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Meteorologia delle Alpi e Prealpi Orobie a cura di Orobie Meteo

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Fabio76
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

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Outlook per l'inverno by accuweather:

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Hp scandinavo in forma, freddo sull'est Europa, atlantico basso vivace...che dire a_21 a_21 a_21
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

Messaggio da Fabio76 »

Nel frattempo AO in crollo nei prossimi giorni...

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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

Messaggio da Fabio76 »

Lele93 ha scritto:Ma il fatto che fa ancora così caldo, non rischia di compromettere i successivi mesi invernali? Ci può essere una correlazione?
Assolutamente no, anzi storicamente le ondate di freddo precoci hanno portato ad avere inverni miti a_45
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

Messaggio da Fabio76 »

Uscito l'Outlook invernale su base OPI, eccolo:

1. Premessa

Attualmente il principale strumento di cui si dispone per la formulazione di previsioni stagionali di lungo periodo, è costituito dagli output dei modelli climatici accoppiati che producono, sostanzialmente, delle informazioni sullo scostamento dalle medie climatiche dei parametri atmosferici principali mediati sull’intera stagione. Detti modelli, pur fornendo delle ipotesi di carattere generale sulla stagione e non delle informazioni utili alla formulazione di una previsione in senso stretto, presentano comunque uno skill piuttosto basso. Per quanto riguarda la prossima stagione invernale, tali output modellistici stagionali sono sostanzialmente concordi nell’identificare una stagione dominata da flussi mediamente temperati ad elevato indice zonale, con anomalia termica positiva su quasi l’intera fascia territoriale posta alle medie latitudini.

Accanto a questi sono stati sviluppati, di recente, degli studi a carattere euristico-statistico, che hanno evidenziato delle importanti similarità tra alcuni fenomeni legati alla circolazione atmosferica del mese di ottobre e l’evoluzione della stessa nel corso del trimestre invernale. Tra questi uno dei più importanti è lo studio condotto dal team di ricerca guidato dal Prof Judah Cohen, che ha portato alla definizione dell’indice SAI (Cohen 2011), il quale evidenzia una correlazione molto elevata tra la velocità di avanzamento della copertura nevosa sulle zone euroasiatiche nel mese di ottobre e l’Oscillazione Artica media che si registra nel successivo trimestre invernale (DJF AO). A quest’ultimo proposito, una conoscenza affidabile anticipata dell’Oscillazione Artica consente, soprattutto per alcune delle regioni che costituiscono i maggiori centri popolazione del mondo occidentale (Europa centro-occidentale, Nord America), di fornire buone indicazioni su alcune caratteristiche rilevanti del trimestre invernale.

Il nostro gruppo di ricerca, partendo da queste premesse, ha sviluppato un altro indice (OPI – October Pattern Index) il quale sintetizza direttamente alcune caratteristiche chiave dello schema circolatorio ottobrino e che appare in correlazione ancora più elevata (r ≈ 0.9) con la DJF – AO. Dagli hindcast effettuati scaturisce inoltre un’elevata corrispondenza tra valori dell’indice OPI fortemente negativi e valori dell’indice AO negativi, cui si associano prevalentemente stagioni invernali con valori termici e pressori inferiori alla norma climatica sull’Europa centro-occidentale e sugli Stati Uniti centro-orientali. Questo accade perché l’indice AO è rappresentativo della zonalità del flusso che, se bassa o assente, è a sua volta indice della prevalenza di flussi disposti lungo i meridiani, con attività d’onda pronunciata e maggiore interessamento del getto polare sui territori posti alle medie latitudini.

È importante precisare che, essendo l’OPI correlato con l’Oscillazione Artica media trimestrale, disponendo dell’informazione relativa al suo solo valore finale, non risulta semplice trarre informazioni sui tempi e i modi con cui detti flussi meridiani si realizzano. Tuttavia la modalità con cui l’indice è andato assumendo il suo valore finale ci da comunque la possibilità di formulare delle ipotesi anche sulle diverse fasi principali cui andrà soggetta la circolazione atmosferica nel corso dell’inverno. Inoltre, essendo l’OPI costituito dalla “somma” di più fattori, ciascuno dei quali riassume una specifica caratteristica del pattern di ottobre, una loro analisi più approfondita ci permette di trarre ulteriori considerazioni sulle maggiori peculiarità in merito alle fasi meridiane più salienti. Infine, gli ultimi sviluppi della nostra ricerca risultano proprio mirati ad ottenere delle informazioni di ancor più elevato dettaglio sull’evoluzione della stagione invernale.

Nel presente articolo presentiamo quindi la previsione stagionale per l’inverno 2014-15 elaborata sulla base dell’indice OPI ed, in generale, degli studi sviluppati dal nostro team di ricerca.

2. Analisi dell’indice OPI

L’indice OPI chiude al termine di ottobre su un valore molto basso ed inferiore alla soglia -2. In particolare si tratta del secondo valore più basso registrato dal 1976 ad oggi, secondo solo all’ottobre del 2009 (-3.3).

In base alla correlazione sopra detta, un simile valore dell’indice OPI suggerisce un AO medio trimestrale estremamente basso, e dunque un Vortice Polare Troposferico mediamente molto disturbato nel corso dell’inverno, con conseguente ingerenza del getto polare sulle medie latitudini (basso campo di geopotenziale). Si prevede dunque un inverno in generale più freddo e perturbato sui continenti del nord emisfero, con particolare riferimento a quelli situati alle medie latitudini. Per quanto concerne l’area europea questa dovrebbe essere interessata da un esteso campo di geopotenziale ben negativo ed inferiore inferiore alla norma. Gli hindcast effettuati indicano inoltre che gli inverni caratterizzati da un Oscillazione Artica fortemente negativa, risultano mediamente più freddi in particolare su Regno Unito, Paesi Bassi, Francia e Germania.

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Come detto in fase di introduzione, l’analisi approfondita dei singoli fattori di cui si compone l’indice OPI, ci permette di trarre ulteriori considerazioni. In particolare si può osservare come l’asse medio del vortice risulti particolarmente elevato (f≈ 25°), ovvero disposto ortogonalmente alla linea immaginaria che congiunge i due oceani maggiori (Pacifico e Atlantico), nonché un’anomalia ben positiva del geopotenziale (500 hPa) sul settore artico (zona Mar di Kara-Barents). Tali fattori indicano, per le fasi di massima attività d’onda, delle dinamiche invernali caratterizzate da una discreta attività simultanea di entrambe le onde planetarie maggiori, con tendenza allo split del Vortice Polare Troposferico, secondo un asse più o meno in linea con quello calcolato nel mese di ottobre. Le fasi successive a detta dinamica di innesco, sarebbero seguite da periodi caratterizzati da indice zonale basso o negativo, con rotazione d’asse e spiccata attività dell’onda in Atlantico. Questo veicolerebbe sull’Europa masse d’aria fredda di origine artica/artica continentale. Con particolare riferimento alla zona europea, l’analisi dell’evoluzione dell’indice OPI e del pattern di ottobre in generale, ci indica che una prima fase antizonale a carattere freddo dovrebbe manifestarsi con buona probabilità già nella prima parte invernale, seguita poi da un periodo contraddistinto da una ripresa del getto in nord atlantico e da una circolazione più temperata ma al tempo stesso perturbata. Tale periodo più zonale sarebbe poi interrotto da una nuova ripresa dell’attività d’onda in nord Atlantico, con ripristino di una circolazione di natura fredda sul continente; a differenza della prima, questa seconda fase fredda potrebbe essere contraddistinta da un regime di minore antizonalità, con maggiore capacità di sprofondamento meridionale delle masse artiche.

3. Conclusioni

Sulla base delle considerazioni sopra esposte, l’inverno 2014-15 dovrebbe vedere un Vortice Polare estremamente disturbato, con frequenti scambi meridiani ed incursioni del getto artico verso le medie latitudini. L’analisi complessiva dell’OPI indica dunque la possibilità di assistere ad una stagione invernale caratterizzata da un campo di geopotenziale fortemente negativo in area europea, il quale si tradurrebbe in un regime climatico moderatamente più perturbato della norma. Sebbene l’assetto generale del pattern circolatorio di ottobre non indichi, nel complesso, un inverno particolarmente rigido, si evidenziano comunque diversi episodi freddi con risvolti nevosi sui territori europei e su quelli degli States centro-orientali . A supporto di una tesi di questo tipo (a livello generale) è lo stesso indice SAI, il quale chiude anch’esso su un valore indicante un Vortice Polare invernale mediamente molto disturbato.

Le differenze che emergono tra la nostra analisi previsionale e quella che scaturisce dai principali modelli climatici di previsione stagionale, introducono senz’altro elementi di incertezza, ma allo stesso tempo forniscono un ulteriore elemento di stimolo nonché di confronto tra due diversi approcci per l’elaborazione delle previsioni stagionali invernali.
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RubenBG
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

Messaggio da RubenBG »

Buono, se ho capito bene inizio dell'inverno nella norma con freddo normale, poi fase mite ed atlantica ed infine ritorno del freddo questa volta più intenso/ duraturo. Speriamo che la seconda parta non sia nel momento più bello dell'inverno 25 Dicembre-15 Gennaio.
Per le Alpi potrebbe essere una buona annata ancora.
Capito giusto?
Primo Outlook portato a casa.
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Fabio76
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

Messaggio da Fabio76 »

RubenBG ha scritto:Primo Outlook portato a casa.
è il secondo portato a casa dopo quello di Accuweather! Ora ecco il terzo di Centrometeoitaliano (portato a casa pure questo) a_21

Previsioni Meteo Inverno 2014 – 2015

Nel seguente articolo proveremo a tracciare una linea di tendenza sull’andamento meteo dell‘Inverno 2014 – 2015, ricordando che si tratta esclusivamente di un proiezione e non di una previsione, quindi che necessita di ulteriori aggiornamenti nel corso dei prossimi mesi.

Per effettuare tale tendenza analizzeremo il modello CFS, presso l’NCEP, l’unico modello climatologico in grado di spingersi a tali distanze temporali.

Meteo Inverno 2014-2015, 10 Novembre 2014 - secondo le emissioni dei principali modelli climatici e degli indici teleconnettivi, il campo barico potrebbe avere durante il trimestre invernali pesanti anomalie positive posizionato sull’Atlantico alle alte latitudini. Mentre sul Mediterraneo e l’Europa, anomalie negative anche marcate, farebbero pensare a possibili incursioni di aria fredda da Nord-Est.

Anomalie negative di geopotenziale su Atlantico ed Europa Settentrionale durante il prossimo trimestre freddo. La stagione invernale potrebbe essere caratterizzata da anticicloni, anche forti, in sede Oceanica e soprattutto Europa Settentrionale con possibili congiungimenti tra i due soprattutto verso la fine dell’inverno, basse pressioni sull’Atlantico in scorrimento alle latitudini più alte e con saccature in discesa verso l’Europa Occidentale. Le precipitazioni risulteranno piuttosto abbondanti sull’Europa Centro-Occidentale, mentre le temperature potrebbero far registrare scarti negativi soprattutto sull’Europa Centro-Orientale e sul Mediterraneo.

Stagione invernale 2014-2015 sull’Italia che risulterà piuttosto fredda rispetto la norma. Possibile generale surplus pluviometrico su tutta l’Italia Settentrionale, complice le frequenti fasi perturbate del mese di Gennaio, anche se non mancheranno impulsi Nord Europei nel mese di Dicembre ed in quello di Febbraio, con nevicate abbondanti sui settori montuosi fino a quote medio-basse al Centro-Nord. Vediamo nel dettaglio l’andamento mensile:

Mese di Dicembre 2014 in Italia che potrebbe esordire con infiltrazioni di masse d’aria fresche dall’Europa Nord-Orientale, seguite dal cedimento del campo barico da Ovest. Ultima parte del mese di Dicembre che potrebbe far osservare un indebolimento delle anomalie negative sull’Atlantico settentrionale con gli impulsi oceanici che riusciranno a raggiungere anche l’Italia, con il ritorno a condizioni meteo più invernali. Temperature attese superiori alla norma, specie al Centro-Sud.

Mese di Gennaio 2015 che vedrà il transito di perturbazioni Atlantiche, specie dalla seconda decade, per una posizione dell’anticiclone delle Azzorre sul Medio Atlantico, con possibile apporto di masse d’aria artiche nella seconda metà del mese. Neve al Centro-Nord occasionalmente a bassa quota. Terza decade del mese che vedrà un rallentamento del Vortice Polare, con maggiori possibilità di un contributo delle fredde correnti artiche su parte dell’Italia. Neve che si spingerà anche sull’Appennino centro-settentrionale occasionalmente fino a quote collinari durante l’ultima parte del mese. Temperature inferiori alle medie, complice una seconda metà del mese particolarmente fresca.

Mese di Febbraio 2015 che potrebbe risultare piuttosto anomalo con temperature inferiori alla norma, specie al Centro-Nord, mentre abbondanti piogge interesseranno il Sud nella prima parte del mese. Considerando la possibile formazione di un campo anticiclonico di origine termica sul comparto Russo-Siberiano, non sono da escludersi forti ondate di gelo soprattutto sull’Europa Orientale.

La neve: le irruzioni fredde sull’Italia potranno risultare particolarmente intense visto la possibilità che l’aria sia di matrice continentale, tuttavia non dovrebbero essere molto frequenti. Nevicate abbondanti sulle Alpi, soprattutto versanti esteri, ed Appennino centro-settentrionale fino a quote collinari al Nord specie tra la terza decade del mese di Dicembre ed il mese di Gennaio. Non mancheranno occasioni per nevicate fino al piano al Nord Italia, specie settori di Nordovest. Meno esposte sembrerebbero al momento il Sud e le basse aree del Centro tirrenico, dove tuttavia le maggiori possibilità per delle nevicate potrebbero essere attorno la terza decade del mese di Gennaio.
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

Messaggio da Fabio76 »

Articolo di oggi da meteogiornale (riassunto di SAI, OPI e possibili conseguenze sul trimestre invernale):

L'indice SAI preannuncia un Inverno freddo e nevoso in America ed Europa

L'indice SAI
Lo scienziato statunitense Judas Cohen qualche anno fa ha elaborato un indice che mette in relazione la velocità dell'avanzamento della copertura nevosa nelle terre euro-asiatiche, in particolare la Siberia, nel mese di ottobre e il valore dell'indice AO nei mesi invernali, ottenendo alti valori di correlazione statistica. Tale studio ha passato la revisione dei peer-review. Si tratta quindi di uno studio riconosciuto dal mondo scientifico. Tale indice prende il nome di SAI (Snow Advance Index).
Ci attende un inverno dominato da AO negativa. Stando ai dati che sono emersi nel mese di ottobre, l'indice SAI è previsto positivo. Ciò significa che i tre mesi invernali saranno dominati da una AO negativa. Tale previsione è supportata anche da un altro indice, questa volta tutto italiano, ovvero l'OPI.
Ma quali sarebbero le conseguenze per l'emisfero boreale, per l'Europa e per l'Italia?
Ecco un semplice schema evolutivo, elaborato da Cohen, per capire cosa accade quando si ha un indice SAI positivo.
A novembre il VP inizia a venire disturbato dall'anticiclone siberiano: si iniziano ad avere quindi le prime irruzioni fredde verso sud, come quella che sta interessando gli USA. Con l'arrivo dell'inverno il VP si fa sempre più debole e quindi divengono più frequenti le irruzioni fredde verso sud, sia in America che in Europa.

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Che cos'è l'Arctic Oscillation (AO)?
L'indice AO è un indice che misura la salute del Vortice Polare (VP), ovvero misura la zonalità emisferica. Un valore positivo dell'AO indica intensi venti zonali nell'area boreale, e quindi un forte VP ben chiuso nelle sue terre di origine. Un valore negativo dell'AO, invece, indica un rallentamento delle velocità zonali e quindi la possibilità che blocchi subtropicali possano andare a disturbare il VP, fino a provocare delle fuoriuscite di aria molto fredda dalle terre polari.
Cosa succede quando in inverno si ha AO negativa?
Quando si ha una prevalenza di AO negativa nella stagione invernale, accade che si possano formare in area polare delle alte pressioni, mentre i lobi del VP vengono scaraventati verso sud, sino alle medie latitudini. Ecco spiegate le intense irruzioni fredde, soprannomate simpaticamente Polar Express, che colpiscono in questi casi gli stati americani in inverno. Avere quindi una AO negativa aumenta la possibilità che si possano produrre delle irruzioni artiche molto intense, ma non ci dice dove e quando queste irruzioni colpiranno. Per rendere più chiara tale questione ho disegnato due possibili schemi emisferici in un contesto di AO negativa. Nel primo possiamo vedere come una saccatura artica colpisca direttamente l'area europea, nel secondo vediamo come invece colpisca più ad ovest o più a est, lasciando l'Europa sotto la protezione altopressoria.

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Conclusione
In conclusione appare evidente come due indici (SAI e OPI) indichino l'alta probabilità che avremo un inverno dominato da AO negativa. Ciò significa che il VP sarà debole e che si potranno formare blocchi subtropicali in grado di risucchiare aria molto fredda verso sud. Le probabilità di irruzioni fredde, anche in Europa, aumentano quindi. Ma si tratta solo di probabilità. Nessuno può affermare con certezza dove colpiranno tali irruzioni artiche.
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Re: P.E.G. Piccola Era Glaciale + Artico + Indici Climatici

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Outlook di meteolive

MeteoLive NEWS
Previsioni meteo inverno 2014-2015: ancora tanta neve sulle Alpi e...
AGGIORNAMENTO di metà novembre! Tutte le opzioni possibili in un linguaggio comprensibile anche al grande pubblico.

La stagione invernale 2014-2015 potrebbe seguire a grandi linee l'andamento della stagione 2008-2009 per quando riguarda l'abbondanza delle nevicate sul settore alpino, dunque subito dietro l'eccezionale annata nevosa 2013-2014.
Questo ci dice subito che l'inverno che ci accingiamo a vivere potrebbe ancora risentire di un notevole apporto di sistemi perturbati atlantici in un contesto relativamente mite, ma comunque un po' più freddo rispetto alla scorsa stagione, in quanto a tratti, a rendere più invernale il clima potrebbero intervenire moderate irruzioni di aria fredda dai quadranti nord-orientali sul bacino centrale del Mediterraneo, determinando nevicate sino a quote collinari al centro-sud e preparando il terreno per qualche nevicata sino in pianura al nord.
Queste incursioni potrebbero spezzare la monotonia del flusso perturbato atlantico, rendendo la stagione più interessante e più vicina all'inverno che all'eterno autunno. A livello trimestrale le temperature dovrebbero risultare leggermente superiori alla media, con gennaio mese più freddo del trimestre. Anche senza incursioni da nord-est, le correnti atlantiche assumeranno una traiettoria sufficientemente nord-occidentale da assicurare un apporto di aria fredda di origine artica marittima da determinare nevicate a bassa quota al nord, specie ad ovest, e magari anche sulla Toscana, specie qualora intervenissero episodi di vento da nord secco, seguiti da un richiamo di venti umidi di Libeccio. A tratti potrebbero verificarsi brevi fasi di stasi anticiclonica, ma le alte pressioni tenderanno a portarsi spesso in sede scandinava: per questo motivo potranno rendersi possibili almeno 1-2 episodi di interazione tra le masse fredde in arrivo da nord-est e quelle miti da sud est in risalita dal Mediterraneo con nevicate in pianura al nord. Solo in caso di strat-warming importante in sede stratosferica durante il mese di gennaio, con risvolti in troposfera e conseguente divisione del vortice polare in tronconi, di cui uno diretto verso l'est europeo, potrebbero verificarsi situazioni di gelo e neve come quelle prospettate qui a fianco, ma che al momento risultano di bassa attendibilità.
Dunque una stagione invernale non fredda ma con almeno 1-2 episodi di freddo vero, ma non propriamente mite e con abbondanza di neve in montagna, specie sulle Alpi, solo in parte sugli Appennini, con un po' di neve anche in pianura anche al nord, in collina al centro-sud. Si tratta ovviamente di una proiezione di massima del team di MeteoLive, che dovrà essere rivisitata alla luce dei prossimi aggiornamenti dei vari indici teleconnettivi e del particolare andamento "sul campo" del vortice polare e delle correnti prevalenti.

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Messaggio da dbFui »

È stata dura, ma ho letto tutto, ripeto che contrariamente a chi dice che sarà un inverno come l'anno scorso, soprattutto su MeteoForum, basandosi su questo novembre, dico che gli indici sono dalla nostra parteeee .. .
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