L'ottobrata del Benigni

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moritz63
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Re: L'ottobrata del Benigni

Messaggio da moritz63 »

Mi permetto un ultimo commento, visto che involontariamente il sasso nello stagno l'ho tirato io: nei riguardi del Canalino non volevo criticare o peggio offendere l'operato di nessuno, ho solo espresso la mia nostalgia-rimpianto per un passaggio simbolo della salita al Benigni e che ora non mi offre più le stesse elettrizzanti emozioni di quando era totalmente selvatico. So che gli interventi sono stati eseguiti per vari motivi, sicurezza e altro, e prendo atto di ciò senza recriminazioni: mi limito a constatare che in certi punti del Canalino è stato creato un vero e proprio sentierino prima inesistente, soprattutto l'uscita verso la sommità è stata creata a nuovo, lì si doveva arrampicare mentre ora si è provveduto a formare un tracciato in gran parte gradinato. Anche la parte centrale era decisamente impegnativa e chi vuole si può spostare ancora adesso tutto a sinistra per affrontare il passaggio originale, anche se solo per pochissimi metri: lì si può capire come mai il Canalino non era affrontabile da tutti, ma solo da escursionisti esperti. Vi confesso una cosa, quando chiacchierando con altri escursionisti mi chiedevano com'era salire al Diavolone io rispondevo: "Se hai fatto il Canalino del Benigni puoi salire anche il Diavolo, è sicuramente molto più lunga ma come difficoltà siamo praticamente lì". Ora non posso più dare questa risposta, il Canalino è diventato alla portata di tutti: ho una mia opinione ma non sta a me giudicare se sia un bene o un male, lasciatemi però la libertà di esprimere nostalgia per la versione precedente...

Quanto all'intervento sul sentiero del Rifugio Coca: io pensavo fossero lavori fatti dall'Enel, sicuramente si è intervenuto in maniera importante...
Ma a tal proposito vorrei chiamare un momento in causa di nuovo andrea.brembilla: leggendo l'Annuario del CAI di Piazza Brambana se non erro di un paio di anni fa, ho scoperto con stupore che i gestori dei rifugi sono in parte responsabili del sentiero d'accesso allo stesso, se non sbaglio in una seduta la rifugista del Benigni chiedeva tra le varie cose di essere almeno in parte sollevata da questa responsabilità.
Faccio quindi la supposizione che gestori e CAI abbiano delle responsabilità magari burocratiche e civili che i comuni escursionisti non conoscono per nulla e che portano alla decisione di attuare certi interventi: sarei davvero grato ad Andrea se potesse per favore illustrarci in breve le responsabilità di cui sono chiamati a rispondere, in modo che ognuno possa capire meglio e non tirare conclusioni affrettate e magari ingiuste...
Grazie e Ciaooooo.... a_45

@G72: non c'è problema, esponi pure le tue opinioni, la dialettica è il sale della democrazia. a_45
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andrea.brembilla
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Re: L'ottobrata del Benigni

Messaggio da andrea.brembilla »

Ciao, bravo moritz, apprezzo sempre chi prima di parlare si documenta, la ritengo espressione di intelligenza. a_14

In poche parole, per non tediare i lettori, ti spiego "alla buona": il regolamento che tu dici è stato modificato, è assurdo che il gestore del rifugio si debba prendere carico delle vie d'accesso, per cui ora ce la prendiamo noi del CAI la responsaibilità degli accessi al Benigni (come, credo, sia giusto).
Se tu costruisci un rifugio devi anche garantire una certa sicurezza per gli escursionisti che ci vogliono accedere, specie se, come per il Benigni, il rifugio è meta non tanto di alpinisti che vanno a scalare chissà cosa, ma da semplici escursionisti; sotto questa prospettiva il Canalino è un punto critico e si è cercato di metterlo in sicurezza facendo una buona media tra la conservazione della naturalità del luogo e la sicurezza di chi lo percorre.. c'erano diverse strade, appurato che il posizionamento delle catene era per diversi motivi deprecabile (non sto qui ad approfondire il perché per non farla lunga) si è deciso per intervenire come hai visto, fissando i sassi instabili e creando qualche gradino non troppo impattante (infatti l'intervento è stato molto apprezzato dall'escursionista medio); il cemento è stato usato essenzialmente per fissare i sassi instabili, mentre quel poco che si vede è "fisiologico" verrà sicuramente spazzato via nel corso dell'inverno dall'erosione.
Praticamente, il Canalino doveva essere messo necessariamente in sicurezza (ce lo impongono le normative), ma è stato fatto veramente con sensibilità elevata.
Riguardo al Rifugio Coca sì, gli interventi originali sono stati fatti da ENEL ma nel corso degli anni sono stati decisamente integrati anche dal club alpino (credo in maniera molto più impattante, per essendo anche quello un "canale").
Non vi tedio oltre e vi ringrazio per l'attenzione!
a_14
Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
cai.vallebrembana.org
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