Discorsi scottanti certo........e vedo che anche il mio collega Skiador si sente chiamato in causa appunto perchè coinvolge anche lo skialp.
Mi ritengo fortunato di vivere la montagna sempre al di fuori di ogni percorso costruito che ci sia, all'infuori di piste da sci, da bob, strade, rifugi, impianti etc etc.... cosi' non avro' mai a discutere con nessuno, proprio questo è il bello della montagna, l'avventura!
Certo comprendo che quando tali strutture si mettono in mezzo alla mèta cui devo arrivare, le strutture devono permettermi in altri modi di raggiungere la mèta che mi sono prefissato; Esempio: se io voglio arrivare sul Corno Stella d'inverno, il gestore piste sci di Foppolo
deve trovare un percorso apposito per permettermi di arrivarci (se l'unico percorso per arrivarci in sicurezza passa per le sue piste); idem se voglio arrivare sullo Zuccone Campelli (o Rif.Lecco in questione) e non esistono altri percorsi che passare sui bordi pista (senno' dovrei dotarmi di una motosega per tagliare tutti quegli alberi che mi impediscono la salita, perchè se ci fosse una zona di prato libero è ovvio che si salirebbe da li no? Come dice Poss non abbiamo le ali per saltare gli ostacoli) chi ha la proprietà e responsabilità delle piste mi spiace ma sono questi signori che
devono trovarmi pronto un percorso alternativo e senza scuse d'interruzioni , non il CAI "poveretto" che, ho capito ha le competenze necessarie per farlo, ma non ne sarebbe "il responsabile"......perchè le montagne ci sono da sempre e da quasi sempre ci si è potuto salire.... sono gli impianti e le strutture sportive che sono arrivati dopo a mettersi in mezzo tra noi e la montagna! Cioè è una limitazione della libertà umana non consentire l'accesso ad una località che non è privata se per arrivarci l'unico percorso è quello di passare per forza per la proprietà privata stessa
p.s. sono disponibile a studiare con Andrea i percorsi alternativi per i "salipiste"

e come diceva quel tale: "la proprietà privata è un furto"! (frase che scrissi sul libro di vetta di una cima trentina dopo avere saltato fili spinati che mi vietavano l'accesso attorno)
La felicità dell'uomo sta nella natura selvaggia.