Cronaca del maltempo odierno...
Temporale estremo su Milano: nubifragio manda in tilt la città, esonda il Seveso
Com'era nelle previsioni, un vasto fronte di temporali ha attraversato la pianura Padana centro-occidentale da sud verso nord (partendo dalle zone interne della Liguria).
Il fronte di aria fredda ha sollevato la calura e l'umidità che durante la giornata si era accumulata in pianura Padana scatenando numerosi forti temporali e fenomeni particolarmente violenti.
Piogge, fulmini e locali grandinate si sono abbattute tra Piemonte, Lombardia ed Emilia tra ieri sera e la notte. In particolare nella zona di Milano i fenomeni hanno assunto connotati davvero estremi e rilevanti specie nella zona ovest, molto probabilmente sollecitati dall'isola di calore di Milano.
Nel momento in cui il temporale ha raggiunto il capoluogo lombardo ha subito un ulteriore potenziamento indotto molto probabilmente dalla maggior presenza di calore in città.
A testimonianza del potenziamento subito dal temporale, ci sono gli accumuli di pioggia davvero importanti su Milano: fino a 150-160 mm caduti in poche ore nella prima parte della notte, mentre su tutte le restanti aree colpite dai temporali gli accumuli non sono andati oltre i 40-70 mm.
Disagi e allagamenti a Milano
Il capoluogo lombardo e l'hinterland hanno riscontrato una serie di pesanti disagi e anche danni causati dalla pioggia torrenziale e dalla grandine. I fenomeni più intensi sono avvenuti fra le 2 e le 3 della notte, ma la pioggia è poi proseguita fino all'alba andando ad accrescere ulteriormente l'accumulo.
Il fiume Seveso è esondato nel quartiere Niguarda all'altezza di Via Valfurva. Anche il Lambro è salito oltre il livello di guardia. Numerosi gli allagamenti presenti in tanti punti di Milano e la circolazione è molto rallentata.
Disagi e allagamenti a Milano
Il capoluogo lombardo e l'hinterland hanno riscontrato una serie di pesanti disagi e anche danni causati dalla pioggia torrenziale e dalla grandine. I fenomeni più intensi sono avvenuti fra le 2 e le 3 della notte, ma la pioggia è poi proseguita fino all'alba andando ad accrescere ulteriormente l'accumulo.
Le News del 2020
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Re: Le News del 2020
Ondata di caldo, diversi record battuti tra Balcani, Grecia e Turchia
L'ondata di caldo che interessa l'Europa sud orientale ha determinato diversi record di temperatura per il mese di maggio. Dopo il Sud Italia l'avvezione calda a matrice sub tropicale ha raggiunto i Balcani meridionali, la Grecia e la Turchia. I +39,9°C di Palermo Punta Raisi sono il nuovo record nazionale per il mese di maggio per quanto concerne le stazioni del WMO superando il precedente della stessa Punta Raisi del 14/5/2020 e quello di Trapani Birgi del 23/5/2006.
Battuto il record anche a Plora nell'isola di Creta; il picco di +41,8°C raggiunto il 16 maggio è il nuovo record nazionale mensile. Ma in Grecia si sono registrati anche +40,7°C a Kato Thitorea, fino a +38°C ad Atene. In Turchia il termometro ha toccato i +43,9°C nella provincia di Izimir; il dato batte il precedente di +42,8°C di Kirikhan del 30/05/2019. Diverse località in Turchia hanno superato la soglia dei +40°C con diversi record mensili battuti. In Serbia il 15 maggio è stato registrato il nuovo record per il mese di maggio a Nis con +35°,8°C. In Albania i +36,5° di Tirana superano il precedente record mensile di +35,9°C del maggio 1968.
Fonte: www.3bmeteo.com
L'ondata di caldo che interessa l'Europa sud orientale ha determinato diversi record di temperatura per il mese di maggio. Dopo il Sud Italia l'avvezione calda a matrice sub tropicale ha raggiunto i Balcani meridionali, la Grecia e la Turchia. I +39,9°C di Palermo Punta Raisi sono il nuovo record nazionale per il mese di maggio per quanto concerne le stazioni del WMO superando il precedente della stessa Punta Raisi del 14/5/2020 e quello di Trapani Birgi del 23/5/2006.
Battuto il record anche a Plora nell'isola di Creta; il picco di +41,8°C raggiunto il 16 maggio è il nuovo record nazionale mensile. Ma in Grecia si sono registrati anche +40,7°C a Kato Thitorea, fino a +38°C ad Atene. In Turchia il termometro ha toccato i +43,9°C nella provincia di Izimir; il dato batte il precedente di +42,8°C di Kirikhan del 30/05/2019. Diverse località in Turchia hanno superato la soglia dei +40°C con diversi record mensili battuti. In Serbia il 15 maggio è stato registrato il nuovo record per il mese di maggio a Nis con +35°,8°C. In Albania i +36,5° di Tirana superano il precedente record mensile di +35,9°C del maggio 1968.
Fonte: www.3bmeteo.com
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Re: Le News del 2020
E' tutto finito? L'estate, il sole e il caldo come TERAPIA anti-covid!
In Casa chi è rimasto? Quasi nessuno!
Molti si erano ormai quasi abituati a stare in casa per sfuggire da una vita che non a tutti piace in modo particolare, da qui la definizione di "sindrome della capanna": un luogo sicuro in cui vivere, senza fare brutti incontri, senza prendersi la pioggia, senza prendersi il covid, senza fare code in tangenziale, senza incontrare il capo rompiscatole, senza incrociare gli sguardi o condividere tempi e spazi con colleghi di lavoro o amici antipatici, senza calcio (di cui ci siamo finalmente disintossicati) ed è arrivato il "liberi tutti o quasi".
Atteso da molti, quasi più dagli adulti che dai bambini (contrariamente a quanto si possa credere), più che altro necessario a far ripartire un'economia altrimenti condannata alla paralisi. Ed' è comprensibile, giusto cosi, ma senza quella frenesia che stiamo osservando!
E' vero, molti non sono ancora partiti, molti si stanno riorganizzando, sfruttando le contromisure adottate dal governo per fronteggiare la crisi, ma tanti altri sono partiti all'attacco, assaltando con lunghe file i centri commerciali, i negozi di elettronica, quelli del fai da te, giardinaggio, etc.

Da lì capisci che la "sindrome della capanna" (ammesso ma non concesso che per molti sia stata davvero vissuta come tale) è finita e tutti sperano che non torni, e lo fanno cercando di tornare alla normalità, l'unica cosa che aiuta davvero a cancellare gli ultimi 60 giorni di "prigionia" forzata.
Ma c'è un'altra cosa che porta a pensare che l'emergenza sia dietro le spalle e che sconvolge i virologi: l'estate! Il sole, la luce, il caldo, il cielo azzurro, le urla dei bambini che sono tornati a giocare all'aperto nei parchi (e lì altro che distanziamento, favole da mass-media), le centinaia di famiglie che si muovono in bici.
Lo farà ancora di più il "rumore di fondo" della spiaggia, la musica trasmessa dai vari locali, che ci porterà ad allentare la guardia. La mascherina si abbasserà sempre più, già molti giovani anche a stretto contatto la tengono al collo e se la portano dietro per far contenta mamma.
In questo momento forse, per favorire un ulteriore calo dei contagi (un azzeramento almeno in Lombardia sembra difficile) sarebbe servita una settimana di pioggia per tutti, ma pioggia vera, dalla mattina alla sera e un po' di freddo.
In pratica una dilazione delle uscite avrebbe aiutato molto di più, invece cosi sembra proprio un nuovo "25 aprile", dove in pochi giorni si tornerà a fare ciò che si faceva prima, perché le abitudini di una vita non si cancellano in due mesi di lockdown, costi quel che costi.
Le file clamorose ai centri commerciali, i Navigli affollati, gli assembramenti in città alta a Bergamo, fanno credere che il nostro popolo dimentichi tutto molto in fretta, come si dimenticano i nubifragi, le nevicate e le grandinate.
Sarebbe bello poter dire: "ti ricordi del covid?", speriamo però di poterlo dire davvero e di non essere punto e a capo tra 15 giorni, pagando a caro prezzo questo voglia pazza di assembramento.
RIFLETTIAMO
In Casa chi è rimasto? Quasi nessuno!
Molti si erano ormai quasi abituati a stare in casa per sfuggire da una vita che non a tutti piace in modo particolare, da qui la definizione di "sindrome della capanna": un luogo sicuro in cui vivere, senza fare brutti incontri, senza prendersi la pioggia, senza prendersi il covid, senza fare code in tangenziale, senza incontrare il capo rompiscatole, senza incrociare gli sguardi o condividere tempi e spazi con colleghi di lavoro o amici antipatici, senza calcio (di cui ci siamo finalmente disintossicati) ed è arrivato il "liberi tutti o quasi".
Atteso da molti, quasi più dagli adulti che dai bambini (contrariamente a quanto si possa credere), più che altro necessario a far ripartire un'economia altrimenti condannata alla paralisi. Ed' è comprensibile, giusto cosi, ma senza quella frenesia che stiamo osservando!
E' vero, molti non sono ancora partiti, molti si stanno riorganizzando, sfruttando le contromisure adottate dal governo per fronteggiare la crisi, ma tanti altri sono partiti all'attacco, assaltando con lunghe file i centri commerciali, i negozi di elettronica, quelli del fai da te, giardinaggio, etc.

Da lì capisci che la "sindrome della capanna" (ammesso ma non concesso che per molti sia stata davvero vissuta come tale) è finita e tutti sperano che non torni, e lo fanno cercando di tornare alla normalità, l'unica cosa che aiuta davvero a cancellare gli ultimi 60 giorni di "prigionia" forzata.
Ma c'è un'altra cosa che porta a pensare che l'emergenza sia dietro le spalle e che sconvolge i virologi: l'estate! Il sole, la luce, il caldo, il cielo azzurro, le urla dei bambini che sono tornati a giocare all'aperto nei parchi (e lì altro che distanziamento, favole da mass-media), le centinaia di famiglie che si muovono in bici.
Lo farà ancora di più il "rumore di fondo" della spiaggia, la musica trasmessa dai vari locali, che ci porterà ad allentare la guardia. La mascherina si abbasserà sempre più, già molti giovani anche a stretto contatto la tengono al collo e se la portano dietro per far contenta mamma.
In questo momento forse, per favorire un ulteriore calo dei contagi (un azzeramento almeno in Lombardia sembra difficile) sarebbe servita una settimana di pioggia per tutti, ma pioggia vera, dalla mattina alla sera e un po' di freddo.
In pratica una dilazione delle uscite avrebbe aiutato molto di più, invece cosi sembra proprio un nuovo "25 aprile", dove in pochi giorni si tornerà a fare ciò che si faceva prima, perché le abitudini di una vita non si cancellano in due mesi di lockdown, costi quel che costi.
Le file clamorose ai centri commerciali, i Navigli affollati, gli assembramenti in città alta a Bergamo, fanno credere che il nostro popolo dimentichi tutto molto in fretta, come si dimenticano i nubifragi, le nevicate e le grandinate.
Sarebbe bello poter dire: "ti ricordi del covid?", speriamo però di poterlo dire davvero e di non essere punto e a capo tra 15 giorni, pagando a caro prezzo questo voglia pazza di assembramento.
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Re: Le News del 2020
Bel Tempo in queste sulle nostre Orobie, ma.........
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Dal satellite è ben visibile il fronte perturbato che giungerà in serata sulle Orobie, riportando rovesci e temporali localmente intensi.


Dal satellite è ben visibile il fronte perturbato che giungerà in serata sulle Orobie, riportando rovesci e temporali localmente intensi.

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Re: Le News del 2020
L'inquinamento sui libri di scuola: quasi solo CO2!
Sui libri di scuola media si parla di clima e di atmosfera con approfondimenti legati solo al riscaldamento globale e all’aumento della CO2; poco o nulla sull’inquinamento e sui veri killer dell’aria che respiriamo.

Si oscilla dalle 8 alle 15 pagine, su un totale di 300-350 pagine totali, ossia quelle dei tre volumi spalmati sui tre anni di scuola.
Un po’ pochino si direbbe, se consideriamo l’importanza del tempo meteorologico nelle nostre attività quotidiane, la sua influenza sulle attività produttive, sociali, ricreative, sui trasporti e perfino sulla salute; l’importanza del clima e dei suoi fattori nei campi più svariati: dall’ecologia all’economia, dalle comunicazioni alla produzione di energia ecc.
Pochissimo se consideriamo che la cultura di base scientifica per molti studenti (anche oltre il 30% in molte zone d’Italia) si ferma a quella della scuola media. Ancora meno se consideriamo che gli approfondimenti e le schede suppletive prediligono, come argomento preferenziale, l’aumento della CO2 in atmosfera e il riscaldamento globale; come se da solo fosse causa o aiutasse a spiegare tutti i mali che vengono dal cielo (in senso geofisico e non religioso n.d.a.).
Ma se alla parzialità e riduttività degli orizzonti culturali scientifici si aggiunge l’uniformità delle argomentazioni, ecco servito il palinsesto della manipolazione più o meno consapevole della coscienza collettiva e, quel che è peggio, fin dalla sua prima formazione. Scendendo nel dettaglio si legge infatti dell’effetto serra, delle sue cause, della sua amplificazione per colpa delle attività umane e delle sue conseguenze.
Ma se alla parzialità e riduttività degli orizzonti culturali scientifici si aggiunge l’uniformità delle argomentazioni, ecco servito il palinsesto della manipolazione più o meno consapevole della coscienza collettiva e, quel che è peggio, fin dalla sua prima formazione. Scendendo nel dettaglio si legge infatti dell’effetto serra, delle sue cause, della sua amplificazione per colpa delle attività umane e delle sue conseguenze.
Si dice che è causato principalmente dalla CO2 (le percentuali di gas ad effetto serra sono però tutte diverse), che quest’ultima sta aumentando come non mai a causa delle attività umane e che pertanto è conseguenza di un surriscaldamento del pianeta mai visto prima. Vengono presentati numeri e dati, talvolta esagerati (in un libro si legge che il livello di CO2 è il massimo da 500.000 anni), spesso errati (si legge di raddoppio della concentrazione di CO2 nei primi decenni del 2000) e sempre connessi con l’aumento delle temperature, ma solo in modo provocatorio, con grafici “didattici” degni della famosa “hockey stick” dell’IPCC.
Talvolta l’effetto serra è associato alla sovrappopolazione, spesso al disboscamento e alla desertificazione, come effetto di questi ultimi fenomeni; in altri libri ne diventa invece causa. Ma proprio sulle conseguenze dell’effetto serra i vari libri si scatenano sulle previsioni più strambe ed apocalittiche. Alcuni citano aumenti di temperatura media fino a 9°C entro la fine del secolo; altri, più guardinghi, si fermano ad un “misero” 1,4°C. Qualcuno parla di estinzioni, ma soprattutto di vegetali!
Onnipresente l’innalzamento del livello dei mari e lo scioglimento delle calotte polari. Poi però ci sono solo le foto dei crolli di pareti ghiacciate del Perito Moreno in Patagonia, uno dei tanti ghiacciai in avanzamento. Ma clamorose sono le previsioni di innalzamento del livello dei mari e ancor di più le cartine di riferimento, con intere nazioni che scompaiono tra i flutti e calotte glaciali sventrate.
Si cita qua e là il Protocollo di Kyoto, le assurdità sulle previsioni di riduzione delle emissioni di gas serra, le colpe dei soliti e l’impotente indifferenza di tutti, compresi i lettori e i fruitori del libro stesso. Al secondo posto fra le emergenze sul clima e inquinamento atmosferico, il proverbiale “buco dell’ozono”. Al terzo posto, a pari merito, lo smog cittadino, trattato in modo tanto generico, quanto riduttivo; ma ciò che più preoccupa è la sua assenza da quasi metà dei libri.
Ben poco si trova sull’inquinamento dell’aria sensu stricto; quella delle nostre città e dei nostri territori; quella che tutti i giorni dobbiamo, nostro malgrado, inalare continuamente. 4 righe sui gas di scarico delle autovetture, delle caldaie da riscaldamento, delle centrali a combustibile, delle industrie, degli inceneritori, dei termovalorizzatori, dei prodotti disinfestanti, antiparassitari, perfino deodoranti.
4 righe in croce sul particolato pm10, sulle diossine, sul benzene cancerogeno e i suoi derivati, sui composti clorurati, sul monossido di carbonio, sull’ozono, sugli ossidi di zolfo e di azoto e su tutti quei radicali liberi che ogni giorno produciamo nei nostri abitati e lungo le nostre strade. Il capro espiatorio resta sempre l’inerte CO2, incolore, insapore, inodore, ma soprattutto innocua per la salute. Molti studenti credono ormai che sia un veleno infallibile.
La cultura scientifica e la responsabilità della salute delle future generazioni passa dunque solo attraverso il buon senso e la preparazione degli insegnanti. È stato ampiamente dimostrato che ciò che si assimila durante la vita scolastica, costituisce il fondamento della sensibilità e della cultura futura.
Sui libri di scuola media si parla di clima e di atmosfera con approfondimenti legati solo al riscaldamento globale e all’aumento della CO2; poco o nulla sull’inquinamento e sui veri killer dell’aria che respiriamo.

Si oscilla dalle 8 alle 15 pagine, su un totale di 300-350 pagine totali, ossia quelle dei tre volumi spalmati sui tre anni di scuola.
Un po’ pochino si direbbe, se consideriamo l’importanza del tempo meteorologico nelle nostre attività quotidiane, la sua influenza sulle attività produttive, sociali, ricreative, sui trasporti e perfino sulla salute; l’importanza del clima e dei suoi fattori nei campi più svariati: dall’ecologia all’economia, dalle comunicazioni alla produzione di energia ecc.
Pochissimo se consideriamo che la cultura di base scientifica per molti studenti (anche oltre il 30% in molte zone d’Italia) si ferma a quella della scuola media. Ancora meno se consideriamo che gli approfondimenti e le schede suppletive prediligono, come argomento preferenziale, l’aumento della CO2 in atmosfera e il riscaldamento globale; come se da solo fosse causa o aiutasse a spiegare tutti i mali che vengono dal cielo (in senso geofisico e non religioso n.d.a.).
Ma se alla parzialità e riduttività degli orizzonti culturali scientifici si aggiunge l’uniformità delle argomentazioni, ecco servito il palinsesto della manipolazione più o meno consapevole della coscienza collettiva e, quel che è peggio, fin dalla sua prima formazione. Scendendo nel dettaglio si legge infatti dell’effetto serra, delle sue cause, della sua amplificazione per colpa delle attività umane e delle sue conseguenze.
Ma se alla parzialità e riduttività degli orizzonti culturali scientifici si aggiunge l’uniformità delle argomentazioni, ecco servito il palinsesto della manipolazione più o meno consapevole della coscienza collettiva e, quel che è peggio, fin dalla sua prima formazione. Scendendo nel dettaglio si legge infatti dell’effetto serra, delle sue cause, della sua amplificazione per colpa delle attività umane e delle sue conseguenze.
Si dice che è causato principalmente dalla CO2 (le percentuali di gas ad effetto serra sono però tutte diverse), che quest’ultima sta aumentando come non mai a causa delle attività umane e che pertanto è conseguenza di un surriscaldamento del pianeta mai visto prima. Vengono presentati numeri e dati, talvolta esagerati (in un libro si legge che il livello di CO2 è il massimo da 500.000 anni), spesso errati (si legge di raddoppio della concentrazione di CO2 nei primi decenni del 2000) e sempre connessi con l’aumento delle temperature, ma solo in modo provocatorio, con grafici “didattici” degni della famosa “hockey stick” dell’IPCC.
Talvolta l’effetto serra è associato alla sovrappopolazione, spesso al disboscamento e alla desertificazione, come effetto di questi ultimi fenomeni; in altri libri ne diventa invece causa. Ma proprio sulle conseguenze dell’effetto serra i vari libri si scatenano sulle previsioni più strambe ed apocalittiche. Alcuni citano aumenti di temperatura media fino a 9°C entro la fine del secolo; altri, più guardinghi, si fermano ad un “misero” 1,4°C. Qualcuno parla di estinzioni, ma soprattutto di vegetali!
Onnipresente l’innalzamento del livello dei mari e lo scioglimento delle calotte polari. Poi però ci sono solo le foto dei crolli di pareti ghiacciate del Perito Moreno in Patagonia, uno dei tanti ghiacciai in avanzamento. Ma clamorose sono le previsioni di innalzamento del livello dei mari e ancor di più le cartine di riferimento, con intere nazioni che scompaiono tra i flutti e calotte glaciali sventrate.
Si cita qua e là il Protocollo di Kyoto, le assurdità sulle previsioni di riduzione delle emissioni di gas serra, le colpe dei soliti e l’impotente indifferenza di tutti, compresi i lettori e i fruitori del libro stesso. Al secondo posto fra le emergenze sul clima e inquinamento atmosferico, il proverbiale “buco dell’ozono”. Al terzo posto, a pari merito, lo smog cittadino, trattato in modo tanto generico, quanto riduttivo; ma ciò che più preoccupa è la sua assenza da quasi metà dei libri.
Ben poco si trova sull’inquinamento dell’aria sensu stricto; quella delle nostre città e dei nostri territori; quella che tutti i giorni dobbiamo, nostro malgrado, inalare continuamente. 4 righe sui gas di scarico delle autovetture, delle caldaie da riscaldamento, delle centrali a combustibile, delle industrie, degli inceneritori, dei termovalorizzatori, dei prodotti disinfestanti, antiparassitari, perfino deodoranti.
4 righe in croce sul particolato pm10, sulle diossine, sul benzene cancerogeno e i suoi derivati, sui composti clorurati, sul monossido di carbonio, sull’ozono, sugli ossidi di zolfo e di azoto e su tutti quei radicali liberi che ogni giorno produciamo nei nostri abitati e lungo le nostre strade. Il capro espiatorio resta sempre l’inerte CO2, incolore, insapore, inodore, ma soprattutto innocua per la salute. Molti studenti credono ormai che sia un veleno infallibile.
La cultura scientifica e la responsabilità della salute delle future generazioni passa dunque solo attraverso il buon senso e la preparazione degli insegnanti. È stato ampiamente dimostrato che ciò che si assimila durante la vita scolastica, costituisce il fondamento della sensibilità e della cultura futura.
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Re: Le News del 2020
Le prime ondate di super caldo: in Pakistan raggiunti i 50 gradi
L'estate boreale inizia a scaldare i motori in tutti i continenti: dopo i primi 40°C toccati in Italia nei giorni scorsi, ecco arrivano le prime fortissime ondate di caldo anche nel continente asiatico. In particolare parliamo del Pakistan dove è stato raggiunto il muro clamoroso dei 50°C, davvero notevole per la fine di maggio.
La città di Jacobabad e la piccola località di Dadu hanno toccato per due giorni consecutivi i 50°C, capaci di rendere l'atmosfera infernale e soffocante in pieno giorno. Si tratta delle temperature più alte registrate sulla Terra da inizio 2020 e queste potrebbero addirittura essere superate nei prossimi giorni. Le stesse località potrebbero difatti sfiorare i 52°C entro il week-end.
Il gran caldo sta avvolgendo non solo il Pakistan ma gran parte del Golfo Persico: le cause risiedono nella presenza dell'anticiclone sub-tropicale permanente che tra la fine di maggio e l'inizio di giugno solitamente sposta il proprio baricentro tra la penisola arabica, il Medio Oriente e l'Asia meridionale. Questa figura barica ha la capacità di stazionare anche per settimane sulle stesse aree, favorendo un eccezionale accumulo di aria calda e secca nei bassi strati.
La presenza di vasti deserti in queste aree ne è la prova.
L'estate boreale inizia a scaldare i motori in tutti i continenti: dopo i primi 40°C toccati in Italia nei giorni scorsi, ecco arrivano le prime fortissime ondate di caldo anche nel continente asiatico. In particolare parliamo del Pakistan dove è stato raggiunto il muro clamoroso dei 50°C, davvero notevole per la fine di maggio.
La città di Jacobabad e la piccola località di Dadu hanno toccato per due giorni consecutivi i 50°C, capaci di rendere l'atmosfera infernale e soffocante in pieno giorno. Si tratta delle temperature più alte registrate sulla Terra da inizio 2020 e queste potrebbero addirittura essere superate nei prossimi giorni. Le stesse località potrebbero difatti sfiorare i 52°C entro il week-end.
Il gran caldo sta avvolgendo non solo il Pakistan ma gran parte del Golfo Persico: le cause risiedono nella presenza dell'anticiclone sub-tropicale permanente che tra la fine di maggio e l'inizio di giugno solitamente sposta il proprio baricentro tra la penisola arabica, il Medio Oriente e l'Asia meridionale. Questa figura barica ha la capacità di stazionare anche per settimane sulle stesse aree, favorendo un eccezionale accumulo di aria calda e secca nei bassi strati.
La presenza di vasti deserti in queste aree ne è la prova.
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Re: Le News del 2020
Cielo tempestoso su Cape Canaveral: la NASA costretta a rinviare il lancio della Crew Dragon
Era atteso da ben nove anni ed ora bisognerà attendere altri due giorni. Il lancio della Crew Dragon previsto ieri da Cape Canaveral, in Florida, è stato rinviato a causa delle avverse condizioni meteorologiche tra la delusione di tutti i componenti della missione spaziale.
La NASA ha rimandato il lancio del razzo a sabato 30 maggio alle 21.22, sempre dal John F. Kennedy Space Center di Cape Canaveral dove nelle ultime ore si è abbattuta una vera e propria tempesta. Il cielo sulla base di lancio ha assunto colori davvero impressionanti ieri, suscitando tantissima preoccupazione fra l'equipaggio e gli addetti ai lavori, tale da costringere al rinvio della missione. Bob Behnken e Dug Hurley erano seduti da più di due ore mentre tecnici e ingegneri controllavano ogni minimo dettaglio. I portelli si erano chiusi attorno alle 20.30 ma durante gli ultimi minuti del countdown è stata presa la decisione di rimandare il lancio al 30 maggio.
Al lancio della navicella erano arrivati anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo vice, Mike Pence. Niente pubblico al fine di evitare assembramenti in ottica coronavirus. Su Cape Canaveral si è abbattuto un forte temporale, anticipato da una shelf cloud davvero prorompente che ha inquietato tanti addetti ai lavori. Si tratta di un fenomeno tipico dei temporali intensi, sviluppato dallo scontro tra l'aria calda presente al suolo e l'aria molto più fredda in alta quota che tenta di scendere al suolo.
Qual è la missione della Crew Dragon
La Dragon, spinta da un razzo Falcon 9, avrebbe viaggiato (lo farà il 30 maggio) verso la ISS (stazione spaziale internazionale) dove Behnken e Hurley testeranno i sistemi della Dragon, per verificare che tutto funzioni.
La missione avrà lo scopo di completare il processo di convalida per le operazioni di certificazione del volo spaziale umano sulla navicella Crew Dragon di SpaceX. In caso di successo, il volo dimostrativo consentirà la certificazione umana della Crew Dragon, del razzo Falcon 9, del sistema di trasporto dell'equipaggio, della rampa di lancio e delle capacità di SpaceX.
Era atteso da ben nove anni ed ora bisognerà attendere altri due giorni. Il lancio della Crew Dragon previsto ieri da Cape Canaveral, in Florida, è stato rinviato a causa delle avverse condizioni meteorologiche tra la delusione di tutti i componenti della missione spaziale.
La NASA ha rimandato il lancio del razzo a sabato 30 maggio alle 21.22, sempre dal John F. Kennedy Space Center di Cape Canaveral dove nelle ultime ore si è abbattuta una vera e propria tempesta. Il cielo sulla base di lancio ha assunto colori davvero impressionanti ieri, suscitando tantissima preoccupazione fra l'equipaggio e gli addetti ai lavori, tale da costringere al rinvio della missione. Bob Behnken e Dug Hurley erano seduti da più di due ore mentre tecnici e ingegneri controllavano ogni minimo dettaglio. I portelli si erano chiusi attorno alle 20.30 ma durante gli ultimi minuti del countdown è stata presa la decisione di rimandare il lancio al 30 maggio.
Al lancio della navicella erano arrivati anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il suo vice, Mike Pence. Niente pubblico al fine di evitare assembramenti in ottica coronavirus. Su Cape Canaveral si è abbattuto un forte temporale, anticipato da una shelf cloud davvero prorompente che ha inquietato tanti addetti ai lavori. Si tratta di un fenomeno tipico dei temporali intensi, sviluppato dallo scontro tra l'aria calda presente al suolo e l'aria molto più fredda in alta quota che tenta di scendere al suolo.
Qual è la missione della Crew Dragon
La Dragon, spinta da un razzo Falcon 9, avrebbe viaggiato (lo farà il 30 maggio) verso la ISS (stazione spaziale internazionale) dove Behnken e Hurley testeranno i sistemi della Dragon, per verificare che tutto funzioni.
La missione avrà lo scopo di completare il processo di convalida per le operazioni di certificazione del volo spaziale umano sulla navicella Crew Dragon di SpaceX. In caso di successo, il volo dimostrativo consentirà la certificazione umana della Crew Dragon, del razzo Falcon 9, del sistema di trasporto dell'equipaggio, della rampa di lancio e delle capacità di SpaceX.
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Re: Le News del 2020
Ancora valori termici nel complesso gradevoli sulla nostra Penisola in questo primo lunedi di giugno. Segnaliamo comunque 27° ad Alghero e Grosseto, 26° a Ferrara, Verona, Bolzano, Aosta, Firenze, Parma, Piacenza e Roma.
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Re: Le News del 2020
Maltempo oggi.....
Notte di forte maltempo in Toscana: Garfagnana e lucchesia duramente colpite
Come in Emilia anche in Toscana si è abbattuta una forte ondata di maltempo fra la tarda serata di ieri e la nottata, per effetto di un violento sistema temporalesco che ha interessato soprattutto l'area costiera e il primo entroterra della Toscana settentrionale.
Pesanti nubifragi, accompagnati da frequenti fulminazioni e raffiche di vento, hanno colpito in particolar modo la Garfagnana e la lucchesia. I fenomeni più intensi si sono sviluppati nella media Valle del Serchio e nella Val di Lima dove sono caduti fino a 200 mm di pioggia in poco più di 6 ore.
Le forti precipitazioni hanno causato allagamenti, esondazioni, smottamenti e crollo di alberi: particolarmente colpiti i comuni di Gallicano, Barga, Fabbriche di Vergemoli, Castelnuovo Garfagnana e Coreglia Antelminelli dove, in quest'ultimo, ci sono anche alcune famiglie isolate. Anche in Versilia, a Stazzema, sono state segnalate numerose criticità su strade provinciali e comunali. Interessati in forma minore anche altri comuni, come Pescaglia, Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca.
Le piogge torrenziali cadute in poco tempo hanno determinato un innalzamento repentino dei corsi d'acqua: il fiume Serchio e il suo massimo affluente da sinistra, la Lima, si sono pericolosamente ingrossati, fortunatamente senza provocare esondazioni. Per tutta la notte la situazione è stata monitorata dalla Protezione Civile.
Barga (provincia di Lucca): danneggiato muro del duomo.
Maltempo anche....
Pesante maltempo nella notte in Emilia: frane e fango nel bolognese
Nottata di forte maltempo in Emilia Romagna quella appena trascorsa. E' l'area del bolognese a dover contare i danni maggiori.
Un violento temporale ha causato allagamenti e smottamenti soprattutto nell'area metropolitana di Bologna. Fra le località più colpite figurano Gaggio, Castiglione dei Pepoli e Porretta Terme. Grande lavoro dei vigili del fuoco per aziende allagate soprattutto tra Pianoro e Gaggio. In località Granaglione una frana ha bloccato residenti e persone che transitavano in auto sulla Sp 55. Sempre a Granaglione è stata evacuata una donna dalla sua abitazione per pericolo di smottamenti.
A Bologna nella tarda serata di ieri un fulmine ha centrato un condominio causando un black-out, ma fortunatamente senza nessuna conseguenza per le persone che abitavano nella struttura. Ci sono stati interventi anche per pali pericolanti e alberi abbattuti, come a Monghidoro, in via Marino Finzi, dove una pianta è caduta sulla strada.
Notte di forte maltempo in Toscana: Garfagnana e lucchesia duramente colpite
Come in Emilia anche in Toscana si è abbattuta una forte ondata di maltempo fra la tarda serata di ieri e la nottata, per effetto di un violento sistema temporalesco che ha interessato soprattutto l'area costiera e il primo entroterra della Toscana settentrionale.
Pesanti nubifragi, accompagnati da frequenti fulminazioni e raffiche di vento, hanno colpito in particolar modo la Garfagnana e la lucchesia. I fenomeni più intensi si sono sviluppati nella media Valle del Serchio e nella Val di Lima dove sono caduti fino a 200 mm di pioggia in poco più di 6 ore.
Le forti precipitazioni hanno causato allagamenti, esondazioni, smottamenti e crollo di alberi: particolarmente colpiti i comuni di Gallicano, Barga, Fabbriche di Vergemoli, Castelnuovo Garfagnana e Coreglia Antelminelli dove, in quest'ultimo, ci sono anche alcune famiglie isolate. Anche in Versilia, a Stazzema, sono state segnalate numerose criticità su strade provinciali e comunali. Interessati in forma minore anche altri comuni, come Pescaglia, Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca.
Le piogge torrenziali cadute in poco tempo hanno determinato un innalzamento repentino dei corsi d'acqua: il fiume Serchio e il suo massimo affluente da sinistra, la Lima, si sono pericolosamente ingrossati, fortunatamente senza provocare esondazioni. Per tutta la notte la situazione è stata monitorata dalla Protezione Civile.
Barga (provincia di Lucca): danneggiato muro del duomo.
Maltempo anche....
Pesante maltempo nella notte in Emilia: frane e fango nel bolognese
Nottata di forte maltempo in Emilia Romagna quella appena trascorsa. E' l'area del bolognese a dover contare i danni maggiori.
Un violento temporale ha causato allagamenti e smottamenti soprattutto nell'area metropolitana di Bologna. Fra le località più colpite figurano Gaggio, Castiglione dei Pepoli e Porretta Terme. Grande lavoro dei vigili del fuoco per aziende allagate soprattutto tra Pianoro e Gaggio. In località Granaglione una frana ha bloccato residenti e persone che transitavano in auto sulla Sp 55. Sempre a Granaglione è stata evacuata una donna dalla sua abitazione per pericolo di smottamenti.
A Bologna nella tarda serata di ieri un fulmine ha centrato un condominio causando un black-out, ma fortunatamente senza nessuna conseguenza per le persone che abitavano nella struttura. Ci sono stati interventi anche per pali pericolanti e alberi abbattuti, come a Monghidoro, in via Marino Finzi, dove una pianta è caduta sulla strada.