

da l'Eco di Bergamo
Giro con sorpresa, le prime salite saranno targate Bergamo
Sorpresona! Si sapeva che il 95° Giro d'Italia, in programma dal 5 al 27 maggio 2012, non avrebbe fatto tappa a Bergamo. E, infatti, gli appassionati avevano già messo il cuore in pace. Nessuno si aspettava, però, che le nostre strade sarebbero state interessate dal passaggio della corsa, fra l'altro in termini significativi. Avverrà domenica 20 maggio in occasione della 15ª tappa, Busto Arsizio-Pian dei Resinelli di 172 km. Sarà la prima vera tappa di montagna, che introdurrà un'ultima settimana strabordante di salite, fra le quali il Mortirolo - da un versante inedito, meno duro di quello di Mazzo ma più duro di quello di Monno - e lo Stelvio-Cima Coppi con i suoi 2.758 metri.
La Culmine di San Pietro, come nel 2009
Ma torniamo alla tappa bergamasca. Proveniente dalla Brianza, la corsa entrerà nella nostra provincia attraversando l'Adda a Brivio, dopodiché si inerpicherà fino a Valcava, ripetendo lo stesso tratto del Giro di Lombardia dell'altro ieri. Dopo la discea su Almenno, si risalirà il Berbenno, discesa a Brembilla e risalita Brembilla, Gerosa e Forcella di Bura, per poi puntare su Vedeseta e, da lì, alla Culmine di San Pietro. Sarà affrontato in salita, dunque, il versante bergamasco che nel Giro 2009 venne percorso in discesa e fu teatro della drammatica caduta dello spagnolo Horrillo, per puro caso non trasformatasi in tragedia. Varcato il confine di provincia nei pressi della Culmine, la tappa scenderà in Valsassina e andrà a concludersi ai 1.278 metri del Pian dei Resinelli, sopra Ballabio, ai piedi della Grignetta. Una tappa tuttaltro che banale, insomma. E il fatto che si disputerà di domenica ne accrescerà a dismisura l'attesa e l'afflusso di appassionati.
Meno salita e trasferimenti
Quanto al Giro nel suo complesso, sembra che gli addetti ai lavori si siano messi d'accordo nel definirlo equilibrato. A noi sembra solo un po' meno duro degli ultimi disegnati da Zomegnan, sia per il dislivello totale, sia soprattutto per i trasferimenti, scesi del 30% nonostante la partenza dalla Danimarca, foriera di palate di euro nelle casse della Rcs. Equilibrato però no, se per equilibrio si intende una armonica distribuzione delle difficoltà. Sotto questo aspetto ci pare invece che non ci si sia discostati granché dalla strategia della passata edizione, con tutte le salite piazzate nell'ultima settimana, dopo le prime due abbastanza filanti e lineari. C'è qualche opportunità di più per i velocisti, questo sì, ma il Giro lo vincerà comunque uno scalatore, perché tre tappe delle quattro che precedono la cronometro finale nel cuore di Milano - Cortina d'Ampezzo, Pampeago, Passo Stelvio - sono infarcite di montagne che fanno venire il mal di gambe al solo guardare le altimetrie.