
Tipicità unica, cosi' il Bitto Storico vince nel mondo
«Bisogna il più possibile conservare la tipicità – ha detto Gusmeroli – tornando ad allevamenti più estensivi, a razze autoctone e ad alimentazioni naturali con foraggio locale. Quindi bisogna favorire la filiera corta dei formaggi, evitando la grande distribuzione e, al contrario, l’identità tra luogo di produzione e di vendita. E poi puntare sulla collaborazione tra produttori e operatori turistici, per fare in modo che la montagna possa tornare a vivere soprattutto di agricoltura e non solo di luna park». Un esempio, che in questi ultimi anni, ha consentito il successo del Bitto storico (uno dei sei , insieme a Branzi Ftb, Formai de mut, Agrì, Strachitunt, Stracchino all’antica), prodotto sulle Orobie valtellinesi, bergamasche lecchesi, secondo metodi ancora artigianali (senza mangimi e fermenti e con razze bovine e caprine autoctone): oggi è universalmente riconosciuto come il formaggio più pregiato e pagato del mondo (fino a 245 euro al chilo per una forma prodotta a Mezzoldo). Che consente agli allevatori di continuare a lavorare.