Maschere o burattini ? Un confine labile nel teatro della vita o di una vita teatrale?
Ultima modifica di elio.biava il giovedì 7 febbraio 2013, 21:21, modificato 1 volta in totale.
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
ma lui si è fatto un baffo di tutti i governanti e di chi lo voleva usare !
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Anche il nostro Filippo amava le maschere…qui nella fase pittorica iconoclastica, onirica, come fosse un "neomedioevalismo". Ominidi ispirati ai viaggi sudamericani, precursori dei più conosciuti naif o vissuti struggenti della sua terra.
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e qualcuno ha svicolato ai dettami del clero prolungando il Carnevale
Ultima modifica di elio.biava il giovedì 7 febbraio 2013, 21:42, modificato 1 volta in totale.
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(questa tavola è OT, ma… mi piaceva, è un saluto ai pedemontani)
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
nota: Questo libro degli anni ’70 che ho utilizzato, veniva venduto porta a porta al prezzo di 10.000 lire come autofinanziamento della nascente struttura de Il Conventino.
un saluto anche al mio "pusher" dalla libreria piena!!
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Molto significative le maschere bergamasche.
In particolare il gioppino.
Pittoresca figura, la tradizione lo vuole figlio di Bortolo Söcalonga e Maria Scatoléra di Zanica.
Quindi ha una famiglia dove è nato e una moglie la Margi e un figlio Bortolì.
Due fratelli: Ol Pissa 'n Braga e ol Giacomì .
Faccione rubicondo, vestito di verde oliva e di rosso , porta sempre un bastone che a volte lo usa per far sentire le sue ragioni.
La Margì, la moglie, ha ben quattro gozzi come una collana ed è rappresentata nelle carte bergamasche con il quater de spade.
La Maria Scatolera, la mamma , anch'essa con i suoi gozzi, due, figura picaresca del teatro bergamasco popolare rappresenta la popolana piena di brio e di arguzie.
Il gozzo, per inciso, doveva essere molto comune nelle nostra campagne se tutta la famiglia del gioppino fino alla nonna lo avevano.
Dovuto a una disfunzione tiroidea per mancanza di iodio caratterizzava i contadini della bassa bergamasca e bresciana.
Un pò meno comune da noi , tra le nostre montagne, veniva considerato quasi come un ornamento.
Sentite cosa scrive un poeta :
E me so Giopì de Sanga
con tre patate en banda
e töc i me domanda
de che paes so me
E me ghe do risposta
con voce sopraffina
se g'o la patatina
l'è töta roba mè »
(Elbaginelli, Ghidoli, Bergamo e il suo territorio, 1977)