
la morte è avvenuta nelle Ande Boliviane sull'ILLIMANI mentre Carlo e altri alpinisti stavano cercando il corpo di un alpinista francese, PIERRE DEDIEU. Il giorno precedente avevano già recuperato il corpo della sua guida, ERNESTO SANCHEZ.
CARLO NEMBRINI era il capo spedizione ed era accompagnato da:
PLACIDO PIANTONI
PATRIZIO MERELLI
G.BATTISTA CACCIA
PIERO BERGAMELLI
MARIO DEI CAS
GIOVANNI MAIORI
GIUSEPPE MILESI
della spedizione facevano parte anche due Sacerdoti Bergamaschi: il nostro compaesano Don GIUSEPPE FERRARI e Don GIUSEPPE RIZZI in quegli anni Missionari in Bolivia.

Prima dei tentativi di recupero dei due alpinisti il gruppo aveva conquistato la cima dell'ILLAMPU ( 6,340 m ); avevano in programma anche l'esplorazione di una zona sconoscita dell'Amazzonia.
Alcune righe del diario tenuto per la spedizione da Giuseppe Milesi
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Durante la discesa, ormai in vista del campo,
si procede slegati poiché le condizioni della
neve sono buone e il percorso è abbastanza
ampio. Carlo è preoccupato per il compagno
che hanno lasciato in tenda con la febbre e
così affretta il passo...Improvvisamente don
Rizzi, don Ferrari e Placido Piantoni lo vedono
scivolare sul pendio di ghiaccio e precipitare
oltre un salto di roccia di 150m. Carlo Nembrini,
il più forte e più preparato alpinista bergamasco,
come titolerà l’Eco di Bergamo, è morto.
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Tra le tante attività di CARLO NEMBRINI mi piace ricordare quella di Direttore del primo corso di roccia del CAI di ZOGNO
Aveva anche contribuito ad aprire l'ottava tappa del giro delle Orobie, quella che dal Rifugio Albani arriva al passo della Presolana, il “sentiero della porta”.
Era solito allenarsi “in Cornagera” sopra Selvino
Giovanni