La scelta ricade sulla paretina "di casa", la cima della Croce all'Alben, anche invogliati dalla recente salita di Marco Serafini.
Arriviamo al parcheggio dei Piani che sono le 11 passate e notiamo che la neve fresca è più che una semplice coreografia, ci saranno 20-25 cm.
Abbandoniamo subito l'idea di andare a fare una delle tante vie di misto, che in queste condizioni possono diventare molto lunghe e laboriose, e optiamo per il canale "de la Nona" che non avevo mai percorso.
Il canale è quello che sale in prossimità della ferrata.
Con non poco stupore troviamo delle tracce fresche. Vista la giornata da lupi non ci aspettavamo altra gente in giro e invece sull'Alben ci sono ben tre cordate (quella davanti a noi, una nel canale del Sacco e una di forti forti su Tri e mes), segno che oramai la paretina è diventata un punto fermo per gli alpinisti bergamaschi.
Il nostro canale sale semplice su pendenze sui 40°-50° interrotte da brevi saltini di ghiaccio e misto.
All'improvviso è sbarrato da una parete di una decina di metri che saliamo slegati su terreno insidioso ma consolidato dal freddo e dal ghiaccio.
L'ambiente è molto bello, con la neve fresca che va dai 10 ai 40 cm a seconda degli accumuli.
Pian piano buchiamo le nebbie e ci troviamo sopra le nubi.
In vista del restingimento finale raggiungiamo la cordata che ci precedeva, impegnata nel superamento di una grotta in total dry.
Li raggiungiamo in sosta e insieme affrontiamo l'ultimo tiro che ci porta in cresta. In uscita troviamo anche una bella candelina di ghiaccio di tre metri che regala l'ultima chicca della giornata.
La cresta che porta alla croce di vetta è assorbita dalla contemplazione della bellezza delle cime innevate che sbucano dalle nubi. Il sole illumina le montagna ad oves, mentre a est indugiano le nebbie.
La discesa fino al passo avviene su ottima neve che copre completamente i disagevoli sassoni.
Entrando nel canalone veniamo presto circondati dalla nebbia che azzera la visibilità e non ci permette di scorgere la cordata dei forti ancora impegnata in parete.
Il rumore dei cannoni, attivati per innevare la pista dello skilift, ci guida con sicurezza nel bianco totale, fino a raggiungere il bosco e, in breve, l'auto, circa tre ore e mezza dopo averla lasciata.
Sarà stata la recente nevicata, le condizioni della salita, l'atmosfera invernale e fiabesca o la variante in uscita, ma io ho trovato il canale molto divertente e consigliabile, seppur facile.
La cordata che ci precedeva ci ha detto che le relazioni in rete dicono di evitare la paretina stando su una cresta a destra.
Io consiglio di affrontare la paretina, con difficoltà non superiori al terzo grado, seppur su roccia di cattiva qualità.
Qualche foto:
Alla partenza c'è un buon accumulo

