Prima Salita Parete Nord Cima di Cuminello

[lucaserafini]

http://www.nuoveviesulleorobie.it/2021/ ... nello.html

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Là dove l’Africa cozza contro l’EurAsia, la collisione tettonica lungo la Linea Insubrica (come i geologi chiamano la Valtellina) ci ha regalato una gemma di rara bellezza alpinistica, che il ghiacciaio pleistocenico ha lucidato fino a farla brillare nello scrigno di un circo glaciale celato ai più. Questa gemma ha un nome da vero Carneade: Cime di Cuminello, chi è costui? Viste dalla Val Tartano spariscono nel più completo anonimato, di fianco al Valloci e ai Seleron e Gerlo. Viste dalla Valmadre pure, con il solo canale della Matta e la Val di Bonivento a decorare i dirupati fianchi di queste Cime del tutto trascurabili nel budget di pareti, creste e arditi speroni che le due valli orobiche sono in grado di offrire. Quindi?

Si può credere che nelle Orobie esista ancora una parete inviolata? Come può essere possibile dopo le molteplici generazioni di alpinisti, i Baroni e i Bonomi della seconda meta dell’800, i Calvi e Corti delle prime decadi del ‘900, per non dimenticare i Galli-Valerio e i Perolari-Sala-Luchsinger, e via via con i Calegari degli anni ’50, ’60 e ’70, continuando con i Serafini-Malgrati-Panza, Mozzanica e Savonitto degli anni ’80 e ’90, ed i Boscacci-Miotti-Vannuccini della sponda valtellinese, come può essere sfuggita alle schiere di alpinisti orobici (sia bergamaschi che valtellinesi) una parete così estetica e accattivante come la Nord della Cima di Cuminello? Forse perchè se ne resta celata come una gemma ben racchiusa in uno scrigno (lo Scrigno delle Orobie! Maurizio Agazzi docet), nascosta alla vista dal fondo valle, racchiusa in una conca glaciale che ha modellato la Val Cogola in una perfetta conca semi-sferica, scavandola in forma di toboga che precipita a valle con svariate balze moreniche intermedie, giù giù fino all’abitato di Valmadre, unico punto da cui la Parete Nord del Cuminello si concede agli sguardi di noi umani. Ed in particolare dalla statua della Madonna delle Valli, da cui la vidi per la prima volta nel 2020, durante una passeggiata familiare in auto fino al Passo Dordona salendo da Fusine (sic!).

Da lì in poi è semplicemente una storia di ricerca su cartine IGM, immagini satellitari (grazie Google Earth Pro!!), archivi fotografici di colleghi alpinisti,
e per finire un paio di sopralluoghi, uno senza successo dal Rifugio Dordona, l’altro super faticoso risalendo tutta la Val Cogola, ma di grande successo
nel permettermi di guardare finalmente da vicino la parete.

A sequire un tentativo con Marco arenatosi dopo due tiri di corda causa temporale (con rientro bagnati fradici al Rif. Dordona, raggiunto con la nostra
auto). E per finire la stoccata vincente, con Marco e Lorenzo, resa possibile anche grazie all’affinamento e ottimizzazione di tutte le mosse necessarie.
Lussuosa navetta-jeep del simpaticissimo Rosvel a Foppolo (per evitarsi 2 ore e 45 minuti di guida da Bergamo a Fusine e su per la Valmadre), che in
andata ci scarica con il buio alle 6:15 al Rif. Dordona, e torna a riprenderci con il suo cordiale sorriso ancora con il buo alle 19:45. E passaggio della
barriera Bonivento-Cogola all'intaglio giusto tra i tanti che la incidono (dopo un paio di errori nel tentativo precedente - ripetitori state attenti!).

Che dire, una vera salita adrenalinica su placche di meraviglioso mica-scisto decorato e incastonato da medaglioni di quarzo, 7 ore di progressione con il
fatidico dubbio “ce la faremo a traversare sotto gli strapiombi per guadagnare il canale-diedro finale??”. Meno male che Marco e Lorenzo hanno tirato,
a me è bastato seguirli, con l’onore concesso dell’uscita in vetta nell’ultimo facile tiro di corda.

Arrampicare per scoprire o scoprire arrampicando? Amletico dubbio che si scioglie nelle nebbie finali che ci accolgono sulla vetta. Il tramonto è in arrivo,
lunga è la via del rientro, ci affretttiamo, lasciando la gemma Cuminello a tutti gli altri che vorranno ammirarla.

Un’emozione fortissima e particolare quando un’aquila reale ci sotto-vola, mentre noi sbuchiamo in vetta, e lei sorvola la parete a metà altezza, 150 metri
sotto i nostri piedi, mostrandoci orgogliosa le ali spiegate marcate dai bianchi e rotondi occhi, a sottolinearne la maestosità. In 60 anni di alpinismo non mi
era mai capitato di vedere un’aquila dal di sopra, esperienza indimenticabile!

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Prima del report i doverosi ringraziamenti:

Alla Madonna delle Valli per averci protetto nel nostro girovagare sul verticale



A Maurizio Agazzi per avermi permesso di riconoscere la parete del Cuminello nella sua bella foto scattata dal Seleron



A Marco e Lorenzo per aver "tirato" - io li ho seguiti cercando di portare la mia cinquantennale esperienza di montagna



Last, but not Least: a mio padre per avermi infuso la passione per la montagna.

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Ore 6:15 - le torce frontali ci guidano lungo il sentiero Dordona-Vallocci-Matta-Bonivento.

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Poi irrompe l'alba, regalandoci un'emozionante visione della Valtellina.





Con il Disgrazia ed il Bernina di sentinella.

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Aggiriamo il costone della Matta





e la baita bassa di Bonivento ci dà il benvenuto

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Non c'è tempo per tergiversare, là in alto ci aspetta lo scavalcamento della barriera Bonivento-Cogola

[lucaserafini]

La barriera va scavalcata all'intaglio bifido: solo uno degli intagli è attraversabile. Tutti gli altri hanno almeno uno dei due lati inaccessibile...
e questo l'abbiamo appreso dopo vari tentativi...