Martedì 14 agosto 2012 - Carona, alta Valle Brembana - Alpi Orobie Bergamasche
Farno e cime di Valsanguigno. Praticamente di corsa
Quest’oggi il ridente paesino di Carona ha un ospite d’eccezione: nientepopodimeno che Ares l’enciclopedico. Insieme al sommo conoscitore orobico, ci dirigeremo verso il monte Farno, lo saliremo, cavalcheremo il crinale che prosegue nelle cime di Valsanguigno, per toccare infine la sommità del monte Pradella. Giro che permetterà al mio compare di portare a casa i 2000 metri di dislivello sindacali e di calcare la forse unica, dico io, montagna bergamasca mai salita prima d’ora. Per quanto riguarda me invece: avrò la possibilità di osservare i dintorni dei Laghi Gemelli da una prospettiva nuova e, perché no?, aggiungere tre nuovi picchi alla mia “collezione” orobica.
Non faccio in tempo a stringere la mano di Fabio e a scrutare il cielo, coperto fin di prima mattina, che lui è già alle prese con il noto ripido sentiero che sale tra quello che forse ancora per poco è un fitto bosco (ci sono i primi segni di disboscamento in atto). Per chiunque questa sarebbe la parte più noiosa dell’escursione, per Fabio è una divertente e allenante rampa di lancio. Trattengo le lamentele e mi porto alle sue calcagna. Mi ha fregato: al solito completino da skyrunner di dubbio gusto, il socio ha aggiunto un corredo di bastoncini con i quali si dà decise spinte in avanti. Io, forzatamente dotato di scarponi e memore delle esperienze passate, ho volutamente lasciato a casa le appendici di spinta. Mal me ne incolse; farò affidamento unicamente sulle mie gambe. Ridendo e scherzando (lui), correndo e ansimando, giungiamo al rifugio Laghi Gemelli nel tempo quasi record di 1.20 h. E via verso il Farno.
Una salamandra alpina! Mai viste qui. Dev’essere la Provvidenza che la manda. O qualcuno che tiene alla mia salute: 120 battiti al minuto cominciavano ad essere troppi. Estraggo la macchina fotografica e, fingendo di non riuscire a mettere a fuoco, guadagno altri preziosi secondi di pausa. Prendiamo di petto il versante occidentale del Farno: la sua ripida costa erbosa ci fa sudare più del dovuto. Sulla cima un autoscatto con la stessa maglietta verde fastidio. Gemelli? Sicuramente non di polmoni.
Mentre lui reintegra i sali a suon di banane, io investo la manciata di secondi in foto, scrutando l’orizzonte, le cime intorno e il cielo ora azzurro. Inizia la cavalcata di cresta alla volta delle cime di Valsanguigno che, da qui, mostrano un profilo aguzzo. E quindi invitante. Scavalchiamo una prima elevazione per poi salire, con decisione, il roccioso corno della cima occidentale, divertendoci su una paretina e sulla discretamente esposta crestina. Sarà l’unico tratto pepato dell’itinerario. La discesa verso est è infatti piuttosto agevole, così come la risalita alla maggiore delle due cime, già completamente immersa in nuvole piuttosto dense. Abbandonata l’idea di proseguire verso il Pradella, viriamo a sinistra per una buffa conca di colorato pietrame in direzione del d’Aviasco. Lo raggiungiamo che non sono ancora scoccate le undici.
Alternando tratti a passo veloce ad altri decisamente di corsa, costeggiamo il lago Colombo e, con l’unico scopo di allungare il giro, riattraveriamo la diga dei Laghi Gemelli fin nuovamente al rifugio.
La discesa avviene, nemmeno a dirlo, a ritmo forsennato. Almeno finché i miei piedi lo consentono. Incrociamo allegre famigliole che salgono con tutta calma. Noi invece arriviamo al paese in anticipo sull’ora di pranzo. Cosa impensata, seppur, per una volta, apprezzabile.
Alcune foto, scure e con postproduzione da rivedere causa monitor di altro pc:
Farno e cime di Valsanguigno. Praticamente di corsa
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Ultima modifica di vezz il lunedì 27 agosto 2012, 10:39, modificato 4 volte in totale.
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Re: Farno e cime di Valsanguigno. Praticamente di corsa
La giornata incomincia grigia


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Re: Farno e cime di Valsanguigno. Praticamente di corsa
Ci lasciamo alle spalle il lago Marcio


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Re: Farno e cime di Valsanguigno. Praticamente di corsa
E in un battibaleno siamo ai laghi Gemelli


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Re: Farno e cime di Valsanguigno. Praticamente di corsa
Monte Corte, spigolo nord. Sul quale mi dicono corra una via del Calegari


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