Quando il Brembo decise di iniziare a scavare il suo corso, scendendo dai paleo-ghiacciai che facevano da cappello al basamento cristallino-metamorfico dello spartiacque orobico, insinuandosi prima con fatica nel plafond siliceo del verrucano lombardo (fascia TreSignori-Becco a nord della faglia orobica), e poi via via con maggiore incisività dissolvente nella piattaforma carbonatica (fascia ZucconeCampelli-Venturosa-Menna a sud della faglia orobica), entrambe innalzate dalle profondità della piana abissale dell’oceano ligure-piemotese fino allo splendore del cielo lombardo dalla forza tettonica-orogenetica esercitata dalla placca africana-adria, collidente e sormontante la placca eurasiatica, il Brembo non si sa perché decise di lasciare il Pizzo di Spino intatto al suo passare, come suo proprio pivot a dividerlo dall’affluente Serina-Ambria, ed andare invece a vedersela a muso "durto" con lo slab compatto della dolomia principale e calcare a conchodon dell’area CantoAlto-Zogno-Sedrina. Era meglio concentrarsi su quella confrontation che prendersela a monte con il Pizzo di Spino, tant’e’ che comunque con il Canto Alto non ci fu gioco ed il Brembo non passo’, ma dovette rassegnarsi a girarci tutto intorno… e quale migliore pulpito di osservazione potevo scegliere, per immaginarmi tutta questa storia, se non la vetta del Pizzo di Spino stesso? Mentre mi incammino sui prati alti della frazione Tessi cerco di riandare con la memoria a 50 anni prima, quando un manipolo di ragazzini si inerpicava lungo l’ardita cresta ovest, all’epoca priva di sentiero, sotto lo sguardo attento e un poco ansioso delle mamme e nonne che aspettavano in basso: prodromi di uno spirito di avventura alpinistica… Oggi voglio andare a scoprire la cresta sud, che rappresenta esattamente la linea di pivotaggio tra il Brembo ed il Serina-Ambria, sorprendentemente ardita ed esposta, quasi a ribadire orgogliosamente che anche ad appena 900 m sul livello dell’Adriatico si puo’ rappresentare una prua dell’orizzonte brembano, memore di una scala temporale geologica che noi sapiens possiamo solo immaginare (non che i pre-sapiens l’abbiano testimoniata di persona, anzi non l’hanno nemmeno immaginata, solo noi sapiens-sapiens l’abbiamo finalmente capita).
P.S. escursione effettuata il 19 marzo, ben prima della grande nevicata di inizio aprile...
Linea rossa: salita per la cresta sud
Linea blu: discesa per la cresta ovest
Orobie Brembane, mon amour: calcare, dolomia, verrucano, gneiss, scisti, vulcanite, graniti, pseudotachiliti… where else?