da L'Eco di Bergamo di Giovanni Ghisalberti
Orso in Valle Taleggio Incontro ravvicinato e un agnello sbranato
A un anno dalle ultime segnalazioni (era il maggio 2012), l’orso ha fatto ritorno sulle Orobie bergamasche. Ieri all’alba, verso le 5,30-6, è stato avvistato a pochi metri di distanza da un giovane allevatore di Reggetto di Vedeseta, in Val Taleggio. E, sempre a Vedeseta, in frazione Lavina, presumibilmente lo stesso plantigrado ieri mattina ha sbranato un agnello di pochi mesi. Sul posto la polizia provinciale e un veterinario che, a quanto pare, avrebbero accertato con pochi dubbi il ritorno dell’orso in terra bergamasca. Ieri, dunque, la Valle Taleggio s’è risvegliata, per la prima volta almeno da anni, con la certezza di essere visitata dal grosso predatore. L’incontro all’alba alla stalla L’incontro ravvicinato è accaduto a un giovane allevatore di bovini di Reggetto, Marco Locatelli, 24 anni, nipote di Guglielmo, storico casaro valtaleggino, noto per aver rilanciato lo Strachitunt.
«Era l’alba, saranno state le sei – dice Marco – quando, a piedi, stavo raggiungendo la stalla da casa, distante poche centinaia di metri. Mi avevano già preceduto papà e zii, ma loro, forse perché in auto, non s’erano accorti di nulla. Io, invece, l’ho notato bene, a pochi metri di distanza. Era bello grosso, marrone. Quando però l’ho incontrato, stava già fuggendo a valle, nel bosco, forse perché m’aveva visto». A Marco è così venuto in mente quanto gli aveva raccontato la sera prima nonno Guglielmo: «Eravamo alla stalla, fuori i nostri cani abbaiavano – ricorda –. Mio nonno ha notato nel bosco un grosso animale, pensava fosse un cane e non ci ha più fatto caso». Molto probabilmente, invece, lo stesso orso che poi ha rifatto visita a Reggetto la mattina dopo e le cui orme sono state notate nella terra. E ora la famiglia di allevatori Locatelli teme la sua presenza. «Abbiamo diversi vitelli fuori dalla stalla – dice Lidia Arrigoni – e, devo dire la verità, abbiamo un po’ di timore per la loro sorte».
«Della pecora è rimasto poco» Prede molto più facili per l’orso sono però gli ovini. E, infatti, poche ore dopo l’avvistamento di Reggetto, alla frazione Lavina di Vedeseta, Pierangelo Ciresa, 57 anni, pensionato e piccolo allevatore di pecore, ha trovato un agnello di sei mesi sbranato. «Dalla finestra di casa mia – raccont – ho notato che nel recinto c’erano solo quattro pecore, una mancava. Purtroppo l’ho trovata sbranata circa 150 metri a valle. L’orso è riuscito a entrare nel recinto da un’apertura che si era creata in questi giorni, a causa dell’azione di un ruscello. Mai vista, in tanti anni, una ferocia del genere. Dell’agnello non è rimasto quasi nulla». Sul posto, per accertare l’arrivo dell’orso e prelevare campioni di pelo, anche la polizia provinciale e un veterinario. «Pare non avessero dubbi – dice ancora Ciresa –. Il tipo di predazione era quella di un orso». Anche qui, poco lontano dalla carcassa dell’animale, sono state trovate impronte dell’orso. E opera del plantigrado potrebbe essere anche quanto accaduto, forse solo poche ore prima, su una baita di Pizzino, come riferiscono i responsabili regionali del progetto di reinserimento dell’orso sulle Alpi. Alcune piöde di un tetto erano spostate: sotto c’era un vespaio devastato, preso quasi certamente di mira dall’orso.
il casaro Guglielmo Locatelli, foto Angelo Bertola