Salire una montagna con delle annotazioni geologiche botaniche specifiche dei diversi punti e antefatti storici, rende la salita più interessante e meno noioso il sentiero.
Cantoni di Lenna mt 530 Passo Ortighera 1435
Il sentiero parte indifferentemente dai due Cantoni mt 530 S. Francesco o anche dalla Colonia o dal Cantone S. Maria, per congiungersi all’acquedotto della Pioda, mt 585. Interessante al piazzale dell’acquedotto la parte sommitale della Pioda “rossa di verrucano”, lisciata dal ghiacciaio. Curiosa la costruzione in muratura della torre di un vecchio roccolo.
La salita lungo la mulattiera sale serpeggiando nella depressione che sale al Passo di Ortighera tra due elettrodotti.
Sono 7 pali. La linea con i pali a torre e 4 cavi collega la centrale di Piateda (SO) a Tavazzano (LO) è stata realizzata nel 1925 ed è l’unica linea con il cavo di scorta. L’altro elettrodotto a 220.000 volt a forma di V parte dalla centrale Donegani di Glorenza (BZ) che è alimentata dal grande lago di Resia sbarrato da una diga in terra e al confine con l’Austria, dal lago emerge il campanile romanico. Realizzazioni dei gruppi industriali Falch ed Edison-Montecatini.
Il versante nord dell’Ortighera è caratterizizzato da pareti strapiombanti tra le quote 600 e 1100 in corrispondenza delle dorsali che scendevano a valle che sono state erose dal ghiacciaio che riempiva la bassa valle e nella curva scendendo dalla val Fondra ha mangiato i fianchi nord dell’Ortighera creando le “Valli sospese” e gli strapiombi dei Bocc, la Fesurla, le Rive del Losma, il Matt, Calurga, Calunghei.
La valle di Ortighera si sale senza difficoltà e il salto della valle sospesa al secondo palo, quota 750 non presenta strapiombi particolarmente pericolosi. Appena sopra la “Codegala Bassa” nel canale sopra il “Pitalò” o salto della Lumaca si possono osservare dei sassi rossi arrotondati lasciati dal ghiacciaio. Dal la “Codegala Olta” o 3° palo la salita è più regolare e uniforme e sempre a sinistra rispetto all’intaglio della valle. La metà strada è in corrispondenza del bivio per la baita del “Cipriano” e sentiero di Marta, mt. 1000
Sopra l’unico pianoro con un falsopiano di 20 mt. “Foppel”, ribattezzato autostrada, dove i ragazzi chiedono il pedaggio a chi sale per la prima volta. Dalla tagliata recente si allunga lo sguardo alla valle. Di fronte il Torcola e a sinistra la parte alta della valle Averara, Cusio e il Pizzo dei Tre Signori.
Cento metri prima del passo . quando si vede il chiaro del crinale tra gli abeti si possono trovare in terra tracce di sassi viola che presentano delle evidenti mineralizzazioni che rotolano da una delle tante gallerie dimesse da anni che sono numerose nella zona del passo. I confini del comune di Dossena scendono a V verso Lenna, si racconta per un cambio per un “Chignol” di formaggio sicuramente prima del 1800. In realtà la ricca Dossena di era accaparrata le parti piane, arrotondate e pascolive e con tracce di mineralizzazioni; lasciando a Lenna e chiesa di S. Martino le parti strapiombanti e più povere.
Il passo ha due depressioni con al centro il dosso con il palo a V e il roccolo Jonni sul comune di Dossena, sulla depressione ovest il roccolo del comune di Lenna. Sulla sinistra della sella ovest, verso Dossena, un sentierino in costa per 100 mt alla galleria della “Barite”. Galleria ben percorribile in piano per circa 60 metri. Facile, sicura con il cunicolo ad altezza d’uomo, senza intoppi sul fondo. (Ovviamente pila o lanterna). La temperatura interna rimane costante in inverno attorno ai 5-6°. D’estate 9-11°. Ideale per stagionatura di formaggi, solo un minimo di attrezzatura e sicurezze.
Risalendo la collina si aggira la parte tondeggiante dell’Ortighera, verso sud Ovest si raggiunge il pianoro del Moss, e proseguendo in piano la sella dove c’è l’appostamento del “ Renzino” e lo sperone dello Zuccone che domina la val Parina e valle di Scalvino. Proseguendo in piano a dx sulla spalla del roccolo si va verso la costa della Magnana dove c’è un altro roccolo della “Palera”, attualmente del Paolino Calvi.
Dal palo del passo di Ortighera, in piano verso sud-est si va alle “Casere”, 400- 700 mt di distanza, a metà sopra il sentiero una guglia che accede a una vecchia miniera e spettacolari le faglie in diagonale che rendono l’idea di come di sono accartocciate le montagne. Osservando queste inclinazioni plastiche e guardando la sezione della montagna ci sirene conto come le falde acquifere risalgano più alte del passo per effetto sifone. La zona ha dei faggi spettacolari, una decina nel raggio di 100 mt superano il metro di circonferenza, anche tra gli abeti rossi molte piante sono di dimensioni ragguardevoli. Dalle fotografie aeree le chiome grandi e arrotondate danno ancora di più l’idea della imponenza delle piante che raggiungono misure monumentali.
Mario Lazzaroni