di Giandomenico Offredi e Alessio Rota, tratto dai Quaderni Brembani 16
Avolte le incontriamo per strada e non riconosciamo in loro la benché minima particolarità, ma a nostra insaputa (colpevole insaputa) a volte ci troviamo a vivere accanto a persone che nella loro vita hanno fatto, pensato, e intrapreso avventure straordinarie. La nostra Valle fortunatamente è abbastanza ricca di queste vicende. Oggi raccontiamo una parte della vita straordinaria di Alessandro Pesenti Rossi, il primo pilota bergamasco di Formula 1. Per fare ciò decidiamo di incontrarlo in una mattinata di tarda estate. Corre l’anno 1967, siamo all’Autodromo Nazionale di Monza, dove si disputa la gara del Gran Premio d’Italia di Formula Uno.

Tra i numerosi spettatori c’è pure un giovanotto di 25 anni di Gerosa, sognante nel vedere quei piloti, ma ancora inconsapevole che un giorno sarà lui a bordo di quelle auto. Il suo nome è Alessandro Pesenti Rossi. Nato a Gerosa nel 1942, trascorre la sua infanzia nel piccolo paese montano, aiutando il padre macellaio, ma già da bambino inizia ad appassionarsi alle corse di automobilismo. A 26 anni decide di provare a realizzare il suo sogno, così nel 1968 si iscrive a una gara di cronoscalata (una delle tante discipline del rally, comunemente chiamate “gare in salita”) in Val Seriana, dove ottiene un ottimo quarto posto, a bordo della sua Alfa Romeo GT, acquistata da un noto preparatore della zona. Quella gara segnerà l’inizio della carriera del nostro pilota. Da lì in poi parteciperà a una lunga serie di gare in salita, alcune molto famose come la “Trento-Bondone”, la “Aosta-Pila” o la storica “Bolzano-Mendola”. Anche in questi eventi sportivi ottiene ottimi risultati, posizionandosi quasi sempre in alto nelle classifiche. Queste gare gli permettono anche di provare diverse auto, tra le quali la Alfa Romeo Giulia GTA (Gran Turismo Alleggerita, una versione con telaio in alluminio). Nonostante i numerosi successi, Alessandro si stanca presto di questi eventi che reputa troppo brevi. Sintetizza così: “I tracciati erano lunghi soltanto una quindicina di chilometri, massimo venti. Non facevo a tempo a scaldarmi che avevo già tagliato il traguardo!”. Di lì a breve organizzò le sue prime prove su circuito per prepararsi a competizioni più lunghe. Nel 1970 iniziò la carriera in Formula Ford (un campionato monomarca), con buoni risultati, qualificandosi quarto assoluto nel campionato. Il 18 aprile 1971 avanza in Formula 3, a bordo della sua “Brabham BT 28” dove nel campionato italiano si classifica secondo assoluto. Dopo svariate gare disputate in Formula 3 (ben 67!) nel 1974 debutta in Formula 2 nel GP di Germania, nel circuito di Hockenheim, uno dei suoi circuiti preferiti a causa dei lunghi rettilinei che permettono di raggiungere alte velocità. Si classifica in sesta posizione, a bordo della sua nuova “March 742”. In quel periodo ebbe anche la prova della pericolosità e dei grossi rischi che comportavano le gare. Un esempio: durante il GP di Monaco, venne tamponato e, per colpa delle pastiglie nuove, i freni non furono efficaci, mandandolo a sbattere fuori pista. Un piccolo infortunio ma dopo un breve ricovero poté ritornare a correre. Durante gli stessi anni, raccoglie anche esperienze partecipando ad altre gare, ad esempio nel 1974 quando prende parte alla 58esima edizione della “Targa Florio”, una delle più antiche e prestigiose corse automobilistiche italiane. Questa gara consiste in un tracciato circolare su strada appositamente chiuso al traffico, lungo 72 km, da percorrere per ben 4 volte. A bordo della sua “De Tomaso Pantera” arancione con il numero 31, a suo dire una macchina molto impegnativa il cui volante gli causa persino fiacche alle mani, ottiene il 13° posto nella classifica assoluta, insieme al compagno di scuderia Alval Valtellina. Disputa anche diverse gare di Gran Turismo, dove partecipa alla “4 Ore di Monza” a bordo di una sportiva Ford Escort, ottenendo il 4° posto. Disputerà poi anche qualche gara a bordo di una Fiat X1/9. Nel 1975, in Formula 2, nel circuito del Mugello si aggiudica il record della pista, con un giro di 1’48’’ e una media oraria di 174.188 km/h, qualificandosi 2°. È da lì che inizia la grande svolta...
