Il Gruppo Alpini di Piazza Brembana in accordo con la Sezione di Bergamo
e con il Comitato Nazionale dell’Adunata, sta predisponendo una serie di 15 simpatiche cartoline a colori, realizzate dal noto vignettista e caricaturista Aldo Bortolotti, che verranno inserite in un astuccio.
Rassegna delle cartoline confezionate in astuccio da 15 cartoline ciascuno
La tiratura in serie limitata, ci ha indotto a richiedere eventuali prenotazioni al prezzo di costo
pari ad Euro 2,50 ad astuccio, per un quantitativo minimo di n. 50 confezioni.
Aldo Bortolotti si sente bergamasco a tutti gli effetti, sebbene sia nato ottanta anni fa in quel di Vigevano, (sua madre, vigevanese, aveva preferito metterlo al mondo in quella città lambita dal fiume Ticino). Quindici giorni dopo fu portato a Piazza Brembana dove risiedeva la sua famiglia ed in questo paese egli è cresciuto ed ha cominciato a disegnare dal momento in cui si è trovato in mano una matita. Nei registri dell’Istituto Industriale P. Paleocapa di Bergamo “Esperia”, risulta essere diplomato Perito chimico, professione che lo obbligherà a sopportare una materia, la chimica, che non lo ha mai convinto. Egli però ha continuato a disegnare, dipingere e produrre disegni umoristici e caricature. In questo campo ha avuto molte soddisfazioni e fra i tanti riconoscimenti che gli sono stati assegnati i più importanti: il “Dattero d’oro” al Salone Internazionale dell’umorismo di Bordighera come primo assoluto, il “Premio Internazionale di satira politica” di Forte dei Marmi, la “Grolla d’oro” a St. Vincent, il “Topino d’oro” a Foligno. Ha partecipato a numerosi concorsi ponendosi sempre fra i vincitori: primo premio a Salò, primo premio a Fermentino, primo premio a Giulianova, primo premio a Trento, primo premio a Milano, primo premio a Sommo. Premio speciale “Scorpioni e cammelli” in Valle D’Aosta, il “Campanaccio” per portatori sani di umorismo a La Magdeleine in Valle D’Aosta e il premio speciale “Galantara”. Inoltre gli è stato assegnato il primo premio a Juvignac e a Lussac in Francia, il secondo premio a Jonzac ancora in Francia, il quarto premio a Kruisouthem in Belgio, il quarto a Berlino. Sue mostre personali sono state organizzate a Piazza Brembana, a Salò, a Fossano, a La Magdeleine in Valle D’Aosta, a Bergamo presso il vecchio Ateneo di città alta e al Circolo Artistico. Sue pubblicazioni sono: “Eppur si cambia” (in occasione delle sue nozze d’oro), “Briganti nella bergamasca”, “Castigat ridendo mores” edito dall’Ecomuseo A.V.B. di Valtorta.
Ha collaborato con “La Gazzetta dello sport”, “Il Giornale della natura”, “L’Eco di Bergamo”, “Il Giornale di Bergamo” ed attualmente con “L’Eco del Chisone” (Pinerolo), “Alpes” (Sondrio), “Nerazzurro mese” (Bergamo) e “Giopì” (Bergamo)
Ultimamente ha ricevuto il “Premio alla carriera” presso il centro Serassi di Villa D’Almè.
Felicemente sposato con Dolores ha tre figli e sei nipoti; abita e lavora a Bergamo
Aldo Bortolotti, a ricordo del suo unico fratello dichiarato disperso nella tragica Campagna di Russia, durante la seconda guerra mondiale, ha realizzato per il Gruppo Alpini di Piazza Brembana, al quale è legato da lunga amicizia, una serie di vignette per l’arrivo degli Alpini a Bergamo in occasione della 83° Adunata Nazionale, che saranno pubblicate in versione opuscolo e cartoline.
Penne artistiche di ferro per l'adunata degli alpini
Algua Martelli, incudine, pinze, forge e, tra gli altri, un maglio di fine Ottocento. Che, uniti a un'abilità appresa fin da ragazzo, fanno di Michele Carminati, 34 anni, di Zogno, un vero «homo faber». Dal suo laboratorio di Rosolo di Algua, sulla strada provinciale della Valle Serina, escono pezzi unici d'artista, tra fiori, animali, soprammobili, candelabri, lampadari, portabottiglie, cornici, portafoto, posacenere, tutti in ferro battuto a mano, come una volta. E ora, in occasione della prossima adunata nazionale degli alpini, il 7, 8 e 9 maggio a Bergamo, sta realizzando speciali penne, pure loro uniche. La parola d'ordine, infatti, è evitare i pezzi industriali in serie, quelli tutti uguali, che fanno perdere valore al prodotto. Carminati è ormai uno degli ultimi fabbri in Valle Brembana e in Bergamasca ad aver accettato questa filosofia artigianale. Un'arte appresa da giovane, subito dopo la scuola media, nel laboratorio dello zio Giambattista, a Zogno, fondatore dell'«Artigianfer», la piccola azienda ora in mano a Michele.
Un'arte affinata con la continua esperienza, ora grazie anche ai segreti del mestiere appresi dai maestri d'Europa, nei corsi a cui ha partecipato o a cui prenderà parte a Stia, in provincia di Arezzo, con Michele Mouton o Claudio Bottero, e a Bienno, in provincia di Brescia. A Rosolo, dove il laboratorio è stato aperto una decina d'anni fa, Michele realizza naturalmente anche ringhiere, cancelli, inferriate. Ma anche queste con la particolarità che le punte vengono forgiate a caldo, manualmente, quindi nessuna, seppure simili, è esattamente uguale alle altre. «Ho fatto una scelta di stile – dice Michele – per valorizzare un'antica tradizione italiana. Un'arte che, poco alla volta, purtroppo, si sta perdendo a causa degli alti costi di manodopera e per l'importazione dai Paesi dell'Est Europa e dalla Cina dei prodotti stampati in serie. Anche in questo campo molte aziende, soprattutto venete, per esempio, hanno spostato la produzione in Oriente». «Rispetto a tanti che semplicemente assemblano pezzi già finiti – prosegue il fabbro di Zogno – i miei lavori sono in ferro battuto, quindi unici anche se possono sembrare simili. Ciò, naturalmente, costa molto più tempo e per realizzare un oggetto, come una rosa con foglie e petali, occorrono anche due giorni di lavoro».
Un mestiere che Carminati, ormai tra i pochi a continuare controcorrente puntando sull'abilità manuale, sta cercando di migliorare continuamente: da tre anni è iscritto all'unica scuola per ferro battuto in Italia, aperta a Rovato, in provincia di Brescia. Una scuola dedicata ai mestieri in via di estinzione. E le scorse settimane, sempre in Toscana, ha imparato anche come realizzare i propri attrezzi per un lavoro sempre più unico. Ricavando, per esempio, una pinza speciale dalla molla in ferro di un'auto. Perché alcuni attrezzi, con certe caratteristiche, ormai non si trovano sul mercato. Ora l'idea di realizzare le penne in ferro battuto per l'adunata degli alpini: c'è da stare certi, «bocia» e «veci» apprezzeranno la caparbietà di Michele nel continuare la tradizione del vero «homo faber».
L’omaggio del disegnatore Aldo Bortolotti alla kermesse di maggio: 15 cartoline d’affettuosa ironia
Da Gioppino e Arlecchino che festeggiano l’adunata all’alpino che brinda con l’astemio Garibaldi
Il cappello alpino non l’ha mai calzato,
ma per uno che è nato a Vigevano e portato dopo due settimane a Piazza Brembana dove poi è cresciuto, è come venir su a polenta e alpini. E lo si vede. Un passaggio «ad honorem » tra le penne nere Aldo Bortolotti lo meriterebbe sicuramente, a riconoscimento anche di una serie di indovinatissime
vignette trasformate in cartoline in occasione dell’adunata. Le cartoline con soggetto alpini, adunata e Bergamo sono 15. Riunite in un comodo raccoglitore, hanno incominciato a circolare qualche giorno fa. Si trovano in vendita in tabaccherie e cartolerie e sono destinate a diventare un simpatico «gadget». È è pronta anche la versione in opuscolo. Bortolotti come disegnatore-caricaturista non ha bisogno di presentazione. A Bergamo, nella Bergamasca e... terre limitrofe è ben noto. Anzi, è molto conosciuto in tutta Italia per la qualità e l’ironia del suo disegno, tra la caricatura e il tratto umoristico. Citare le sue affermazioni a concorsi e mostre è quasi impossibile. Il primo premio è quasi scontato: primo assoluto con il «Dattero d’oro» al Salone internazionale dell’umorismo a Bordighera, Premio internazionale della satira politica di Forte dei Marmi, «Grolla d’oro» a St. Vincent, «Topino d’oro » a Foligno. E la serie potrebbe continuare ancora a lungo.
Per concludere il curriculum,
citiamo le decine di riconoscimenti ricevuti anche all’estero, in Francia, in Belgio, a Berlino; un bel po’ di mostre personali; varie pubblicazioni (l’ultima «Castigat ridendo mores», a cura dell’Ecomuseo Alta Val Brembana di Valtorta); le collaborazioni a giornali (tra cui «L’Eco») e riviste. Senza dimenticare un ben meritato «premio alla carriera » che gli è stato consegnato al Centro Serassi di Villa d’Almè.
Ma torniamo a Piazza Brembana.
Lassù Bortolotti è cresciuto fin quando non ha incominciato a frequentare l’Esperia. Come disegnatore tecnico? No, come perito chimico. «Sì, mi piaceva disegnare – racconta – e ho incominciato a farlo dal momento in cui ha incominciato a tenere in mano una matita. Avrei voluto frequentare una scuola d’arte. Quando l’ho detto in casa, mi sono preso uno scappellotto. L’obiettivo allora era: un posto di lavoro. E via in marcia, senza discutere, per avere al più presto un diploma». Che arriva nel 1949. E il lavoro? Un posto come «bocia» in un cantiere, per essere promosso dopo qualche mese a «manovale» in alta Valle Brembana dove si costruivano dighe e condotte. Solo in un secondo momento Bortolotti poté metter a frutto il suo diploma alle dipendenze di aziende chimiche, tra cui Sbic e Bozzetto: 43 anni come perito, ma senza avere una autentica vocazione. Che era proprio quella del disegno,
umoristico o caricaturale.
E arriviamo a questa iniziativa per l’adunata. Di cartoline sugli alpini e sulla naia un tempo ce n’erano in giro d’ogni specie, molte grottesche o anche con una impronta volgare che mal si associa alle penne nere. Legato da lunga amicizia con il gruppo alpini di Piazza Brembana e nel ricordo dell’unico fratello disperso nella campagna di Russia, Bortolotti voluto dedicare una serie di vignette all’incontro tra gli alpini e Bergamo. Ha disegnato immagini simpatiche, piene di allegria, che esaltano lo stare bene assieme delle penne nere, soprattutto quando c’è di mezzo un’occasione eccezionale come l’adunata.
Ad esempio, ecco un alpino tra i due personaggi legati al folclore e alla tradizione più genuina della terra bergamasca: Gioppino e Arlecchino; un Campanone che festeggia l’arrivo degli alpini mettendo pure lui il cappello con la penna nera; un improvvisato coro, con accompagnamento di tromba, tra i giardinetti del Sentierone e la torre dei Caduti; un alpino – il compagno dorme saporitamente – che recita la Gerusalemme Liberata ai piedi del monumento a Torquato Tasso; e non poteva mancare la fontana Contarini che l’alpino ha scelto per un bel bagno mattutino. C’è anche l’incontro tra un alpino e Garibaldi davanti alla porta dove il condottiero passò liberando Bergamo dall’occupazione austriaca: e un bel cincin non poteva mancare (ma forse le penne nere non sanno che Garibaldi era, incredibile, del tutto astemio).
Presi gli alpini sottobraccio, Bortolotti li accompagna poi a conoscere la Bergamasca: dai laghi alla pianura (non poteva mancare Papa Giovanni e Sotto il Monte); quindi le valli Seriana e Brembana. Agli alpini che hanno risalito il Brembo Bortolotti con il suo felicissimo tratto dà un’espressione tra il perplesso e lo stupito. Ed è dire poco, di fronte a una località come San Pellegrino che viene proclamata «il paese dove si beve solo acqua minerale ». Ma le penne nere all’adunata avranno sicuramente l’occasione di riprendersi da tanto stupore. Con una bella bottiglia di eccellente Valcalepio, ad esempio. Le cantine saranno in grado di reggere alla loro forza d’urto? Nel dubbio, sotto con i calici.