
Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel

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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
sempre bello vedere qualcosa in più, anche se idee, progetti...o schizzi?
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
Senato, ddl Stucchi per una casa da gioco a San Pellegrino Terme
Testo assegnato in commissione. “In Europa incentivate le aperture dei casinò”. E’ stato assegnato alle commissioni riunite Affari costituzionali e Finanze e Tesoro del Senato il disegno di legge presentato dal senatore della Lega Nord, Giacomo Stucchi, sull’istituzione di una casa da gioco a San Pellegrino Terme in Valle Brembana. Il testo sarà anche sottoposto ai pareri delle Commissioni Giustizia, Bilancio e Industria, Commercio, Turismo. “L’istituzione delle case da gioco in Italia – si legge nella premessa del disegno di legge – è avvenuta mediante una serie di provvedimenti legislativi che, derogando alle norme incriminatrici del codice penale, hanno, di volta in volta, riconosciuto a particolari organi amministrativi la facoltà di autorizzare l’apertura di case da gioco in singoli comuni. Un tentativo di introdurre un’organica regolamentazione legislativa fu compiuto con il regio decreto-legge 27 aprile 1924, n. 636, che non fu mai convertito in legge.
Il dibattito che da tempo si svolge in Parlamento è volto a superare il sopramenzionato regime restrittivo, in virtù del quale sono solo quattro le case da gioco aperte in Italia: Venezia, San Remo, Campione d’Italia e Saint-Vincent. A questo proposito è interessante segnalare la procedura adottata dalla Valle d’Aosta per l’istituzione della casa da gioco di Saint Vincent, alla quale si è provveduto con decreto del presidente del consiglio della regione, recante la data del 3 aprile 1946, adottato in esecuzione del decreto legislativo luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 545, con il quale alla Valle d’Aosta era stata data competenza amministrativa nelle iniziative in materia turistica, di vigilanza alberghiera, di tutela del paesaggio e di vigilanza sulla conservazione delle antichità e delle opere artistiche. L’adozione di tale procedimento aveva creato qualche perples-sità circa la sua legittimità, poiché non esi-steva una normativa di rango legislativo che autorizzasse l’istituzione della casa da gioco valdostana. Tali dubbi non sono stati del tutto fugati neanche in seguito alla costituzione della Valle d’Aosta in regione autonoma a statuto speciale, avvenuta con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4. Infatti, l’attribuzione agli organi regionali, da parte delle norme statutarie, di una competenza legislativa esclusiva in materia turistico-alberghiera, non può considerarsi com-prensiva della facoltà di derogare alle norme del codice penale che vietano il gioco d’azzardo, essendo la materia penale riservata alla legge statale ai sensi dell’articolo 25 della Costituzione. Le riserve espresse sull’argomento sono state risolte in senso negativo dalla giuri-sprudenza che ha rilevato come il potere le-gislativo statale sia più volte intervenuto con provvedimenti di non equivoca interpretazione, dai quali si deduce l’implicito ricono-scimento della liceità dell’attività del casinò di Saint Vincent. (..)
http://news.valbrembanaweb.com/index.ph ... ino-terme/
Testo assegnato in commissione. “In Europa incentivate le aperture dei casinò”. E’ stato assegnato alle commissioni riunite Affari costituzionali e Finanze e Tesoro del Senato il disegno di legge presentato dal senatore della Lega Nord, Giacomo Stucchi, sull’istituzione di una casa da gioco a San Pellegrino Terme in Valle Brembana. Il testo sarà anche sottoposto ai pareri delle Commissioni Giustizia, Bilancio e Industria, Commercio, Turismo. “L’istituzione delle case da gioco in Italia – si legge nella premessa del disegno di legge – è avvenuta mediante una serie di provvedimenti legislativi che, derogando alle norme incriminatrici del codice penale, hanno, di volta in volta, riconosciuto a particolari organi amministrativi la facoltà di autorizzare l’apertura di case da gioco in singoli comuni. Un tentativo di introdurre un’organica regolamentazione legislativa fu compiuto con il regio decreto-legge 27 aprile 1924, n. 636, che non fu mai convertito in legge.
Il dibattito che da tempo si svolge in Parlamento è volto a superare il sopramenzionato regime restrittivo, in virtù del quale sono solo quattro le case da gioco aperte in Italia: Venezia, San Remo, Campione d’Italia e Saint-Vincent. A questo proposito è interessante segnalare la procedura adottata dalla Valle d’Aosta per l’istituzione della casa da gioco di Saint Vincent, alla quale si è provveduto con decreto del presidente del consiglio della regione, recante la data del 3 aprile 1946, adottato in esecuzione del decreto legislativo luogotenenziale 7 settembre 1945, n. 545, con il quale alla Valle d’Aosta era stata data competenza amministrativa nelle iniziative in materia turistica, di vigilanza alberghiera, di tutela del paesaggio e di vigilanza sulla conservazione delle antichità e delle opere artistiche. L’adozione di tale procedimento aveva creato qualche perples-sità circa la sua legittimità, poiché non esi-steva una normativa di rango legislativo che autorizzasse l’istituzione della casa da gioco valdostana. Tali dubbi non sono stati del tutto fugati neanche in seguito alla costituzione della Valle d’Aosta in regione autonoma a statuto speciale, avvenuta con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4. Infatti, l’attribuzione agli organi regionali, da parte delle norme statutarie, di una competenza legislativa esclusiva in materia turistico-alberghiera, non può considerarsi com-prensiva della facoltà di derogare alle norme del codice penale che vietano il gioco d’azzardo, essendo la materia penale riservata alla legge statale ai sensi dell’articolo 25 della Costituzione. Le riserve espresse sull’argomento sono state risolte in senso negativo dalla giuri-sprudenza che ha rilevato come il potere le-gislativo statale sia più volte intervenuto con provvedimenti di non equivoca interpretazione, dai quali si deduce l’implicito ricono-scimento della liceità dell’attività del casinò di Saint Vincent. (..)
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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
Patroni Griffi: “Valuteremo casino’ a San Pellegrino Terme”
“Le confermo di aver letto con attenzione la documentazione da Ella inviata e che tale questione sarà oggetto di adeguata valutazione”. Così il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Filippo Patroni Griffi, ha risposto alla lettera che il sindaco di San Pellegrino Terme (Bergamo) Vittorio Milesi ha inviato all’attenzione del presidente del consiglio dei ministri, con la quale ripropone la questione, già prospettata al precedente governo, concernente la riapertura del Casinò di San Pellegrino Terme.
Il Comune bergamasco rivendica da tempo e con i vari governi che si sono succeduti la possibilità di poter riaprire il Casinò municipale. Dopo il sollecito all’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, Milesi ha inviato una copiosa e dettagliata documentazione, a corredo della sua richiesta, anche al nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta.
LA LETTERA A LETTA - “Sento il dovere di rappresentare nuovamente l’urgente necessità che tra le misure per lo sviluppo e la crescita allo studio del Governo, venga considerata la possibilità della riapertura dei Casinò nelle località che come San Pellegrino Terme ne sono state storicamente sedi. Un provvedimento in questa direzione consentirebbe alle località interessate e in primis a San Pellegrino Terme e all’intera Valle Brembana, di dare un forte e decisivo impulso all’operazione di rilancio turistico termale avviata nel 2007 grazie ad un Accordo di Programma siglato con Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Comune di San Pellegrino Terme come prima risposta all’emergenza occupazionale che già a partire dagli anni 2003/2004 aveva investito il territorio della Valle Brembana e che la crisi in atto ha ulteriormente acuito e reso drammatica.
Pur rendendomi conto che la presente richiesta abbia alte probabilità di essere ulteriormente ignorata e disattesa, nello spirito che caratterizza l’impegno al servizio della comunità sanpellegrinese e brembana che mi impone di non lasciare nulla di intentato, intendo nuovamente chiedere l’aiuto delle signorie illustrissime – si legge nella lettera indirizzata, oltre che al premier Letta, ai ministri dell’Interno Angelino Alfano, ai Beni culturali Massimo Bray, allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, all’Economia Fabrizio Saccomanni e agli Affari regionali Graziano Delrio -confidando che chi ha assunto oggi la responsabilità del Governo della Nazione possa valutare con maggiore attenzione e buonsenso la questione nella direzione auspicata.
Per San Pellegrino Terme e la Valle Brembana il rilancio turistico-termale costituisce una strada obbligata per lo sviluppo e la riapertura del Casinò rappresenterebbe, come completamento dell’offerta turistica, un elemento di fiducia fondamentale per dare corpo e concretezza a questa prospettiva che costituisce una delle poche opportunità per dare speranza di futuro e di lavoro ad un territorio montano in condizioni di estrema difficoltà ed emarginazione”.
“Le confermo di aver letto con attenzione la documentazione da Ella inviata e che tale questione sarà oggetto di adeguata valutazione”. Così il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Filippo Patroni Griffi, ha risposto alla lettera che il sindaco di San Pellegrino Terme (Bergamo) Vittorio Milesi ha inviato all’attenzione del presidente del consiglio dei ministri, con la quale ripropone la questione, già prospettata al precedente governo, concernente la riapertura del Casinò di San Pellegrino Terme.
Il Comune bergamasco rivendica da tempo e con i vari governi che si sono succeduti la possibilità di poter riaprire il Casinò municipale. Dopo il sollecito all’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, Milesi ha inviato una copiosa e dettagliata documentazione, a corredo della sua richiesta, anche al nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta.
LA LETTERA A LETTA - “Sento il dovere di rappresentare nuovamente l’urgente necessità che tra le misure per lo sviluppo e la crescita allo studio del Governo, venga considerata la possibilità della riapertura dei Casinò nelle località che come San Pellegrino Terme ne sono state storicamente sedi. Un provvedimento in questa direzione consentirebbe alle località interessate e in primis a San Pellegrino Terme e all’intera Valle Brembana, di dare un forte e decisivo impulso all’operazione di rilancio turistico termale avviata nel 2007 grazie ad un Accordo di Programma siglato con Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Comune di San Pellegrino Terme come prima risposta all’emergenza occupazionale che già a partire dagli anni 2003/2004 aveva investito il territorio della Valle Brembana e che la crisi in atto ha ulteriormente acuito e reso drammatica.
Pur rendendomi conto che la presente richiesta abbia alte probabilità di essere ulteriormente ignorata e disattesa, nello spirito che caratterizza l’impegno al servizio della comunità sanpellegrinese e brembana che mi impone di non lasciare nulla di intentato, intendo nuovamente chiedere l’aiuto delle signorie illustrissime – si legge nella lettera indirizzata, oltre che al premier Letta, ai ministri dell’Interno Angelino Alfano, ai Beni culturali Massimo Bray, allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, all’Economia Fabrizio Saccomanni e agli Affari regionali Graziano Delrio -confidando che chi ha assunto oggi la responsabilità del Governo della Nazione possa valutare con maggiore attenzione e buonsenso la questione nella direzione auspicata.
Per San Pellegrino Terme e la Valle Brembana il rilancio turistico-termale costituisce una strada obbligata per lo sviluppo e la riapertura del Casinò rappresenterebbe, come completamento dell’offerta turistica, un elemento di fiducia fondamentale per dare corpo e concretezza a questa prospettiva che costituisce una delle poche opportunità per dare speranza di futuro e di lavoro ad un territorio montano in condizioni di estrema difficoltà ed emarginazione”.
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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
ciao a tutti
ma esiste la reale possibilità che il casinò possa riaprire?
ma esiste la reale possibilità che il casinò possa riaprire?
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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
domanda da..... molti milioni di euro.vallebrembana13 ha scritto:ciao a tutti, ma esiste la reale possibilità che il casinò possa riaprire?

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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
da L'Eco di Bergamo
Il futuro incerto del Grand Hotel «All'asta o resti bene pubblico»
All'asta per almeno 5-6 milioni di euro o mantenerlo di proprietà pubblica? Il futuro del Grand Hotel di San Pellegrino pare essere sempre più incerto. E, probabilmente, decisivo sul suo destino sarà l'avvio delle nuove terme e quanto queste rilanceranno veramente la cittadina brembana.
La società pubblica proprietaria dello storico edificio (al 100% del Comune) è in liquidazione e le ipotesi sul campo ora sono più di una. Quella prevalente sembra essere la vendita. «A breve verrà eseguita una nuova perizia sul valore dell'edificio - spiega il sindaco Vittorio Milesi - quindi faremo un bando per una manifestazione di interesse. Da lì valuteremo se procedere o meno con l'asta. Ovvio che lo faremo solo se ci sarà un imprenditore disposto a recuperare l'immobile (servono 40-50 milioni di euro, ndr), perché non avrebbe senso venderlo per lasciarlo cadere. Se, invece, dovesse arrivare l'autorizzazione per aprire una casa da gioco le possibilità di recupero sarebbero maggiori. A quel punto varrebbe la pena mantenerlo pubblico. Il Grand Hotel è stato anche inserito nel "Progetto dimore" del Demanio, progetto in cui si cercano imprenditori disposti al recupero e alla gestione di storici edifici: ma, in genere si tratta di operazioni da pochi milioni di euro, mentre per il nostro ex albergo servono almeno 40 milioni». Negli ultimi tempi si sono fatte avanti anche altre due soluzioni: in mancanza di fondi per il recupero completo si potrebbe sistemare e utilizzare solo il piano terra, oppure si ipotizza l'apertura di una casa per anziani. «L'uso di un solo piano comporterebbe comunque una spesa di 6-7 milioni di euro - continua il sindaco - mentre la trasformazione in Rsa, ovviamente di lusso, contrasterebbe, però, con la vocazione turistica della cittadina».
Il futuro incerto del Grand Hotel «All'asta o resti bene pubblico»
All'asta per almeno 5-6 milioni di euro o mantenerlo di proprietà pubblica? Il futuro del Grand Hotel di San Pellegrino pare essere sempre più incerto. E, probabilmente, decisivo sul suo destino sarà l'avvio delle nuove terme e quanto queste rilanceranno veramente la cittadina brembana.
La società pubblica proprietaria dello storico edificio (al 100% del Comune) è in liquidazione e le ipotesi sul campo ora sono più di una. Quella prevalente sembra essere la vendita. «A breve verrà eseguita una nuova perizia sul valore dell'edificio - spiega il sindaco Vittorio Milesi - quindi faremo un bando per una manifestazione di interesse. Da lì valuteremo se procedere o meno con l'asta. Ovvio che lo faremo solo se ci sarà un imprenditore disposto a recuperare l'immobile (servono 40-50 milioni di euro, ndr), perché non avrebbe senso venderlo per lasciarlo cadere. Se, invece, dovesse arrivare l'autorizzazione per aprire una casa da gioco le possibilità di recupero sarebbero maggiori. A quel punto varrebbe la pena mantenerlo pubblico. Il Grand Hotel è stato anche inserito nel "Progetto dimore" del Demanio, progetto in cui si cercano imprenditori disposti al recupero e alla gestione di storici edifici: ma, in genere si tratta di operazioni da pochi milioni di euro, mentre per il nostro ex albergo servono almeno 40 milioni». Negli ultimi tempi si sono fatte avanti anche altre due soluzioni: in mancanza di fondi per il recupero completo si potrebbe sistemare e utilizzare solo il piano terra, oppure si ipotizza l'apertura di una casa per anziani. «L'uso di un solo piano comporterebbe comunque una spesa di 6-7 milioni di euro - continua il sindaco - mentre la trasformazione in Rsa, ovviamente di lusso, contrasterebbe, però, con la vocazione turistica della cittadina».
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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
Nel frattempo nel parco del Grand Hotel si prepara il terreno, gli ultimi abeti secolari vengono tagliati per farne "legname d'opera" !





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Re: Rilancio di S. Pellegrino - Terme e Grand Hotel
da L'Eco di Bergamo
Nuove terme a San Pellegrino, apriranno tra un anno
Apertura delle nuove terme tra luglio e settembre 2014, nella prossima primavera l'avvio dei lavori per il centro residenziale-commerciale ed entro la fine di quest'anno il cantiere per il parcheggio da 800 posti a servizio del centro termale. Queste alcune delle tappe comunicate l'altra sera, nel centro congressi dell'hotel Bigio di San Pellegrino, da Gianluca Spinelli del gruppo Percassi, durante l'incontro introdotto dal sindaco Vittorio Milesi tra gli operatori turistici e i futuri gestori delle nuove terme, il gruppo Quadrio Curzio, rappresentato dal presidente Saverio Quadrio Curzio e dal direttore generale Francesco Varni.
I lavori per il nuovo centro termale proseguono senza particolari intoppi: a luglio dovrebbe essere conclusa la struttura che ospiterà le piscine, là dove c'era l'hotel Milano, mentre lungo i porticati stanno iniziando gli interventi di rinforzo. «Penso di non avere dubbi in merito sul fatto che tra luglio e settembre 2014 le nuove terme possano essere aperte» ha detto Spinelli. Tra poco più di un anno, quindi, il centro termale sarà realtà. Gli operatori di San Pellegrino e della valle dovranno essere pronti, «perché l'inizio sarà fondamentale – ha detto Quadrio Curzio –. La percezione, l'aspettativa che nel mondo si ha di San Pellegrino è altissima grazie a un nome conosciuto ovunque. Chi arriverà qui si attende un livello qualitativo analogo. Diversamente il rischio è che resti deluso e non torni. Per questo sarà importante partire bene». Ed ecco perché il gruppo gestore delle terme ha chiesto una forte collaborazione ad albergatori e commercianti, per la creazione di pacchetti ad hoc e convenzioni, e per tenere alto livello ma anche i prezzi.
Nuove terme a San Pellegrino, apriranno tra un anno
Apertura delle nuove terme tra luglio e settembre 2014, nella prossima primavera l'avvio dei lavori per il centro residenziale-commerciale ed entro la fine di quest'anno il cantiere per il parcheggio da 800 posti a servizio del centro termale. Queste alcune delle tappe comunicate l'altra sera, nel centro congressi dell'hotel Bigio di San Pellegrino, da Gianluca Spinelli del gruppo Percassi, durante l'incontro introdotto dal sindaco Vittorio Milesi tra gli operatori turistici e i futuri gestori delle nuove terme, il gruppo Quadrio Curzio, rappresentato dal presidente Saverio Quadrio Curzio e dal direttore generale Francesco Varni.
I lavori per il nuovo centro termale proseguono senza particolari intoppi: a luglio dovrebbe essere conclusa la struttura che ospiterà le piscine, là dove c'era l'hotel Milano, mentre lungo i porticati stanno iniziando gli interventi di rinforzo. «Penso di non avere dubbi in merito sul fatto che tra luglio e settembre 2014 le nuove terme possano essere aperte» ha detto Spinelli. Tra poco più di un anno, quindi, il centro termale sarà realtà. Gli operatori di San Pellegrino e della valle dovranno essere pronti, «perché l'inizio sarà fondamentale – ha detto Quadrio Curzio –. La percezione, l'aspettativa che nel mondo si ha di San Pellegrino è altissima grazie a un nome conosciuto ovunque. Chi arriverà qui si attende un livello qualitativo analogo. Diversamente il rischio è che resti deluso e non torni. Per questo sarà importante partire bene». Ed ecco perché il gruppo gestore delle terme ha chiesto una forte collaborazione ad albergatori e commercianti, per la creazione di pacchetti ad hoc e convenzioni, e per tenere alto livello ma anche i prezzi.
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