Madonna delle Nevi, la voglia di andare a vedere il nuovo rifugio Balicco mi stuzzica a progettare un più ampio giro ad anello sul Monte Fioraro, davvero bello il rifugio ( ma con un neo poco gradevole): quando dopo averlo superato arrivo a scollinare dal per me sconosciuto Passo della Porta ecco che il Fioraro mi si presenta con pendii che fanno saltare ogni progetto, rimango lì fermo a studiare la montagna per una decina di minuti, poi decido di provare a salire in vetta cavalcando la cresta est. Abbandonato il sentiero 101 ecco che alla Baita Colomber un camoscio per nulla intimidito mi si mette davanti e finisce involontariamente con l'indicare una via che senza patemi mi conduce allo spartiacque, e qui arriva un'imprevista quanto graditissima sberla: ecco dispiegarsi una bellissima cresta erbosa che collega il Fioraro con una vetta che alla mia destra si alza ben oltre quanto apparisse guardandola dal basso, non ci penso due volte a raggiungerla, sulla cartina è quotata 2319 metri, è facile da salire ed è senza nome, per cui seguendo la logica decido di targarla come Cima di Budria, vista la relativa vicinanza con la Bocchetta omonima.
Retromarcia per proseguire verso il Fioraro, la salita è una sciabolata ripida e molto faticosa, terreno sicuramente da camosci ma non difficile, la vetta giunge con grande soddisfazione: la successiva discesa a valle passa poi dal cocuzzolo del Pizzo delle Segade, infine un percorso decisamente alternativo e avventuroso quanto basta mi fa conoscere le Baite di Pigolotta, poste ormai ad un passo della Madonna delle Nevi, raggiungibile in poco più di un amen. Nonostante il meteo non certo limpidissimo ne è uscito un gran bel giretto: sono zone immuni dall'escursionismo di massa, e proprio questo regala loro un gran fascino.
Madonna delle Nevi: la giornata parte con un po' di nuvole...