ma scusate...
cosa si intende per turismo di massa?
Se mi dite che è quello fatto di code chilometriche, orde di turisti che prendono d'assalto alberghi e ristoranti, posti letti esauriti anche nel garage del Gino, folle sui prati tanto da non poter trovare un angolo per prendere il sole, stile Rimini anni 80, allora credo che qui saremmo tutti daccordo con Orobikus...
Ma ditemi avete mai visto un posto in montagan così? Se mi parlate di spiagge si e località marine si.
Turismo intelligente? Beh non è ci sia da fare moltissomo, basterebbe qualche iniziativa mirata sia a promuovere che a tutelare il patrimonio naturale, le tradizioni, i prodotti, l'architettura, i paesaggi, valorizzare quello che c'è (impianti da sci, rifugi, sentieri), diffondere il rispetto per l'ambiente, incentivare l'affitto settimanale delle case vuote, concedere permessi per costruire solo alberghi.
turismo di massa in montagna, certo che può esserci.
canazei in inverno ne è una buona dimostrazione, da alcuni amici trentini viene definita la gardaland delle nevi
se l'aria di cortina è più inquinata di quella di milano, un motivo ci sarà.
più vicino, mai fatto un giro a monte campione? vedere per credere e lì non sono seconde case, si tratta di alberghi.
gli errori e gli obbrobri si possono fare dappertutto, saperlo e conoscere i precedenti può aiutare a evitarli.
kenny ha scritto:canazei e cortina sono degli orrori tali che non mi dispiacerebbe proprio..............viverci!!!
Questo è un esempio di come la località turistica viene percepita e desiderata diversamente. Ci sono turisti che cercano la vita e quelli che cercano la tranquillità.
Ad ogni modo senza andare lontano, anche Selvino nei periodi di punta è impraticabile, ma cosa si vuole, la "moglie ubriaca e la botte piena"?
Sta alla valle Brembana cercare di darsi una connotazione ma... la vedo molto dura sulla capacità collaborativa.
popi ha scritto:Da quel che leggo vorremmo trovare in Valle: Poche case e molti servizi, ma per fa vivere i servizi ci vogliono i turisti, poi però troppi turisti danno fastidio perchè tolgono pace ai residenti e agli stessi turisti, i residenti vorrebbero gestire i servizi ma non permettere ad altri (e questo succede in valle e/o è successo tempo fa) di gestire questi ultimi. Poi vorremmo piste ben innevate e ben servite, ma senza rovinare l'ambiente, e se possibile che costino poco.
Credo che qualcuno debba "mollare" la presa e tutti pretendere qualcosa in meno altrimenti otterremo solo esercizi chiusi e case vuote per 9/10 mesi l'anno....
Straquoto tutto l'intervento di Bremboski. Penso che la Valle Brembana debba essere innanzitutto scoperta dal turista, quel determinato turista. Poi è difficile che non se ne innamori...ricordiamo le categorie che amano già ora la valle, e puntiamo su quelli! Innanzitutto ai numerosissimi escursionisti, ma anche i ciclisti ad esempio, che frequentano le nostri valli laterali attirati dal poco traffico..credo che quel tipo di turismo possa essere ancora più agevolato (e già la pista ciclabile fino a Piazza è un'ottima cosa!). Il turismo c'è, e come dice Bremboski fortunatamente non è quello di Cortina! Ragazzi...ma pochi si ricordano che le Valli Svizzere appaiono molto diverse ma sotto sotto hanno lo stesso identico tipo di natura nostra (vegetazione, anche fauna), e la Val Brembana come dice l'ottimo Bremboski non è stata ancora cementificata (soprattutto sopra Lenna) come altre valli. Quindi puntiamo su un turismo basato sul bello, sull'armonia tra uomo e natura, sulla cura del nostro paesaggio naturale! Cerchiamo di Far diventare la Valle una piccola Svizzera Italiana!
bremboski ha scritto: Quest'ultimo intervento sintetizza in modo chiaro le duplice visione e le duplici aspettative di chi vorrebbe e non vorrebbe...E ha ragione Popi. Eppure esistono anche da noi esempi luminosi di "turismo sostenibile": ...
Questo intervento, da parte di un addetto ai lavori, fa capire che forse ora ci sono le persone intelligenti giuste al posto giusto e lascia ben sperare per uno sviluppo ragionato/accettabile/sostenibile del turismo in valle.
Mi permetto una piccola "annotazione" (ma credo che sicuramente ci avranno pensato): impostare il richiamo turistico su una certa moltitudine di "nicchie" di interesse, richiede comunque un'infrastruttura di "intrattenimento" anche per i naturali accompagnatori (il biker viene in vacanza con la famiglia, l'alpinista viene in vacanza con la famiglia, il "rafter" viene in vacanza con la famiglia, il pescatore viene in vacanza con la famiglia, ecc. ).
Il low cost spinge anche le seconde case nelle Valli Bergamasche.
Nelle valli e sui laghi arrivano acquirenti inglesi e russi.
Il valore delle abitazioni è cresciuto del 25%
Di fronte all'effetto Orio e all'avanzata inesorabile degli alberghi in provincia (quasi una ventina le nuove iniziative entro il 2008), l'altro indice della ricettività da sempre forte nella Bergamasca, quello delle seconde case, fa segnalare anch'esso segnali di ripresa rispetto alla stagnazione di qualche anno fa. Intendiamoci: non ovunque si registrano grandi incrementi, ma il trend complessivo in crescita è un sintomo importante.
Le abitazioni utilizzate per i weekend e le vacanze, un tempo quasi esclusivamente ad appannaggio del turista milanese (oggi la domanda è molto più variegata) rappresentano infatti il termometro di un possibile rilancio dell'offerta turistica nelle valli e sui laghi, visto che il proliferare di nuovi alberghi sta diventando un fenomeno quasi esclusivo dei centri di pianura, che dislocandosi attorno all'aeroporto di Orio al Serio, intendono sfruttare le potenzialità ancora inespresse dei voli low cost. La nuova fase di crescita, secondo uno studio dell'Appe-Confedilizia di Bergamo, evidenzia incrementi fino al 38 per cento del valore degli immobili, mentre sul fronte delle presenze è possibile affermare che è stata ormai abbondantemente superata la soglia delle 60 mila seconde case nella Bergamasca, con un incremento che si avvicina al 10 per cento rispetto alle 53 mila unità dell'ultima indagine Irer (Istituto regionale di ricerca della Lombardia) del 1999.
SITUAZIONE VIVACE Secondo i dati Appe, incrociati con quelli di Paola Pedrali, agente immobiliare di Piazza Brembana ed esperta di tutto il mercato turistico bergamasco, la situazione di mercato è ancora molto vivace nel settore della compravendita. Negli ultimi cinque anni sono aumentati sia i valori al metro quadro, sia il numero di transazioni effettuate.
DIFFERENZA RIDOTTA Secondo gli esperti la "storica" differenza tra le due valli Brembana e Seriana va sempre più riducendosi, in virtù della maggiore competitività dimostrata recentemente dalla Valle Brembana.
VALTORTA SUPERSTAR Negli incrementi di valore e nell'aumento della richiesta - spiega l'operatrice Paola Pedrali - la parte del leone la fa una zona fino a pochi anni fa non gettonatissima: quella di Valtorta e dei Piani di Bobbio (+38 per cento del valore negli ultimi 5 anni) dove si raggiungono anche i 2.000 euro per metro quadrato. Seguono Mezzoldo (+32 per cento) e Santa Brigida (+29 per cento) sempre in Valle Brembana, mentre sul fronte seriano gli incrementi a Valbondione (+35 per cento), Gromo e Schilpario (+32 per cento per entrambi), superano anche Castione della Presolana (+28 per cento). In assoluto comunque, la località con i prezzi più «salati» resta Dorga, che arriva anche ai 3.000 euro al metro quadrato.
USATO SICURO Secondo gli operatori immobiliari è quasi sparito dal mercato l'appartamento di media qualità non nuovo, per cui l'offerta si divide molto nettamente tra il nuovo e il recentissimo di buona qualità e l'usato "molto economico". Per quanto riguarda le tipologie più richieste la parte del leone la fanno i bilocali a piano terra (soprattutto se hanno giardino) e le case isolate (tipo villino-baita), ristrutturati integralmente.
MILANESI E NON Gli acquirenti di seconde case - spiega il direttore di Appe - Confedilizia Antonello Pagani - sono soprattutto lombardi e la tradizione della forte presenza dei milanesi viene confermata (sempre più consistente quella in Val Brembana); grazie anche all'aeroporto di Orio con la sua notevole performance negli ultimi anni e alle migliorate strutture turistiche in particolare delle piste da sci. Continua ad essere significativa la presenza anche di bresciani e cremonesi (soprattutto in valle Seriana) mentre cresce la presenza di pavesi e varesini.
INGLESI E RUSSI È ormai consistente - spiega Pagani - la presenza di stranieri, non solo i giornalieri del "mordi e fuggi" ma anche quelli che tendono a radicarsi nel territorio per le vacanze: primi tra tutti gli inglesi che prediligono quasi unicamente la Valle Brembana. Continua a crescere anche la presenza di cittadini dell'Est Europeo sia nell'Alta Valle Seriana e sia in Valle Imagna. Tornano a crescere anche i francesi, in gran parte figli o nipoti di emigranti ai tempi della guerra.
PREZZI IN SALITA Secondo Gianfederico Belotti, presidente del Centro immobiliare europeo, «è facile prevedere che il rinnovato interesse di milanesi e di stranieri soprattutto per una Valle Brembana, vista il grande incremento di servizi futuro, spingerà ancora più in alto i prezzi. Per Belotti: anche il lago potrà avere ulteriori margini di crescita e non solo sul fronte dell'Iseo, ma con una rivalutazione del lago d'Endine, dove molti insegnanti e artigiani milanesi in pensione investono la loro liquidazione in piccoli immobili.
SERVIZI VINCENTI È chiaro - spiega ancora Paola Pedrali, che è anche consigliere Fiaip della provincia di Bergamo con delega al turismo - che più una località è dotata di "asset" più attira turismo. Penso all'enogastronomia, all'arte, alla natura, ma anche a strutture sportive o del tempo libero alternative allo sci come la piscina, tennis, pista ciclabile, discoteca e bar di tendenza.
Bella notizia! però speriamo non ci siano speculazioni...si dovrebbero incentivare gli acquirenti a comprare vecchie baite da ristrutturare. O ancora meglio, lancio una provocazione: perché le ditte edili invece di fare nuove case non si fanno carico di ristrutturare le vecchie baite (magari con la "spinta" dei comuni lungimiranti)?
andrea.brembilla ha scritto:lancio una provocazione: perché le ditte edili invece di fare nuove case non si fanno carico di ristrutturare le vecchie baite (magari con la "spinta" dei comuni lungimiranti)?
Perche' le vecchie baite rimaste disponibili in alta valle, la maggior parte, non sono raggiunte dalla strada, con costi di trasporto materiale che lievitano.... e difficilmente vendibili...