ZOGNO
Don Giulio Gabanelli compie novant'anni: fede, povertà e battaglie
Monsignor Giulio Gabanelli, prevosto emerito di Zogno, ha tagliato il traguardo dei 90 anni. Schietto e sincero ha speso la vita per le sue comunità. Protagonista di tante battaglie a difesa dei poveri, è uno studioso appassionato di storia e di arte.

Don Giulio Gabanelli ha compiuto 90 anni. E’ un prete nel profondo, animato da una fede sincera mai disgiunta da un profondo umanesimo. E’ altresì una persona vulcanica, dotata di grandi conoscenze, di sapienza e di grande umiltà. Molteplici sono i suoi interessi, le Arti, l’Artigianato locale, l’attenzione per il patrimonio artistico e culturale, sono molti a Zogno e dintorni i luoghi salvati dal fanatismo edilizio grazie all’attenzione e alla cura di Don Giulio. Queste passioni in Don Giulio nascono dalla sua visione del mondo e dalla sua interpretazione del sacerdozio che pone l’Uomo al centro con le sue debolezze e le sue conquiste. In questa ottica si pone il suo impegno di preservare le testimonianze del passato attraverso le sue ricerche storiche che l’hanno portato alla fondazione del Museo di San Lorenzo. Non bisogna dimenticare, inoltre il suo fondamentale contributo per la costruzione delle Case per anziani di Laxolo e di Zogno.
A questo proposito mette conto ricordare un aneddoto che lo descrive pienamente. Più volte invitato a desistere dalla costruzione della casa di Laxolo e a versare i soldi in Curia, Don Giulio rispose: “Me do’ mia i solc dei poerecc ai lader” (non darò i soldi dei poveri ai ladri). Nonostante la sua posizione e il suo profondo sapere, don Giulio è una persona semplice che ha fatto della povertà il suo stile di vita, sopra l’abito talare indossa sempre una giacca a vento anche in casa perché la temperatura interna, anche in pieno inverno, è di poco superiore a quella esterna. Alieno da qualsiasi lusso, non rientra nel suo credo spendere soldi per cose inutili, riesce sempre a trovare qualcuno che abbisogna più di lui. In questa sua attitudine si ritrovano le radici della sua famiglia contadina, il papà Severo e la mamma Maria, sempre pronti a condividere con i meno fortunati di loro il poco che avevano nei tempi duri della Guerra.