Arrivato a Carona non sapendo esattamente dove si trova l'attacco del sentiero diretto che porta al Sardegnana chiedo informazioni ad un signore che subito mi dice di seguirlo, se non che mentre camminiamo mi chiede informazioni sul perchè voglio salire dalla diretta e mi mette in guardia sul fatto che si tratta di un sentiero "pericoloso" perchè da qualche tempo scarica sassi, cosa che dice anche di avere segnalato ad un suo conoscente del CAI lì a Carona.
Vista l'insistenza nel sottolineare la pericolosità decido di desistere nell'intento iniziale del percorso diretto (anche se con un po' di rammarico).
Chiedo però conferma a qualcuno di voi che effettivamente la situazione sia così pericolosa...
A questo punto devo ripianificare in qualche modo il tragitto cosicchè decido di andare fino ai Pagliari, prendere il sentiero estivo (n° 247) e giunto alla deviazione in cui il sentiero "ufficiale" gira a sx con indicazione evidente di una freccia e la scritta Calvi, tiro dritto per giungere ad un prato dove superata una malga sulla destra e in prossimità di una sorgente di acqua fresca (segnalata da Franchino trekking-escursioni-valle-brembana-orob ... ml#p170716) seguo il sentiero ben tracciato e segnato da evidenti bolli arancioni che mi porterà ad incrociare il sentiero 213 di collegamento tra Sardegnana e Rifugio Calvi.
Giunto al sentiero 213 lo imbocco in direzione Sardegnana.
Poichè è la prima volta che faccio questo percorso una volta giunto al punto di scollinamento verso il lago mi rendo conto, con mia sorpresa, che sono a ca 150 mt sopra il lago. Non avendo alcuna intenzione di perdere la quota guadagnata guardando alla mia sx mi accorgo che sul crinale che punta in direzione del passo di Sardegnana c'è una bella traccia.
Dò un'occhiata alla cartina che porto sempre con me e subito capisco che è la traccia giusta da seguire per raggiungere, restando in quota, l'attacco della pietraia che mi porterà al passo di Sardegnana.
Per dare un indicazione più precisa prendo a prestito la cartina postata da esmeralda nel reportage del 10 giugno u.s. la traccia è quella che sopra il lago si stacca dal sentiero 213 passando dalla B.ta Forcellino. (Nella stessa cartina in blu è segnato il tratto di sentiero che porta ad incrociare il 213)

Decido di seguirla. La traccia fino alla B.ta Forcellino è sempre abbastanza evidente e si sviluppa sempre (a parte per l'aggiramento di un torrione roccioso) sul lato verso il lago. Dalla B.ta Forcellino di cui rimangono ormai i resti, si perde un po' ed il percorso è un po' da indovinare.
Comunque senza troppe difficoltà si giunge nei pressi di un vecchio alpeggio con un'altro rudere e resti di muri divisori da cui ormai a vista e rimanendo sempre più a ridosso dei corni di Sardegnana ci si "inventa" il percorso più "comodo" per arrivare al passo. Come già sottolineato dal Gino nel camminare sugli sfasciumi non bisogna farsi ingannare dalla falsa stabilità di alcune pietre per la loro dimensione si pensa possano essere inamovibili e soprattutto stare mooolto attenti a non finire in qualche buco.
Percorrere questa valle di sfasciumi camminando ai piedi delle pareti rocciose del Pizzo del Becco e dei Corni di Sardegnana, e voltarsi ogni tanto ad osservare il lago che si allontana diventando sempre più piccolo è veramente emozionante.
Arrivato al Passo di Sardegnana dove troneggia un "omone" decido di intraprendere un giro ad anello per il rientro andando a visitare in sequenza il Lago Colombo, il Lago Gemelli, il Lago delle Casere, il Lago Marcio ed il Lago del Becco.
Così con la gita fatta qualche giorno fa aggiungo altri 6 laghi all'elenco di quelli visitati quest'anno.