Foppolo - Valgussera, Pizzo del Vescovo e Monte Brate
Lascio lo zaino al babbo che salirà con la seggiovia. Non capitava da chissà quanto tempo di non avere nemmeno la fotocamera appesa da qualche parte. L'occasione è buona per affrontare i 600 metri di dislivello che mi separano dalla val Carisole di buon passo, non di corsa visto che poi dovrò completare la salita in compagnia. La strada l'ho percorsa in tutte le stagioni e in tutti i modi, in salita e in discesa, a piedi, in bob, con gli sci.. eppure dimentico sempre il numero di tornanti da superare. Fermo il cronometro a 37 minuti e 3 secondi.. non male mi dico. Immediatamente però la vista sulla val Carisole accantona gli inutili pensieri sul tempo impiegato: il pizzo del Vescovo è già coperto da nubi innocue ma fastidiose (non è tempo da foto).
Arriva papà, prendiamo a salire per la labile traccia di sentiero che sale in direzione del pizzo. Attraversiamo vasti pratoni, solo qualche malga è sparsa qua e là. Poco prima del passo che mette in comunicazione la valle di Carona con quella di Foppolo, ci dividiamo temporaneamente. Mentre lui salirà col suo passo l'erta china del Vescovo, io farò un salto al Valgussera. Ci ricongiungiamo infine sulla vetta. Ci fermiamo a guardare un panorama insolito seppur non sgombro da nubi e foschie. Sono contento di aver raggiunto ancora una volta una meta montana insieme a papà. Non sarà l'ultima, ma con l'età e gli acciacchi si farà sempre più fatica a farlo. Proseguiamo il cammino dal versante opposto del pizzo andando ad intercettare un sentierino che ci porterà sul monte Brate prima e a Foppolo poi.
Foto:
La val Carisole, già preda delle nubi
