Relazione Tecnica
Avvicinamento: dal Rifugio Longo si sale il sentiero per il Passo di Venina, o salendo alla diga del Lago del Diavolo e seguendo il pianeggiante muretto di cemento della gronda che porta in mezza costa a prendere il sentiero n.254, oppure scendendo un centinaio di metri di dislivello verso valle fino alla partenza del 254 sulla strada che sale al rifugio. Il sentiero passa a quota 2440 dai ruderi della casermetta di pattuglia della Linea Cadorna, poi sale a prendere la cresta spartiacque, ben al di sopra del Passo di Venina. Svoltando a sinistra (Ovest) si risale la cresta seguendo una traccia di sentiero, che poi attraversa in mezza costa i grandi ghiaioni sommitali di GCCS restando un poco al di sotto la vetta della Cima di Venina. Si guadagna così una conchetta detritica sotto una sella, dove anche d’estate permane una macchia nevosa. Dalla selleta si ritorna a destra per cresta verso la vetta (direzione Est) per pochi passi fino a intravedere il canalino di erba e roccette che scende verso Nord in direzione della base della parete. Si negozia la discesa con cautela tra sassi mobili e costoncini erbosi, traversando a circa metà discesa nel canalino più a destra, che più agevolmente permette di sboccare sui pendii erbosi e di ganda alla base del Pilastro Nord. Lo si aggira e si guadagna una curiosa rigola formata dalla base di GCCS della placconata ed il pendio erboso adiacente. Risalita per una ventina di metri la rigola si attacca nel punto più basso della grande placconata, a sinistra di un compatto e chiaro muretto verticale. Tempo impiegato dal Rifugio Longo all'attacco 2 ore e mezza.
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Via “Crapa dèl Bèch: belay on ibex skull”, III-IV, R2, dislivello 160 m
Marco e Luca Serafini, 1 agosto 2020
1: si risale la placconata prima per fessurine poi in aperta parete fino a pervenire ad un terrazzino con fessurone posto 5 metri prima del filo dello spigolo in prossimità e con bella vista del grande tetto appuntito (40 m, III e IV, 4 friends, sosta su dadi e friends).
2: si sale allo strapiombetto fessurato soprastante (1 friend e 1 ch, lasciato), che si supera in dulfer: si procede con grande continuità sulla placconata, negoziando le varie fessurine che la solcano, fino ad un terrazzino con grande fessurone inciso nel granito (45 m, IV, 3 ch, 2 friends, 1 ch lasciato, sosta su friends).
3: si guadagna a destra il filo dello spigolo e lo si rimonta passando da grossi blocchi sospesi fino ad un esposto terrazzo da cui parte una lama che adduce alla base del salto terminale di rocce erbose: si traversa a sinistra in leggera discesa la liscia placca fino a guadagnare un ghiaioncino posto al di sotto di una fascia strapiombante (50 m, III, sosta su friends – belay on ibex skull).
4: un diedrino consente di aggirare a sinistra la fascia strapiombante e guadagnare un canalino ingombro di sassi mobili (attenzione, da risalire sul margine destro) che porta all’imbocco del diedrone finale (40 m, III, sosta su 1 ch e 1 friend)
5: risalire il diedrone con bella arrampicata ed uscirne a sinistra su placca fessurata a guadagnare la cresta (40 m, III, 3 friends, sosta su spuntone).
Foto del tracciato con i punti di sosta

Orobie Brembane, mon amour: calcare, dolomia, verrucano, gneiss, scisti, vulcanite, graniti, pseudotachiliti… where else?