Da Capofoppa al Sodadura

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Similarmente, l'edificio di rimpetto, dove però la finestra è ancora integra. Da questa inferiata si vede la stalla e con occhio attento, attraverso l'altra finestrina, si può intravvedere anche il sìlter della casa confinante.

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L'assieme degli edifici esposti al sole del mattino.

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Il "lato B".
Non convinto del risultato finale della foto con la facciata in ombra, mi riprometto di ripassare di qui durante il ritorno.

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Riprendo il cammino salendo il prato che mi separa dal sentiero ufficiale e lo percorro verso il Gherardi.
Appena sotto il rifugio, le fioriture di erica mi suggeriscono un paio di inquadrature.

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Ormai in vista del rifugio, l'occhio si perde guardando verso le orobie...

[IvanG]

Su uno dei tavoli vicini al Gherardi consumo uno spuntino, che nonostante l'ora non proprio da pasto, trangugio avidamente.
Sedato il brontolio interno, mi riavvio verso il Battisti. La neve rimasta non è tanta ma appena fuori dalla traccia lasciata dagli escursionisti che mi hanno preceduto nei giorni passati, non è difficile farsela arrivare a metà polpaccio.

[IvanG]

Passo in parte all'edificio rosa ma anzichè salire seguendo il 120, prendo il sentiero di mezza costa che va verso il Sodadura quasi in piano.
Il primo tratto è piuttosto ombreggiato e difatti trovo zolle di neve e ghiaccio sul sentierino; fortunatamente di punti "rischiosi" ce ne sono pochi e in 10 minuti torno su traccia spensierata.

[IvanG]

Arrivato ad un paio di baitelle, come prevedibile, ho dovuto risalirmi il pratone fino ad incrociare il 101 appena sotto la salita per il Sodadura.