Egregi Signori, frequentatori di questo forum, qualche mese fa, navigando nel mare internettiano, mi sono imbattuto in questo "contenitore" dove si parla di tutto e di più su cose della mia terra, la Valle Brembana. [/size]
Non sono un eccelso ciaspolatore, uno spericolato ciclista, un ancora più spericolato sciatore e pertanto nei rispettivi topic ho avuto poco da dire. Sono però un discreto camminatore e mi interesso tantissimo di fauna selvatica. Pratico da qualche anno (6-7) il monitoraggio fotografico delle popolazioni di Ungulati (Cervi, Caprioli, Camosci) presenti nelle zone in cui abito pertanto ho maturato una certa esperienza nel campo. In materia di consistenze faunistiche pertanto ritengo di poter dire qualcosa anch'io...
Il monitoraggio lo faccio con le cosiddette "trappole fotografiche" che sono delle semplici macchinette fotografiche digitali (di qualità comunque dozzinale) collegate con un sensore che rilevano la presenza degli animali in determinati punti precedentemente predisposti. Ho raccolto un sacco di "materiale" circa la consistenza, la biologia, lo stato di salute le caratteristiche fisiche e quant'altro di uno degli animali maggiormente presenti nei nostri territori. La specie più presente oggi nella bassa valle Brembana è lo sfuggente, inosservabile e caparbio Capriolo.
Devo dire che quando ho attivato questo"grande fratello forestale" ho scoperto l'esistenza di un mondo inaspettato ed insospettabile. Il primo risultato a cui sono giunto è la constatazione dell'esistenza, sulle pendici del Canto Alto, di una popolazione con un ottima consistenza e che gode di ottima salute. Tutte le foto proposte sono scattate fra febbraio e Sabato scorso 3 Maggio 2008.
Quando mi sono imbattuto in questo forum ho da subito pensato che sarebbe stato assolutamente interessante e gratificante per la nostra terra brembana esporre le risultanze di questo "lavoro". Eccomi qui pertanto ad esporVi la meravigliosa realtà delle nostre montagne.
Grazie per l'aiuto Gino di Walbrembanaweb a Giorgio e Pierangelo (proprietari di alcune trappole fotografiche) e all'ATC Prealpino (proprietario della maggior parte delle macchine). Oggi tutte e sette le stazioni di monitoraggio sono ancora attive sul territorio.
Il futuro si prospetta pertanto gravido di ulteriori informazioni.





