Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
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Orso, spesi 531.000 euro in consulenze

Messaggio da IW2LBR »

ecco dove sta il business:

Orso, spesi 531.000 euro in consulenze

(ANSA) - TRENTO, 16 NOV - Le consulenze per il progetto 'Life Ursus', affidate dal Parco Adamello Brenta a tecnici faunistici, veterinari, guardaparco, guardie forestali, sono costate 531.489 euro. E' invece di 66.000 euro la polizza assicurativa pagata nel 2011 dalla Provincia autonoma di Trento per possibili danni arrecati dai plantigradi alle persone. I dati emergono dalle risposte che il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha dato a un'interrogazione presentata dal consigliere Giorgio Leonardi.
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Orsi trentini, una bella mangiatoia di 561 mila €

Messaggio da IW2LBR »

tratto da Ruralpini di Michele Corti
Orsi trentini. Una bella mangiatoia di 561mila € di consulenze hjkhk

Rispondendo ad una interrogazione presentata dal consigliere Giorgio Leonardi il presidente della provincia autonoma di Trento ha chiarito che le consulenze per il progetto 'Life Ursus', affidate dal Parco Adamello Brenta a tecnici faunistici, veterinari, guardaparco, guardie forestali, sono costate 531.489 euro. Non è difficile capire perché dentro questa casta "ursofila" ci sia un così forte attaccamento al loro beniamino, una vera vacca da mungere. Mentre i pastori, gli apicoltori, gli abitanti delle zone più frequentate dai plantigradi subiscono danni di varia natura (economici ma anche grandi spaventi) lor signori con l'orso si riempiono le tasche. Capiamo anche l'astio di questa gente contro i sudditi che osano protestare contro l'invadenza degli orsi e l'assenza di una vera risposta delle istituzioni al problema di una convivenza impossibile causata dal venir meno di ogni paura nei confronti dell'uomo di queste bestie che scorazzano a loro piacimento.
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passovalcava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da passovalcava »

elio.biava ha scritto:ma allora non l'hai ancora capita che gli svizzeri hanno già provato a spostarlo!!... (solo che lui torna a_11) si in trentino!... però nel cortile di chi ha messo in piedi questo progetto scellerato. Io firmerei solo per avere la certezza che altri progetti simili non passino sopra le teste della gente a loro insaputa.
che io sappia non hanno mai tentato di spostarlo!!!
ai trafoi è andato e tornato con le sue gambe
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elio.biava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da elio.biava »

passovalcava ha scritto:che io sappia non hanno mai tentato di spostarlo!!! ai trafoi è andato e tornato con le sue gambe
Noto che sei ben informato del "fatto"! a_39 a_39
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Graziato l’orso emigrato in Svizzera. Ma c’è l’ultimatum

Messaggio da IW2LBR »

dal quitidiano Il Trentino

Graziato l’orso emigrato in Svizzera. Ma c’è l’ultimatum

TRENTO. Salvo ma soltanto per il momento. Sono ore difficili per l’orso M13 - inserito nel progetto trentino Life Ursus - che ha lasciato l’Italia per scollinare in Svizzera dove sta creando più di un problema in Val Poschiavo visto che continuano le sue incursioni, anche vicino alle case, a caccia di cibo. E proprio l’altro ieri l'ispettore di caccia Reinhard Schnidrig, che guida la commissione di esperti, ha deciso di dare al plantigrado una sorta di “ultimatum”: non sarà abbattuto perché non ci sono ancora i presupposti, ma alla prossima scorribanda le cose potrebbero mettersi male per lui. La decisione è arrivata dopo un’accesa riunione che ha visto sedersi al tavolo gli esperti del ministero regionale grigionese dell’ambiente, della caccia e della pesca, in accordo con e autorità comunali della Val Poschiavo. La sorte del plantigrado resta appesa a un filo, possiamo dire però che almeno per ora gli amici di M13 possono tirare in sospiro di sollievo.

L’orso che da mesi scorrazza nella Val Poschiavo, ha causato infatti parecchi danni e si è dato ad un innumerevole numero di razzie ma continua a suscitare anche molta curiosità e in qualcuno anche un certo affetto. Le sue scorribande sono sempre più vicine ai centri abitati e la gente comincia a nutrire anche qualche timore che possa succedere qualcosa di grave. L'orso trentino M13, già noto alle cronache, ultimamente si è infatti cimentato anche come “topo d'appartamento”. In Val Poschiavo il plantigrado è entrato in una cascina, abitata solo nel fine settimana, e ha fatto razzia di patate, causando anche un grande disordine. Intanto è partita anche una mobilitazione sul web: sulla pagina Facebook ''Emme Tredici'' gli amici dell'orso hanno lanciato una petizione, sottoscritta già da 750 persone in meno di 24 ore.

“Con questa raccolta firme - recita il testo dell’appello - salviamo la vita all'orso M13 e lottiamo per modificare il concetto di gestione dell'orso bruno in Svizzera il quale è troppo rigido e che come soluzione ad un eventuale problema contempla solo l'abbattimento dell'orso”. Le pagina Facebook Emme Tredici e OrsoM13, che assieme superano i 4.000 amici, difendono il plantigrado a spada tratta. «Per me potrebbe essere troppo tardi, e io che immaginavo di diventare la perla della Valposchiavo» lamenta rassegnato l’orso in un post.
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L’orso va in letargo, “caccia” sospesa

Messaggio da IW2LBR »

da Il Messaggero Veneto

L’orso va in letargo, “caccia” sospesa
Da giorni le fototrappole delle Dolomiti friulane non ne registrano più la presenza. Forestale e università riprenderanno le ricerche in primavera

MANIAGO. La cattura dell’orso del parco delle Dolomiti friulane è stata rimandata in primavera. Ad annunciare lo stop alle operazioni, che avevano lo scopo di intrappolare momentaneamente il plantigrado a fini scientifici, sono la forestale di Barcis e Stefano Filacorda, ricercatore del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’università di Udine, al lavoro dal 25 ottobre. «Non ci sono le condizioni ideali per effettuare la cattura, in quanto la presenza dell’orso non è costante nell’area in cui sono state collocate le fototrappole – spiega Filacorda –. La continuità è una delle condizioni base per intrappolare il plantigrado. Inoltre, si sta approssimando il letargo, di qui la necessità del posticipo in primavera». Il fatto che le fotrappole da giorni non registrino più la presenza dell’orso fa ipotizzare che l’esemplare di maschio adulto, che domina i monti dal Fara allo Jouf, possa essersi già messo al riparo per svernare, sebbene il periodo del letargo nell’entroterra friulano corrisponda all’inizio di dicembre.

Per rifugiarsi, come spiegano gli esperti universitari, il plantigrado sfrutta non soltanto cavità naturali rocciose asciutte e con entrate strette, dal diametro di circa 50-80 centimetri, e camera interna comoda ed esposta a sud o sud-est, per ridurre la dispersione termica, ma anche cavità del terreno e buche sotto le radici di alberi caduti. In questa fase di sonno profondo, l’orso per 3-5 mesi, secondo le condizioni ambientali, riduce a zero o quasi le normali attività e la sua sopravvivenza è garantita dal grasso accumulato nel periodo di iperfagia precedente, quando è solito assumere 15 chili tra carne e vegetali al giorno. In condizioni climatiche miti o in caso di disturbo, l’orso può lasciare temporaneamente il rifugio invernale e nelle giornate calde di metà inverno può uscire per bere e alimentarsi, e tornare poi a dormire sino all’arrivo della bella stagione. Quanto agli esemplari femmina, di cui ad agosto a Tramonti di Sopra è stata rilevata la presenza con due cuccioli, durante il letargo, se gravidi, partoriscono. Al risveglio i plantigradi mangiano prima muschio per purgarsi e poi carogne e foraggi primaverili ricchi di proteine, per reintegrare le riserve perse nella stagione fredda. Secondo le stime degli esperti, gli esemplari che popolano la regione sono otto, di cui due si aggirano nel Maniaghese. Gli avvistamenti certi in quest’area sono tre: il primo a luglio in Val Settimana, il secondo a inizio ottobre in val di Gere, entrambi a Claut, l’ultimo, il 22 ottobre, sul monte Fara, ad Andreis. Nei primi due casi, si è trattato dello stesso esemplare.
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Subiot
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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Dal sito "Bihunter.it" martedì 20 novembre 2012

Patom, coinvolti i cacciatori nella tutela dell'orso

I cacciatori collaboreranno attivamente nelle azioni di monitoraggio per la protezione dell'orso marsicano sui Monti Ernici, al confine con il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Lo ha deciso un accordo fra ATC FR1 e i ricercatori della "Rete regionale per il monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie protette”, impegnato nella salvaguardia dell'orso marsicano in attuazione degli accordi del Patom (Piano d'azione nazionale per la tutela dell'Orso bruno marsicano) promosso dal Ministero dell'Ambiente. I cacciatori avranno il compito di monitorare le aree di caccia al cinghiale alla ricerca di segni di presenza dell'orso prima delle battute di caccia. Il che servirà a fornire le indicazioni necessarie al tavolo tecnico che cercherà di trovare nuove metodiche di caccia compatibili nelle zone critiche per la presenza dell'orso.

"Il risultato raggiunto nella riunione del 16 novembre - dichiara il dott. Russo,responsabile per il PATOM, sul sito Parks.it -, rappresenta un importante passo in avanti per la tutela dell'Orso marsicano nelle aree esterne ai Parchi. Infatti soltanto grazie ad una gestione compatibile delle aree contigue e delle aree di connessione fra i parchi si potrà garantire la sopravvivenza dell'Orso. Con il Presidente dell'ATC Vivoli siamo convinti che questo rappresenta il primo passo di una collaborazione che potrà portare importanti benefici alla conservazione e valorizzazione dei territori montani dove i cacciatori possono svolgere un'azione di rilievo per la conoscenze e la gestione del patrimonio faunistico nello spirito della legge 157/92."
GIU' LE MANI DALL'ORSO..
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AIW: tabelle per salvare l'orso affamato!?

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da News Natura

AIW: tabelle per salvare l'orso affamato!?

Fare è meglio che non fare, ma fare cose inutili è come non fare. Questa volta non è il Parco d’Abruzzo ad aver avuto la geniale idea, ma i soliti ambientalisti anticaccia che già appartengono a varie altre sigle (le solite persone di sempre che cambiando casacca) che però, tanto per distinguersi e creare un po’ di confusione, hanno pensato bene di creare l’ennesima inutile associazione in difesa dell’Orso bruno: di questo passo avremo presto più associazioni in difesa dell’Orso marsicano che orsi marsicani! Ma tant’è. Siamo in un Paese libero. La notizia merita attenzione perché a fronte delle tante proposte per aiutare l’Orso marsicano a sopravvivere, se ne sono inventata una nuova (mai che siano adottate quelle che da quarant’anni si vanno proponendo: troppo facile, forse troppo risolutive: gli si romperebbe il giocattolo!). E allora, anziché seminare terreni con il volontariato o almeno facendo campagna raccolta fondi a questo fine, si sono inventati una campagna di raccolta fondi per far realizzare e predisporre cartelli segnaletici stradali per l’uomo e, qui sta il ridicolo, per gli orsi!

Ovvero, si stanno cercando almeno (almeno!) 12.000 euro per realizzare cartelli che segnalino, agli automobilisti che percorrono la Strada Regionale 83 tra Gioia dei Marsi ed il valico di Gioia Vecchio, la necessità di procedere a soli 50 all’ora (per la verità sono ben pochi i tratti di strada dove tale velocità si possa superare!) e di stare attenti agli orsi; e fin qui tutto bene. Il problema sono i cosiddetti “dissuasori per gli orsi”, alimentati con pannelli solari e, quindi, si presuppone, anche notturni, quindi con un evidente danno paesaggistico ed ennesima intrusione dell’uomo nel mondo selvaggio dell’Orso (dopo quella dei radiocollari: mai serviti ad impedire l’uccisione di un orso!).

Certamente i giornali parleranno molto di quest’iniziativa, se non altro per il fatto che sia una novità, ma è certo che all’orso “non glie ne può fregà de meno” come direbbero a Roma. “Gli spostamenti tra vallate attigue” da parte degli orsi, come scrivono i proponenti, non avvengono per diletto, ma perché gli orsi si aggirano più del necessario alla ricerca di cibo, quel cibo che proprio in quella zona nord del Parco trovano solo più nella valle di Bisegna (dove lì almeno un’altra associazione di “amici” dell’orso pensa a seminare qualche capo di mais), o... nella piana del Fucino!

Il progetto prevede l’installazione di “dissuasori ottici e sonori” per gli orsi al fine di “mitigare i rischi legati al traffico stradale nelle aree di maggiore frequentazione dell’orso”; dissuasori luminosi e bande sonore da dislocare ogni 4 Km, nei due sensi di marcia, con l’effige dell’orso (per la gioia dei turisti, che certamente ne faranno oggetto di foto souvenir!). E poi la solita, ennesima, campagna di informazione al pubblico: neanche se gli automobilisti fossero lieti di investire gli orsi e quindi vi fosse necessità di educarli a non farlo! Sai le risate tra gli abitanti dei paesi del Parco, quali maggiori utenti di quella strada!

Un progetto che ha alla base più un desiderio che una realtà, ovvero che gli orsi morti per investimento da automobili siano state decine (“causa di morte per più di un orso” scrivono gli ideatori), sebbene, da quando esiste il Parco, di orsi morti per tale motivo se ne segnala con certezza uno solo (ed uno dubbio, quello citato dai geniali ideatori dei “dissuasori per orsi”, ma mai provato con certezza dalle autorità)! Chissà come mai non abbiano anche pensato di chiedere il blocco della linea ferroviaria Castel di Sangro-Alfedena, dove anche anni fa fu investito un orso! Comprendiamo il fastidio del Parco d’Abruzzo, costretto, per dovere, ad occuparsi di tutte le più strane proposte di intervento che gli giungono dai ricercatori, dagli ambientalisti accreditati, da quelli non accreditati ma presenti sul territorio, dalle sigle ambientaliste nazionali, a quelle locali, dalle varie autorità, dai portatori di interessi locali, e chi ne ha più ne metta: districarsi in questo maremagnum di proposte per capire quali siano quelle veramente sensate ed utili e quelle demagogiche, utili solo a chi le propone, quando non inutili e magari anche ridicole sta divenendo un problema più grande che non quello di salvare l’orso!

La nuova alzata d’ingegno dei “dissuasori” è una cosa inutile, l’ennesima, ma se non altro questa volta non se la prendono con i cacciatori. L’importante è inventarsi qualcosa per rendersi visibili e, magari, sostituirsi alle autorità! Intanto l’orso continua ad aggirarsi superando strade, vallate e montagne alla ricerca dell’unica cosa che l’uomo non gli procura e che, anzi, sempre più gli sottrae: campi coltivati e greggi di pecore, luoghi quieti in cui vivere senza il fastidio dei “visitatori” (che non poche volte sono gli stessi delle suddette “alzate d’ingegno”).

E questo sarebbe “il primo progetto concreto” della nuova associazione: concretezza per l’orso è seminare terreni, non installare cartelli! Ma seminare terreni, favorire la pastorizia ovina e controllare il turismo è troppo facile. Troppo semplice, poco divertente per chi deve operare o poco scientifico e, soprattutto, andrebbe troppo nella direzione di chi da oltre 40 anni queste cose le va sostenendo! E allora bisogna inventarsi altre iniziative e, in mancanza di meglio, ecco quella dei cartelli dissuasori (quando è noto come gli stessi uccelli non abbiano più paura degli spaventapasseri non appena l’esperienza fa loro capire che si tratta di cose inanimate). Se mai gli orsi gli passeranno a fianco – perché l’orso può attraversare le strade in ogni punto e non solo dove saranno posizionati i dissuasori – faranno presto a capire che non sono un pericolo né una minaccia: gli orsi scendono ormai nelle piazze dei paesi e secondo questi “geni” si dovrebbero spaventare di cartelli dissuasori!?

Povero Orso bruno marsicano, di questo passo per sopravvivere finirà per essere costretto ad imparare a leggere: magari poi gli si potranno dare istruzioni sul dove andare ancora a trovare qualche campo di mais o qualche pecora.

Murialdo, 18 Novembre 2012 IL SEGRETARIO GENERALE F.to Franco Zunino
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L'orso M13 è andato in letargo

Messaggio da passovalcava »

L'orso M13 è andato in letargo

L'orso M13 è andato in letargo, dopo aver seminato negli ultimi tempi lo scompiglio nella Valposchiavo. Lo ha indicato oggi all'ats l'ispettore grigionese della caccia Georg Brosi, precisando che nelle ultime settimane il raggio di azione del plantigrado si è costantemente ridotto. Da alcuni giorni il trasmettitore fissato al collo dell'animale tace, segno evidente dell'inizio del letargo. Brosi non ha voluto precisare in quale zona della Valposchiavo dorma l'orso, per garantirne la tranquillità e una certa protezione: si è limitato ad affermare che l'animale, che nel frattempo pesa circa 150 kg, si trova in una zona dove la coltre di neve ha superato il mezzo metro. A metà novembre M13 aveva destato preoccupazione in Valposchiavo: si era infatti introdotto due volte nel ripostiglio di un'abitazione in località Monte Ross, ai piedi del Sassalb, la vetta che domina Poschiavo. Per questo motivo le autorità avevano deciso di tenerlo d'occhio e, qualora fosse diventato troppo problematico, di autorizzarne l'abbattimento. In precedenza, in ottobre, aveva gettato lo scompiglio in Valle: all'alba si era avvicinato alle scuole di Santa Maria di Poschiavo e, dopo aver scavalcato la recinzione, aveva divelto una delle arnie utilizzate a scopi didattici dall'istituto.
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