il sindaco - ci ha comunque stupito e incuriosito senza provocare alcun allarmismo naturalmente». Il sindaco spiega anche come sia la primissima volta che in questa zona sulla Costiera dei Cech si siano avvistate tracce del genere, «fra l'altro in una zona che non è abitata, è vero, tutto l'anno, ma dove ancora esiste qualche baita o seconda casa sfruttate soprattutto durante la bella stagione. A questo punto staremo a vedere il responso del Comprensorio caccia per capire se questa scoperta è da far risalire al grosso mammifero, già avvistato nelle montagne della Bassa Valle».
http://www.laprovinciadisondrio.it/stor ... pra_mello/
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l'Orso a Montecampione
siamo circondati dagli Orsi....
E' tornato l'orso in Valcamonica
(da “QuiBrescia”) giovedì 08 aprile 2010
C'è un orso sui colli di Montecampione, che sovrastano l'abitato di Artogne, nella bassa Valcamonica in provincia di Brescia. Probabilmente appena uscito dal letargo è alla ricerca di cibo ed è stato visto martedì 6 aprile da alcuni abitanti della zona sulla strada nei pressi del bosco del «Secondino». Quasi sicuramente si tratta dello stesso plantigrado avvistato il sabato precedente sopra Collio in alta Valtrompia e del quale sono stati trovati alcuni ciuffi di pelo che sono stati inviati per l'analisi al laboratorio dell'Istituto di Fauna Selvatica. A Collio l'animale si aggirava attorno ai pollai di alcune cascine, ma non vi è penetrato. Poi l'orso, che è un buon camminatore e occupa sempre un'area molto vasta di territorio, è passato in Valcamonica. Non è la prima volta che un plantigrado viene avvistato nelle nostre valli ma in questi giorni la neve fuori stagione costringe gli animali a portarsi fino a basse quote alla ricerca di cibo. L'orso è un animale non pericoloso per l'uomo, tende a fuggire e non attacca se non è costretto a difendersi. In caso di avvistamento bisogna però essere abbastanza prudenti.
E' tornato l'orso in Valcamonica
(da “QuiBrescia”) giovedì 08 aprile 2010
C'è un orso sui colli di Montecampione, che sovrastano l'abitato di Artogne, nella bassa Valcamonica in provincia di Brescia. Probabilmente appena uscito dal letargo è alla ricerca di cibo ed è stato visto martedì 6 aprile da alcuni abitanti della zona sulla strada nei pressi del bosco del «Secondino». Quasi sicuramente si tratta dello stesso plantigrado avvistato il sabato precedente sopra Collio in alta Valtrompia e del quale sono stati trovati alcuni ciuffi di pelo che sono stati inviati per l'analisi al laboratorio dell'Istituto di Fauna Selvatica. A Collio l'animale si aggirava attorno ai pollai di alcune cascine, ma non vi è penetrato. Poi l'orso, che è un buon camminatore e occupa sempre un'area molto vasta di territorio, è passato in Valcamonica. Non è la prima volta che un plantigrado viene avvistato nelle nostre valli ma in questi giorni la neve fuori stagione costringe gli animali a portarsi fino a basse quote alla ricerca di cibo. L'orso è un animale non pericoloso per l'uomo, tende a fuggire e non attacca se non è costretto a difendersi. In caso di avvistamento bisogna però essere abbastanza prudenti.
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I Grandi carnivori sulle Alpi
I Grandi carnivori sulle Alpi
Breno, 13 Aprile 2010
Legambiente e Comunità Montana di Valle Camonica presentano il progetto “Grandi carnivori sulle Alpi: diffondere la conoscenza per educare alla convivenza” Il Centro Faunistico di Paspardo al centro di un nuovo laboratorio culturale alpino.
Due avvistamenti in pochi giorni: in Valle Camonica, a Montecampione, e in Bassa Valtellina, a Mello. L’orso si è risvegliato dal letargo e comincia a esplorare il territorio. Come lo accoglieranno le comunità locali? Molto dipenderà da un modo nuovo di percepire il ritorno dei grandi carnivori, che consideri sia le opportunità legate a questi fenomeni, sia soluzioni concrete ai potenziali conflitti.
Il progetto
È un laboratorio che mira alla riconciliazione tra uomo e natura nello spazio alpino. Non prevede limiti all’esercizio della caccia o programmi di reintroduzione, ma la mediazione tra luoghi, culture e fenomeni solo in apparenza tra loro incompatibili. Gli ultimi abbattimenti di Orso bruno e di Lince in Lombardia sono avvenuti proprio in Vallecamonica e dopo diversi decenni è ancora da qui che ha inizio il ritorno dei grandi carnivori in Lombardia. Una presenza importante che in assenza di adeguate informazioni e soluzioni tecniche può essere però accompagnata da nuovi conflitti soprattutto con le attività zootecniche locali.
“Per questa ragione - dichiara Corrado Tomasi, presidente della Comunità Montana – il Parco garantisce specifiche forme di indennizzo degli eventuali danni; il programma stabilito dal progetto prevede una intensa attività di dialogo con le comunità locali, incontri tematici, percorsi formativi, strumenti di informazione on-line e sportelli informativi e didattici, incontri nelle scuole, eventi di promozione delle risorse territoriali locali e diffusione di materiale informativo mirato, preceduti e seguiti da focus e momenti di consultazione e di ascolto circa la percezione dei grandi carnivori da parte delle comunità locali.”Un ruolo strategico verrà svolto dal Centro Faunistico dell’Adamello che Legambiente gestisce in partnership con il Parco dell’Adamello, dove sorgerà un’area faunistica dedicata al lupo. Una struttura didattica finalizzata a far conoscere il mitico predatore per quello che è, promuovendone una immagine corretta e superando suggestioni e fantasie popolari. Gli enti coinvolti L’iniziativa è promossa da Comunità Montana di Valle Camonica/Parco dell’Adamello e da Legambiente Lombardia Onlus, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, grazie al contributo della Fondazione Cariplo e del Comune di Paspardo, con il patrocinio di Federparchi e CIPRA.
L’importanza di una comunicazione efficace
L’obbiettivo principale è rappresentato dal coinvolgimento delle comunità locali e in particolare di cacciatori, allevatori e coltivatori, amministratori locali, educatori, comunicatori, turisti e operatori del settore turistico in un percorso di conoscenza dei grandi carnivori e dei recenti fenomeni che li vedono protagonisti e di responsabilizzazione circa il proprio ruolo nella tutela di specie di interesse comunitario promuovendo forme costruttive di convivenza in equilibrio con la qualità della vita e le attività economiche locali, in particolare zootecnia e turismo.“Il ritorno dei grandi predatori nell’arco alpino è un avvenimento fondamentale nella storia naturale delle Alpi, e deve costituire un’occasione di valorizzazione dei territori e delle attività economiche insediate – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – il progetto di educazione e informazione vuole essere un intervento tempestivo, finalizzato a prevenire i possibili conflitti connessi alla presenza dei predatori, anziché intervenire a posteriori, ed in questo modo l’area protetta camuna potrà divenire un modello da imitare”. In una logica di riconoscimento reciproco dei rispettivi ruoli, dunque, attività economiche e grandi predatori non solo possono convivere – come da secoli avviene in gran parte dell’attuale areale di distribuzione delle tre specie – ma possono altresì trarre vantaggio l’uno dalla presenza dell’altro, trasformando una convivenza apparentemente difficile in una straordinaria opportunità per entrambi.
Questo è l’animo del progetto e la Valle Camonica il teatro di un percorso culturale che potrà influenzare significativamente il rapporto tra le comunità locali e i grandi carnivori sulle Alpi.

Daniela Rossi
Ufficio Stampa Centro Faunistico Adamello - Legambiente Lombardia Onlus Ente gestore
Contatti: tel 339.6672031 - 0364.634226 email daniela.rossi@centrofaunisticoadamello.info
http://www.valbrembanaweb.org/varie/Com ... le2010.pdf
Breno, 13 Aprile 2010
Legambiente e Comunità Montana di Valle Camonica presentano il progetto “Grandi carnivori sulle Alpi: diffondere la conoscenza per educare alla convivenza” Il Centro Faunistico di Paspardo al centro di un nuovo laboratorio culturale alpino.
Due avvistamenti in pochi giorni: in Valle Camonica, a Montecampione, e in Bassa Valtellina, a Mello. L’orso si è risvegliato dal letargo e comincia a esplorare il territorio. Come lo accoglieranno le comunità locali? Molto dipenderà da un modo nuovo di percepire il ritorno dei grandi carnivori, che consideri sia le opportunità legate a questi fenomeni, sia soluzioni concrete ai potenziali conflitti.
Il progetto
È un laboratorio che mira alla riconciliazione tra uomo e natura nello spazio alpino. Non prevede limiti all’esercizio della caccia o programmi di reintroduzione, ma la mediazione tra luoghi, culture e fenomeni solo in apparenza tra loro incompatibili. Gli ultimi abbattimenti di Orso bruno e di Lince in Lombardia sono avvenuti proprio in Vallecamonica e dopo diversi decenni è ancora da qui che ha inizio il ritorno dei grandi carnivori in Lombardia. Una presenza importante che in assenza di adeguate informazioni e soluzioni tecniche può essere però accompagnata da nuovi conflitti soprattutto con le attività zootecniche locali.
“Per questa ragione - dichiara Corrado Tomasi, presidente della Comunità Montana – il Parco garantisce specifiche forme di indennizzo degli eventuali danni; il programma stabilito dal progetto prevede una intensa attività di dialogo con le comunità locali, incontri tematici, percorsi formativi, strumenti di informazione on-line e sportelli informativi e didattici, incontri nelle scuole, eventi di promozione delle risorse territoriali locali e diffusione di materiale informativo mirato, preceduti e seguiti da focus e momenti di consultazione e di ascolto circa la percezione dei grandi carnivori da parte delle comunità locali.”Un ruolo strategico verrà svolto dal Centro Faunistico dell’Adamello che Legambiente gestisce in partnership con il Parco dell’Adamello, dove sorgerà un’area faunistica dedicata al lupo. Una struttura didattica finalizzata a far conoscere il mitico predatore per quello che è, promuovendone una immagine corretta e superando suggestioni e fantasie popolari. Gli enti coinvolti L’iniziativa è promossa da Comunità Montana di Valle Camonica/Parco dell’Adamello e da Legambiente Lombardia Onlus, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, grazie al contributo della Fondazione Cariplo e del Comune di Paspardo, con il patrocinio di Federparchi e CIPRA.
L’importanza di una comunicazione efficace
L’obbiettivo principale è rappresentato dal coinvolgimento delle comunità locali e in particolare di cacciatori, allevatori e coltivatori, amministratori locali, educatori, comunicatori, turisti e operatori del settore turistico in un percorso di conoscenza dei grandi carnivori e dei recenti fenomeni che li vedono protagonisti e di responsabilizzazione circa il proprio ruolo nella tutela di specie di interesse comunitario promuovendo forme costruttive di convivenza in equilibrio con la qualità della vita e le attività economiche locali, in particolare zootecnia e turismo.“Il ritorno dei grandi predatori nell’arco alpino è un avvenimento fondamentale nella storia naturale delle Alpi, e deve costituire un’occasione di valorizzazione dei territori e delle attività economiche insediate – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – il progetto di educazione e informazione vuole essere un intervento tempestivo, finalizzato a prevenire i possibili conflitti connessi alla presenza dei predatori, anziché intervenire a posteriori, ed in questo modo l’area protetta camuna potrà divenire un modello da imitare”. In una logica di riconoscimento reciproco dei rispettivi ruoli, dunque, attività economiche e grandi predatori non solo possono convivere – come da secoli avviene in gran parte dell’attuale areale di distribuzione delle tre specie – ma possono altresì trarre vantaggio l’uno dalla presenza dell’altro, trasformando una convivenza apparentemente difficile in una straordinaria opportunità per entrambi.
Questo è l’animo del progetto e la Valle Camonica il teatro di un percorso culturale che potrà influenzare significativamente il rapporto tra le comunità locali e i grandi carnivori sulle Alpi.

Daniela Rossi
Ufficio Stampa Centro Faunistico Adamello - Legambiente Lombardia Onlus Ente gestore
Contatti: tel 339.6672031 - 0364.634226 email daniela.rossi@centrofaunisticoadamello.info
http://www.valbrembanaweb.org/varie/Com ... le2010.pdf
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I Grandi Carnivori sulle Alpi
Grandi carnivori: diffondere la conoscenza per educare alla convivenza
2010: Anno Internazionale della Biodiversità
Alpi centrali:
un settore chiave per la conservazione dei grandi carnivori e un laboratorio straordinario di convivenza con le attività economiche dell’uomo Il punto sulla distribuzione dei grandi carnivori sulle Alpi, in Lombardia e in Valle Camonica La distribuzione attuale dei grandi carnivori sulle Alpi evidenzia inequivocabilmente il contributo potenziale che il settore centrale può fornire per la conservazione di Lupo, Orso bruno e Lince. È infatti evidente che qualsiasi strategia di conservazione di tali specie non possa prescindere dall’obiettivo di mettere in connessione le piccole popolazioni alpine delle tre specie. Oggi, infatti, esistono solo nuclei isolati che dovranno essere in grado di interagire l’uno con l’altro mediante reciproci scambi di individui, contribuendo così ad una maggiore varietà genetica e alla costruzione di un pool genetico comune. In tal senso, le Alpi centrali potranno svolgere un ruolo strategico sia come corridoio sia come area di riproduzione e svernamento.
Orso bruno (Ursus arctos)
La popolazione alpina conta circa 50 animali, distribuiti soprattutto intorno alla provincia di Trento (oltre il 50%) ed al settore alpino orientale al confine tra Italia, Slovenia e Austria. La presenza della specie in Lombardia è attualmente limitata al settore alpino orientale (Valle Camonica, Alta Valtellina) e centro-orientale (Orobie), interessati in questi anni soprattutto dalla presenza temporanea di giovani maschi in dispersione (JJ3, JJ5, Masun), nonché della femmina Jurka con i suoi tre piccoli. La presenza dell’Orso bruno in Lombardia non è ancora da considerare stabile e varia secondo gli spostamenti stagionali degli animali presenti nel Trentino occidentale. La Valle Camonica, soprattutto nella sua porzione più orientale, viene da più fonti indicata come una terra storicamente ricca di orsi, anche grazie al Passo del Tonale e alla Valle di Corteno che la mettono in connessione rispettivamente con il Trentino e con la Valtellina, aree nelle quali l’Orso bruno era diffuso anche in epoca recente (dal Trentino non è mai scomparso). Gli avvistamenti nel secolo scorso, spesso seguiti da abbattimenti, hanno interessato Ponte di Legno (1935 e 1936), Breno (1938), Ceto e Cerveno (1939), il Passo del Tonale (1945), Braone (1959), Pezzo (1952) e ancora il Passo del Tonale (1954). L’ultimo probabile abbattimento risale all’autunno 1967 sopra Vestone, in Val Sabbia.
http://www.valbrembanaweb.org/varie/gra ... e-alpi.pdf
2010: Anno Internazionale della Biodiversità
Alpi centrali:
un settore chiave per la conservazione dei grandi carnivori e un laboratorio straordinario di convivenza con le attività economiche dell’uomo Il punto sulla distribuzione dei grandi carnivori sulle Alpi, in Lombardia e in Valle Camonica La distribuzione attuale dei grandi carnivori sulle Alpi evidenzia inequivocabilmente il contributo potenziale che il settore centrale può fornire per la conservazione di Lupo, Orso bruno e Lince. È infatti evidente che qualsiasi strategia di conservazione di tali specie non possa prescindere dall’obiettivo di mettere in connessione le piccole popolazioni alpine delle tre specie. Oggi, infatti, esistono solo nuclei isolati che dovranno essere in grado di interagire l’uno con l’altro mediante reciproci scambi di individui, contribuendo così ad una maggiore varietà genetica e alla costruzione di un pool genetico comune. In tal senso, le Alpi centrali potranno svolgere un ruolo strategico sia come corridoio sia come area di riproduzione e svernamento.
Orso bruno (Ursus arctos)
La popolazione alpina conta circa 50 animali, distribuiti soprattutto intorno alla provincia di Trento (oltre il 50%) ed al settore alpino orientale al confine tra Italia, Slovenia e Austria. La presenza della specie in Lombardia è attualmente limitata al settore alpino orientale (Valle Camonica, Alta Valtellina) e centro-orientale (Orobie), interessati in questi anni soprattutto dalla presenza temporanea di giovani maschi in dispersione (JJ3, JJ5, Masun), nonché della femmina Jurka con i suoi tre piccoli. La presenza dell’Orso bruno in Lombardia non è ancora da considerare stabile e varia secondo gli spostamenti stagionali degli animali presenti nel Trentino occidentale. La Valle Camonica, soprattutto nella sua porzione più orientale, viene da più fonti indicata come una terra storicamente ricca di orsi, anche grazie al Passo del Tonale e alla Valle di Corteno che la mettono in connessione rispettivamente con il Trentino e con la Valtellina, aree nelle quali l’Orso bruno era diffuso anche in epoca recente (dal Trentino non è mai scomparso). Gli avvistamenti nel secolo scorso, spesso seguiti da abbattimenti, hanno interessato Ponte di Legno (1935 e 1936), Breno (1938), Ceto e Cerveno (1939), il Passo del Tonale (1945), Braone (1959), Pezzo (1952) e ancora il Passo del Tonale (1954). L’ultimo probabile abbattimento risale all’autunno 1967 sopra Vestone, in Val Sabbia.
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I grandi Carnovori sulle Alpi
I grandi Carnovori sulle Alpi, sintesi progetto
Grandi carnivori sulle Alpi:
diffondere la conoscenza per educare alla convivenza Un progetto della Comunità Montana di Valle Camonica e di Legambiente Lombardia Onlus
All’alba del terzo millennio, le Alpi – una delle catene montuose più densamente antropizzate al mondo – sono al centro di uno straordinario fenomeno di ritorno dei grandi carnivori, che richiede attenzione per i suoi risvolti sul piano naturalistico, ma anche su quello sociale, culturale ed economico. Certamente le Alpi di oggi sono caratterizzate da condizioni ambientali per certi aspetti migliori di quelle del tempo in cui orsi, lupi e linci si estinsero, quantomeno per quanto riguarda la copertura forestale e la disponibilità di prede selvatiche (Capriolo, Cinghiale, Camoscio, Cervo e Muflone), che garantiscono riparo, aree di riproduzione e idonee risorse alimentari tenendo basso il potenziale conflitto con le attività economiche locali. Lo spazio alpino – pur essendo oggi in gran parte idoneo alla presenza dei grandi carnivori – è però ormai fortemente antropizzato ed abitato, in condizioni spesso organizzativamente e psicologicamente lontane da quelle dei tempi – in realtà più vicini di quanto si possa pensare – durante i quali era considerata normale la presenza dei grandi carnivori.
La dimensione culturale e, conseguentemente, quella organizzativa necessitano di un percorso di reciproco adattamento ai recenti ed importanti fenomeni in corso, costituendo oggi le vera sfida sulla quale si giocherà la conservazione dei grandi carnivori sulle Alpi e, più in generale, in Europa. L’obiettivo è dunque quello di cogliere le importanti opportunità legate a questi fenomeni, superando le suggestioni frutto di millenni di contrapposizioni e individuando soluzioni concrete alle legittime domande poste dalle comunità locali al fine di risolvere i potenziali reali conflitti. Il progetto - gestito dalla Comunità Montana di Valle Camonica in partnership con Legambiente Lombardia Onlus, grazie al contributo di Fondazione Cariplo e del Comune di Paspardo, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e con il patrocinio di Federparchi (Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali) e di CIPRA (Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi) - intende fornire un contributo in questo senso.
http://www.valbrembanaweb.org/varie/sin ... ogetto.pdf
Grandi carnivori sulle Alpi:
diffondere la conoscenza per educare alla convivenza Un progetto della Comunità Montana di Valle Camonica e di Legambiente Lombardia Onlus
All’alba del terzo millennio, le Alpi – una delle catene montuose più densamente antropizzate al mondo – sono al centro di uno straordinario fenomeno di ritorno dei grandi carnivori, che richiede attenzione per i suoi risvolti sul piano naturalistico, ma anche su quello sociale, culturale ed economico. Certamente le Alpi di oggi sono caratterizzate da condizioni ambientali per certi aspetti migliori di quelle del tempo in cui orsi, lupi e linci si estinsero, quantomeno per quanto riguarda la copertura forestale e la disponibilità di prede selvatiche (Capriolo, Cinghiale, Camoscio, Cervo e Muflone), che garantiscono riparo, aree di riproduzione e idonee risorse alimentari tenendo basso il potenziale conflitto con le attività economiche locali. Lo spazio alpino – pur essendo oggi in gran parte idoneo alla presenza dei grandi carnivori – è però ormai fortemente antropizzato ed abitato, in condizioni spesso organizzativamente e psicologicamente lontane da quelle dei tempi – in realtà più vicini di quanto si possa pensare – durante i quali era considerata normale la presenza dei grandi carnivori.
La dimensione culturale e, conseguentemente, quella organizzativa necessitano di un percorso di reciproco adattamento ai recenti ed importanti fenomeni in corso, costituendo oggi le vera sfida sulla quale si giocherà la conservazione dei grandi carnivori sulle Alpi e, più in generale, in Europa. L’obiettivo è dunque quello di cogliere le importanti opportunità legate a questi fenomeni, superando le suggestioni frutto di millenni di contrapposizioni e individuando soluzioni concrete alle legittime domande poste dalle comunità locali al fine di risolvere i potenziali reali conflitti. Il progetto - gestito dalla Comunità Montana di Valle Camonica in partnership con Legambiente Lombardia Onlus, grazie al contributo di Fondazione Cariplo e del Comune di Paspardo, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e con il patrocinio di Federparchi (Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali) e di CIPRA (Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi) - intende fornire un contributo in questo senso.
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Re: Orso nelle Alpi Orobie
"Alzare la voce e non correre"
dove si impara a vivere con l'orso
Aumentano i plantigradi sulle Dolomiti il vademecum di Trento per evitare incidenti. Nel territorio anche due linci e probabilmente dei lupi. L'importante è saperli affrontare
Se incontrate un orso in montagna mantenete la calma, ritenetevi fortunati e godetevi la (rara) visione restando a distanza: che ci crediate o no, tra i due quello più spaventato è lui e probabilmente riuscirete a vedergli solo il posteriore, mentre si allontana nel bosco. Ecco la prima regola del vademecum che la provincia autonoma di Trento ha realizzato per gli incontri ravvicinati con i plantigradi. (...)
http://www.repubblica.it/scienze/2010/0 ... o-3645546/
dove si impara a vivere con l'orso
Aumentano i plantigradi sulle Dolomiti il vademecum di Trento per evitare incidenti. Nel territorio anche due linci e probabilmente dei lupi. L'importante è saperli affrontare
Se incontrate un orso in montagna mantenete la calma, ritenetevi fortunati e godetevi la (rara) visione restando a distanza: che ci crediate o no, tra i due quello più spaventato è lui e probabilmente riuscirete a vedergli solo il posteriore, mentre si allontana nel bosco. Ecco la prima regola del vademecum che la provincia autonoma di Trento ha realizzato per gli incontri ravvicinati con i plantigradi. (...)
http://www.repubblica.it/scienze/2010/0 ... o-3645546/
"E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" A. Einstein
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Orso in Valtellina e Svizzera Italiana
da VAOL.IT
La notizia del suo ritorno nella regione aveva suscitato un vivo interesse nella popolazione valtellinese durante il fine settimana pasquale. In quell'occasione i giornali locali avevano pubblicato anche una foto di un'impronta fresca nella neve, scattata da un escursionista nei boschi sopra Mello, località della val Masino, nella bassa Valtellina. La conferma venne poi da un avvistamento del plantigrado fatto da un guardacaccia locale. L'orso si sta avvicinando al confine con il territorio elvetico: in linea d'aria la Val Masino dista infatti solo pochi chilometri dal confine con la val Bregaglia, un tragitto che l'animale potrebbe percorrere in poche ore. L'ipotesi di un ritorno dell'orso nel Grigioni italiano nelle prossime settimane sembra quindi plausibile e viene confermata dall'ispettore della caccia grigionese Georg Brosi, secondo cui l'animale potrebbe stabilirsi in quella zona per il periodo estivo. Lo scorso anno il plantigrado era stato segnalato in Valposchiavo.
L'intervista di Gino Ceschina ad Arturo Plozza, Guardiano della selvaggina a Poschiavo
Sicuramente l'esemplare avvistato in queste settimane in Valtellina non è JJ5 (la cui presenza è invece stata confermata in Trentino), fratellastro dello sfortunato JJ3, l'orso impallinato due anni fa nei Grigioni perché ritenuto problematico. Al momento i guardacaccia stanno ancora cercando le prove (ciuffi di pelo, escrementi) per determinare tramite un'analisi del DNA l'esatta identità dell'animale.
Berna vorrebbe istituire un premio internazionale per la salvaguardia della specie
Il futuro dell'orso in territorio elvetico, malgrado il programma nazionale per la gestione dei grandi predatori, sembra ancora incerto e alquanto insicuro. Una notizia incoraggiante giunge tuttavia da Berna, dove il sindaco Alexander Tschäppät ha annunciato oggi l'intenzione di voler istituire un premio internazionale in favore della salvaguardia di questi animali. Chissà se l'esemplare valtellinese avrà il coraggio di recarsi nella capitale elvetica per complimentarsi per l'iniziativa...
http://www.vaol.it/it/notizie/orso-in-v ... -caso.html
La notizia del suo ritorno nella regione aveva suscitato un vivo interesse nella popolazione valtellinese durante il fine settimana pasquale. In quell'occasione i giornali locali avevano pubblicato anche una foto di un'impronta fresca nella neve, scattata da un escursionista nei boschi sopra Mello, località della val Masino, nella bassa Valtellina. La conferma venne poi da un avvistamento del plantigrado fatto da un guardacaccia locale. L'orso si sta avvicinando al confine con il territorio elvetico: in linea d'aria la Val Masino dista infatti solo pochi chilometri dal confine con la val Bregaglia, un tragitto che l'animale potrebbe percorrere in poche ore. L'ipotesi di un ritorno dell'orso nel Grigioni italiano nelle prossime settimane sembra quindi plausibile e viene confermata dall'ispettore della caccia grigionese Georg Brosi, secondo cui l'animale potrebbe stabilirsi in quella zona per il periodo estivo. Lo scorso anno il plantigrado era stato segnalato in Valposchiavo.
L'intervista di Gino Ceschina ad Arturo Plozza, Guardiano della selvaggina a Poschiavo
Sicuramente l'esemplare avvistato in queste settimane in Valtellina non è JJ5 (la cui presenza è invece stata confermata in Trentino), fratellastro dello sfortunato JJ3, l'orso impallinato due anni fa nei Grigioni perché ritenuto problematico. Al momento i guardacaccia stanno ancora cercando le prove (ciuffi di pelo, escrementi) per determinare tramite un'analisi del DNA l'esatta identità dell'animale.
Berna vorrebbe istituire un premio internazionale per la salvaguardia della specie
Il futuro dell'orso in territorio elvetico, malgrado il programma nazionale per la gestione dei grandi predatori, sembra ancora incerto e alquanto insicuro. Una notizia incoraggiante giunge tuttavia da Berna, dove il sindaco Alexander Tschäppät ha annunciato oggi l'intenzione di voler istituire un premio internazionale in favore della salvaguardia di questi animali. Chissà se l'esemplare valtellinese avrà il coraggio di recarsi nella capitale elvetica per complimentarsi per l'iniziativa...
http://www.vaol.it/it/notizie/orso-in-v ... -caso.html
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Aggiornamento orsi sulle Orobie
Ultime news dalla ricercatrice Chiara Crotti:
Ci sono 4 orsi in Lombardia!!!!
3 in provincia di Brescia e 1 in provincia di Sondrio!!
riscontro da analisi del DNA: M2 (figlio di Daniza e Gasper) e M6 (figlio di DJ3 e Gasper), un terzo è stato
filmato e non si sa chi sia, il quarto è in Valtellina ancora anonimo!
Ci sono 4 orsi in Lombardia!!!!
3 in provincia di Brescia e 1 in provincia di Sondrio!!
riscontro da analisi del DNA: M2 (figlio di Daniza e Gasper) e M6 (figlio di DJ3 e Gasper), un terzo è stato
filmato e non si sa chi sia, il quarto è in Valtellina ancora anonimo!
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