Altra documentazione sulle trappole fotografiche
Di ETTORE CENTOFANTI
Il sogno di ogni persona interessata all’osservazione degli animali allo stato libero è sempre stato di poter “rubare” un documento, una prova di ciò che si è visto. La fotografia naturalistica nasce come documentazione di questa realtà per evolversi, in alcuni casi, fino a forme di fotografia artistica. Ciò di cui parliamo, quindi, rientra – in primo luogo – nell’ambito della fotografia naturalistica, documentativa e scientifica. Riguarda però anche l’osservazione naturalistica amatoriale e costituisce una risorsa assai interessante per altri settori applicativi.
Il Trappolaggio fotografico consiste nell’ottenere immagini all’insaputa del soggetto (ecco la “trappola”) e in assenza del
fotografo. Si tratta quindi di una trappola che non tocca il soggetto ma ne cattura semplicemente l’immagine. Ciò è stato possibile grazie all’avvento di apparecchi di rilevazione di presenza o di movimento (tra cui i sensori a raggi infrarossi), grazie ai quali alcuni fotografi - intorno agli anni ‘60 - allestirono per proprio conto sistemi che diedero loro la possibilità di scattare immagini uniche o molto rare. Particolarmente in campo faunistico, questa tecnica consentì e consente di documentare presenza e comportamenti di specie estremamente elusive, che mai (o molto difficilmente) si porterebbero “a distanza di obiettivo”, in presenza dell’uomo. Si tratta di una tecnica non invasiva che determina un ridottissimo
impatto sulla fauna. Le fotocamere autoscattanti, infatti, presentano un’enorme potenzialità intrinseca nello studio degli animali e permettono di lavorare su specie spiccatamente elusive oppure aggressive.
Una delle applicazioni più frequenti è certamente l'individuazione di specie rare. Così, anche in Italia fotocamere autoscattanti sono state utilizzate allo scopo di fotografare animali difficilmente avvicinabili, il lupo (Canis lupus),
la lince (Lynx lynx) e l’orso (Ursus artos) così come altri mammiferi più piccoli quali il gatto selvatico (Felis silvestris) o
la lontra (Lutra lutra). In tali specie, lo scopo dell’appostamento fotografico può essere la semplice dimostrazione di presenza. Importante obiettivo può essere anche la rilevazione di comportamenti etologici o dell’andamento della riproduzione.
A tale scopo, sistemi a fotocamere possono essere posizionati presso carnai abitualmente frequentati dai grandi carnivori.
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