da L'Eco di Bergamo
Non lasciamo morire San Simone» Villeggianti in campo per il rilancio
Valleve. Il comitato: «Pronti ad autotassarci per far ripartire gli impianti di risalita» Il proprietario: «Prima il Comune ci restituisca il ramo d’azienda». Vertice il 9 settembre
«Noi villeggianti raccoglieremo le firme per mettere attorno a un tavolo il Comune, la Regione, i curatori fallimentari, gli esercenti e il proprietario degli impianti: San Simone non può morire, a costo di autotassarci. Vogliamo chiarezza, senso di responsabilità e risposte, ciò che finora è mancato». Per ora in effetti abbondano soprattutto le domande: perché San Simone è sull’orlo del baratro? Chi e che cosa l’hanno portata a questo punto, «ma soprattutto che cosa si può fare per risalire dall’abisso e far rinascere la stazione ?», si chiede Gianpaolo Bossini, dirigente d’azienda milanese, uno dei villeggianti di San Simone che ha deciso di uscire allo scoperto per mettere mani e testa nel pasticciaccio di Valleve. Sciogliere la matassa, tornare al futuro, è la missione salvezza del nascente comitato dei villeggianti di San Simone, «per ora una cinquantina di persone, in rappresentanza del condominio Sci Sole e di altri condomini», dice Bossini, che si definisce promotore, non porvoce, del gruppo e assicura che il consenso all’iniziativa si sta allargando. «Abbiamo pubblicato un posto nella nostra pagina Facebook costituita ad hoc che ha già raccolto adesioni e condivisioni. Il 9 settembre vogliamo convocare un incontro con tutte le parti in causa, amministrazione, istituzioni, privati, turisti. Faremo volantinaggio, passeremo parola sui social. Vogliamo chiarezza, basta con le bugie, le mezze verità, le sorprese: lo scorso inverno ci siamo ritrovati con gli impianti chiusi senza sapere perché, abbiamo scoperto dell’inchiesta e del crack della Brembo Super Ski leggendo i giornali, siamo stati ignorati dall’amministrazione comunale che ci ha propinato promesse non mantenute: un albergo da costruire per rilanciare gli investimenti, l’impianto d’innevamento artificiale. Tutto rimasto sulla carta. Siamo arrabbiati». Bossini e gli altri villeggianti erano arrabbiati anche due mesi fa, il giorno in cui si riunirono in piazza, a Valleve, per protestare contro l’arrivo dei richiedenti asilo, alloggiati all’hotel San Simone. «Vero, ma ora è chiaro che i profughi non c’entrano nulla, non sono loro il problema, pensarlo vuol dire nascondere la testa sotto la sabbia – dice Bossini –. Anzi, l’arrivo dei profughi è stata la scintilla per capire come sono davvero le cose, ci ha aperto gli occhi su che cosa è successo in questi anni a San Simone e perchè ora si debba cambiare». A costo di autotassarsi, dice Bossini, purché ci sia un’idea condivisa, un progetto di rilancio. «Potremmo pensare a un ruolo nella gestione degli impianti, magari attraverso un comitato di controllo finanziario che vigili su ogni singolo centesimo, ma prima dovremo ragionare sui costi e soprattutto ricevere garanzie sul fatto che tutte le parti si assumano finalmente la responsabilità della stazione. Sarà un’ impresa, ma non vogliamo lasciare morire San Simone». Ma tra dire e riuscire c’è di mezzo una battaglia. Il costituente comitato dei villeggianti dovrà fare da cuscinetto nella querelle tra il Comune di Valleve e la San Simone Evolution di Franco Quarti, proprietaria di parte degli impianti della stazione. «Il comitato vuole trovare una soluzione? I villeggianti hanno capito che il problema non sono i profughi alloggiati nel nostro albergo, ma il punto è un altro – spiega Quarti –. Fino a quando alla San Simone non verrà restituito il ramo d’azienda di cui è proprietaria e che viene detenuto in modo illegittimo dal Comune, non siamo disposti a sederci ad alcun tavolo. Abbiamo già inviato tre diffide per la restituzione del ramo d’azienda e non abbiamo ricevuto risposta. La restituzione degli impianti è il primo, imprescindibile passo, siamo stanchi di essere presi in giro». Nessuna risposta per ora dal Comune di Valleve. In serata non è stato possibile contattare il sindaco Santo Cattaneo per capire come l’amministrazione comunale giocherà questa partita. Proverà a farlo il comitato dei villeggianti, entro il 9 settembre.
Sciare a Foppolo-Carona SKI
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Vendono il Ristoro Camoscio a S. Simone
A seguito di un prestito alla BSS ora fallita, la proprietà della baita Ristoro Camoscio passa ad una società di leasing di Brescia. Fulvio Berera del K2 di Foppolo si fa avanti per un'offerta di acquisto, fra l'altro è già proprietario in maniera indivisa di questi terreni a S. Simone. Contrario a tale operazione Cattaneo, il sindaco di Valleve e attuale gestore, ritiene scorretta tale operazione di vendita della baita in quanto lui l'aveva ricevuta dalla società S.Simone Evolution... Da come si intuisce, ultimamente si va verso un accentramento nel comprensorio sciistico ?
A seguito di un prestito alla BSS ora fallita, la proprietà della baita Ristoro Camoscio passa ad una società di leasing di Brescia. Fulvio Berera del K2 di Foppolo si fa avanti per un'offerta di acquisto, fra l'altro è già proprietario in maniera indivisa di questi terreni a S. Simone. Contrario a tale operazione Cattaneo, il sindaco di Valleve e attuale gestore, ritiene scorretta tale operazione di vendita della baita in quanto lui l'aveva ricevuta dalla società S.Simone Evolution... Da come si intuisce, ultimamente si va verso un accentramento nel comprensorio sciistico ?

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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
a mio giudizio la frammentazione delle proprietà, tra l'altro non chiarissime in alcuni parti, e degli interessi è uno degli ostacoli maggiori alla definizione del post BSS.
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Da L'Eco di Bergamo
Foppolo, un groviglio di proprietà Incertezza sulla stagione bianca
Impianti da sci. Scade oggi la proposta agli amministratori. Sullo sfondo il nodo della telecabina.
Mancano solo tre mesi al via e le operazioni immobiliari rischiano di incontrare troppi ostacoli
Skilift e seggiovie da far ripartire, rifugi da comprare, terrazze da valutare, cordate da accordare, altre da sbloccare. Matasse aggrovigliate, nodi, circoli apparentemente viziosi quasi ovunque. Alta Valle Brembana, fine estate. Mentre sullo sfondo resta lo spettro dell’inchiesta penale attesa a una svolta d’autunno, tra Foppolo, Carona e San Simone, i lati dell’antico triangolo della Brembo Super Ski, s’intrecciano nodi e si fa il conto alla rovescia. Tre mesi all’inizio dell’inverno astronomico, molto meno tempo per far ripartire le stazioni o la stazione.
L’accordo difficile
Per quella di Foppolo, per esempio, i curatori del fallimento della Brembo Super Ski sono ancora in attesa della risposta dal Comune. Oggetto dell’attesa è la proposta su più punti, fondamentalmente tre, sottoposta al sindaco Beppe Berera e alla sua amministrazione e con una prima scadenza oggi. In sostanza la proposta è centrata sull’ipotesi di una condivisione di fondo della gestione provvisoria della stazione per il prossimo inverno, con ruoli distinti: la gestione vera e propria ai curatori; una percentuale sui ricavi della gestione al Comune, a condizione che l’amministrazione conceda ai curatori l’uso dei due impianti di sua proprietà (Quarta Baita e Montebello), o quanto meno considerati tali dal giudice dopo la mancata rivendica della Devil Peak. A oggi la risposta del Comune non è ancora arrivata, anche perché a Foppolo sembrano considerare primaria la vicenda della nuova telecabina e la necessità di entrarne in possesso per poter completare i lavori entro la fine dell’anno, secondo le indicazioni della Regione che ne ha finanziato l’acquisto con un prestito di due milioni e mezzo. Ma anche su questo per ora le strade divergono e la sensazione è che l’intesa tra Comune e curatori sia poco più che un auspicio. Ma in questa fine estate di attesa, il filo rosso dell’impasse, almeno apparente, lega Foppolo a San Simone, la necessità di ripartire con quella di non sparire, la questione degli impianti con quella dei terreni e dei rifugi, vedi l’emblematico caso del rifugio il Camoscio.
Le proprietà dei terreni
Qualche settimana fa Fulvio Berera, titolare del K2 di Foppolo, ha presentato un’offerta per l’acquisto del rifugio, gestito dal sindaco di Valleve Santo Cattaneo e tornato in mano alla società di leasing di Brescia dopo il fallimento della Brembo Super Ski. Base d’asta attorno ai 38 mila euro, offerta stimata tra 25 e 30 mila euro, finanziamento all’epoca del leasing alla Bss pari a circa 250 mila euro (500 mila complessivi comprendendo il finanziamento per il rifugio Lo Scoiattolo). Al netto del macroscopico divario tra la somma finanziata dal leasing e l’attuale valore stimato, Berera è sempre in attesa di una risposta ma la questione potrebbe essere più complicata. Il terreno sul quale sorge il rifugio è un insieme di paghe indivise nel quale ogni proprietario ha uguale diritti a prescindere dalla quota di terreno che possiede. Fulvio Berera e il gruppo di famiglia che rappresenta ha la quota di maggioranza dei terreni sui quali sorge il Camoscio, ma per poterlo acquistare deve trovare un accordo con tutti gli altri proprietari, tra i quali il Comune di Valleve che ha una quota di minoranza.
Camoscio e Salomon
Non facile, con il sindaco in versione gestore di un rifugio costruito dalla Bss dopo l’incendio del vecchio Camoscio e dato in gestione con una procedura d’urgenza senza poi passare da un bando annuale. Con l’ulteriore spada di Damocle del Pgt comunale che in tempi non così lunghi potrebbe far valere sulla zonna in cui sorge il rifugio (e lo stesso Camoscio) la prevalenza dell’interesse pubblico. In definitiva con difficoltà simili Fulvio Berera rischia di ritrovarsi anche nella vicenda della terrazza Salomon di Foppolo, anch’essa costruita su terreni con paghe indivise. La differenza semmai è nella spartizione delle quote. In questo caso l’azionista di maggioranza è la Devil Peak, la società che ha realizzato il Belmont per il quale nei giorni scorsi ha lanciato il proprio ingresso in campo il manager Massimo Moretti, e teoricamente proprietaria dei due impianti di Foppolo prelevati anni fa dal fallimento della Foppolo Evolution. Il fronte di San Simone In questo intricato dedalo di legami da decifrare, contratti più o meno anomali e sinergie vecchie e nuove, si muovono anche i cosiddetti outsider. Lo sono per ora i villeggianti di alcuni condomini di San Simone, che nei giorni scorsi hanno annunciato la costituzione di un comitato per salvare la stazione e possibilmente far partire gli impianti per la prossima stagione. All’annuncio ha fatto seguito la costituzione formale del comitato e la convocazione di una sorta di stati generali per la salvezza della stazione fissata a Valleve il 9 settembre. Il comitato ha chiesto formalmente l’adesione del Comune, della Regione, della Provincia, della Comunità Montana e degli imprenditori legati alla stazione. Obiettivo: verificare la possibilità di creare una sinergia per San Simone, fare la conta di chi è disponibile e a quali condizioni, mettere mano nel caso alla gestione con un autofinanziamento. Il comitato di San Simone è in attesa di risposte. E anche il resto della valle.
Foppolo, un groviglio di proprietà Incertezza sulla stagione bianca
Impianti da sci. Scade oggi la proposta agli amministratori. Sullo sfondo il nodo della telecabina.
Mancano solo tre mesi al via e le operazioni immobiliari rischiano di incontrare troppi ostacoli
Skilift e seggiovie da far ripartire, rifugi da comprare, terrazze da valutare, cordate da accordare, altre da sbloccare. Matasse aggrovigliate, nodi, circoli apparentemente viziosi quasi ovunque. Alta Valle Brembana, fine estate. Mentre sullo sfondo resta lo spettro dell’inchiesta penale attesa a una svolta d’autunno, tra Foppolo, Carona e San Simone, i lati dell’antico triangolo della Brembo Super Ski, s’intrecciano nodi e si fa il conto alla rovescia. Tre mesi all’inizio dell’inverno astronomico, molto meno tempo per far ripartire le stazioni o la stazione.
L’accordo difficile
Per quella di Foppolo, per esempio, i curatori del fallimento della Brembo Super Ski sono ancora in attesa della risposta dal Comune. Oggetto dell’attesa è la proposta su più punti, fondamentalmente tre, sottoposta al sindaco Beppe Berera e alla sua amministrazione e con una prima scadenza oggi. In sostanza la proposta è centrata sull’ipotesi di una condivisione di fondo della gestione provvisoria della stazione per il prossimo inverno, con ruoli distinti: la gestione vera e propria ai curatori; una percentuale sui ricavi della gestione al Comune, a condizione che l’amministrazione conceda ai curatori l’uso dei due impianti di sua proprietà (Quarta Baita e Montebello), o quanto meno considerati tali dal giudice dopo la mancata rivendica della Devil Peak. A oggi la risposta del Comune non è ancora arrivata, anche perché a Foppolo sembrano considerare primaria la vicenda della nuova telecabina e la necessità di entrarne in possesso per poter completare i lavori entro la fine dell’anno, secondo le indicazioni della Regione che ne ha finanziato l’acquisto con un prestito di due milioni e mezzo. Ma anche su questo per ora le strade divergono e la sensazione è che l’intesa tra Comune e curatori sia poco più che un auspicio. Ma in questa fine estate di attesa, il filo rosso dell’impasse, almeno apparente, lega Foppolo a San Simone, la necessità di ripartire con quella di non sparire, la questione degli impianti con quella dei terreni e dei rifugi, vedi l’emblematico caso del rifugio il Camoscio.
Le proprietà dei terreni
Qualche settimana fa Fulvio Berera, titolare del K2 di Foppolo, ha presentato un’offerta per l’acquisto del rifugio, gestito dal sindaco di Valleve Santo Cattaneo e tornato in mano alla società di leasing di Brescia dopo il fallimento della Brembo Super Ski. Base d’asta attorno ai 38 mila euro, offerta stimata tra 25 e 30 mila euro, finanziamento all’epoca del leasing alla Bss pari a circa 250 mila euro (500 mila complessivi comprendendo il finanziamento per il rifugio Lo Scoiattolo). Al netto del macroscopico divario tra la somma finanziata dal leasing e l’attuale valore stimato, Berera è sempre in attesa di una risposta ma la questione potrebbe essere più complicata. Il terreno sul quale sorge il rifugio è un insieme di paghe indivise nel quale ogni proprietario ha uguale diritti a prescindere dalla quota di terreno che possiede. Fulvio Berera e il gruppo di famiglia che rappresenta ha la quota di maggioranza dei terreni sui quali sorge il Camoscio, ma per poterlo acquistare deve trovare un accordo con tutti gli altri proprietari, tra i quali il Comune di Valleve che ha una quota di minoranza.
Camoscio e Salomon
Non facile, con il sindaco in versione gestore di un rifugio costruito dalla Bss dopo l’incendio del vecchio Camoscio e dato in gestione con una procedura d’urgenza senza poi passare da un bando annuale. Con l’ulteriore spada di Damocle del Pgt comunale che in tempi non così lunghi potrebbe far valere sulla zonna in cui sorge il rifugio (e lo stesso Camoscio) la prevalenza dell’interesse pubblico. In definitiva con difficoltà simili Fulvio Berera rischia di ritrovarsi anche nella vicenda della terrazza Salomon di Foppolo, anch’essa costruita su terreni con paghe indivise. La differenza semmai è nella spartizione delle quote. In questo caso l’azionista di maggioranza è la Devil Peak, la società che ha realizzato il Belmont per il quale nei giorni scorsi ha lanciato il proprio ingresso in campo il manager Massimo Moretti, e teoricamente proprietaria dei due impianti di Foppolo prelevati anni fa dal fallimento della Foppolo Evolution. Il fronte di San Simone In questo intricato dedalo di legami da decifrare, contratti più o meno anomali e sinergie vecchie e nuove, si muovono anche i cosiddetti outsider. Lo sono per ora i villeggianti di alcuni condomini di San Simone, che nei giorni scorsi hanno annunciato la costituzione di un comitato per salvare la stazione e possibilmente far partire gli impianti per la prossima stagione. All’annuncio ha fatto seguito la costituzione formale del comitato e la convocazione di una sorta di stati generali per la salvezza della stazione fissata a Valleve il 9 settembre. Il comitato ha chiesto formalmente l’adesione del Comune, della Regione, della Provincia, della Comunità Montana e degli imprenditori legati alla stazione. Obiettivo: verificare la possibilità di creare una sinergia per San Simone, fare la conta di chi è disponibile e a quali condizioni, mettere mano nel caso alla gestione con un autofinanziamento. Il comitato di San Simone è in attesa di risposte. E anche il resto della valle.
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Tanti bla bla ...
Certo per qualcuno è stato più facile bloccare e disfare senza arrivare ad uno straccio di conclusione, ma chi fa nel bene e nel male son sempre quelli.
Dal punto di vista logistico nulla è cambiato dalla passata stagione, nessuno può permettersi di perdere la faccia bloccandone la riapertura... (solo il meteo potrebbe
)
Certo per qualcuno è stato più facile bloccare e disfare senza arrivare ad uno straccio di conclusione, ma chi fa nel bene e nel male son sempre quelli.
Dal punto di vista logistico nulla è cambiato dalla passata stagione, nessuno può permettersi di perdere la faccia bloccandone la riapertura... (solo il meteo potrebbe


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- thomas0770
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- Località: Milano - altezza 136 metri s.l.m. e Carona altezza 1100 metri s.l.m.
Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Ciao a tutti.
Tre mesi all'apertura della stagione e si sa ancora poco o nulla.
Il mio modesto pensiero, rivolto anche ai curatori, e che nell'incertezza, che qui abbonda, la gente si organizza in altro modo.
In sintesi ogni giorno perso è un danno enorme
Grazie
Tre mesi all'apertura della stagione e si sa ancora poco o nulla.
Il mio modesto pensiero, rivolto anche ai curatori, e che nell'incertezza, che qui abbonda, la gente si organizza in altro modo.
In sintesi ogni giorno perso è un danno enorme
Grazie
thomas70
Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Anche se non serve a molto in questa situazione dove tutti pensano ai propri interessi od a coprire affari poco chiari, concordo con Thomas, io sono convinto di spostare lo stagionale su Valtorta, dovrò sobbarcarmi un pò di strada ma almeno non rischio di buttare i soldi ed almeno per una stagione sono tranquillo anche per la neve visto gli investimenti fatti nell' artificiale....poi si vedrà in futuro!
Trabucco
- Daniele bovisio
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- Iscritto il: lunedì 22 novembre 2010, 10:28
- Località: Bovisio M. (MB) 188 m.s.l.m. - Cambrembo (BG) 1400 m.s.l.m.
Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Pienamente d^accordo tutti dovrebbero andare a valtortatrabucco ha scritto:Anche se non serve a molto in questa situazione dove tutti pensano ai propri interessi od a coprire affari poco chiari, concordo con Thomas, io sono convinto di spostare lo stagionale su Valtorta, dovrò sobbarcarmi un pò di strada ma almeno non rischio di buttare i soldi ed almeno per una stagione sono tranquillo anche per la neve visto gli investimenti fatti nell' artificiale....poi si vedrà in futuro!
san simone e foppolo allo sfascio
alla fine è quelo che volevano

Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone
Well we have made our travel arrangements for Christmas and next March. So we hope everything gets sorted for the season
Beh, abbiamo fatto i nostri programmi per Natale e marzo prossimo. Quindi è tutto sulla stagione.
Beh, abbiamo fatto i nostri programmi per Natale e marzo prossimo. Quindi è tutto sulla stagione.