Borgo di Lavina (750 m s.l.m.)
Piccolo borgo, si trova poco sotto Vedeseta, lungo la strada che da Olda porta a Peghera. Vide nascere i famosi Statuti. All'ingresso del paese vi è poi una strana fontana dal duplice prospetto, con due vasche con le relative maschere da cui sgorga freschissima acqua. Sullo spigolo di una casa del piccolo centro, sopra l'intonaco ormai sbrecciato su cui si leggeva "Lavina frazione di Vedeseta", si nota la data 1569 incisa in una bella pietra.
La sua chiesetta che risale al 1428 è dedicata all’Annunciazione di Maria Vergine, cui venne successivamente unito, nel 1630, come Santo titolare, anche San Vincenzo Levita e Martire anche se, per errore del pittore, su una tela settecentesca tuttora presente, è dipinto San Vincenzo Fererio. Aveva fino a tutto il ‘700 un suo sacerdote pur essendo Chiesa secondaria di Vedeseta. In questi ultimi anni, pur solennizzando le feste sia dell’Annunciazione 25 marzo, sia di San Vincenzo 17 gennaio, la festa vera e propria dellafrazione si celebra il 14 agosto, vigilia dell’Assunta.
Interessante è anche la sua fontana pubblica: una struttura cubica con due fonti, l’una per l’abbeverata delle mucche, l’altra per la presadell’acqua potabile e come lavatoio. Va ricordato che a Lavina è nato nella seconda metà del ‘700, Giuseppe Locatelli che nel 1823 scriverà una “Storia della Vallata di Taleggio”, un’opera davvero molto interessante su tutta la Valle, la natura, le colture, gli animali domestici e non, i suoi paesi e la storia degli abitanti. La contrada di Lavina, frazione di Vedeseta ghibellina, è tra le più antiche della Valle Taleggio e fu soggetta alle incursioni e ai disordini cheagitarono tutta la zona nel periodo medievale per le ormai note rivalità tra Guelfi e Ghibellini e le ataviche per ragioni di confine con Taleggio.
Qui vi si stabilirono inizialmente gli Arrigoni, illustri e possidenti benestanti che ricoprirono anche cariche religiose e militari presso lo Stato diMilano. A Lavina nel 1368 vennero corretti e integrati gli Statuti di Valle Taleggio e Averara, alla presenza del delegato di Bernabò Visconti, e di ben18 consiglieri. Sulla casa dell’incontro è ben visibile uno stemma che ricorda l’avvenimento. Ancor oggi la campagna intorno a Lavina è tra le più fertili della Valle perché è ben esposta al sole e soprattutto riparata dai venti. Infattianticamente l’unica zona dove potesse crescere discretamente anche il frumento era, appunto, quella intorno a questa contrada.
Approfondimenti e riferimenti bibliografici: Arrigo Arrigoni (a cura di)
Cenni e Osservazioni sulla Vallata di Taleggio, Manoscritto del 1823 di Giuseppe Locatelli. Geam, Città diCastello, 2007.
