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In effetti ho pensato che il tetto inclinato potesse essere congeniale per un piccolo soppalco, anche se non ho trovato i puntelli nel muro, ma potrebbero essere stati coperti con calce in anni più recenti (la casa-stalla è in buone condizioni, nonostante l'attuale perdurante isolamento).arrigoarrigoni ha scritto:In genere si trattava di monolocali ad uso cucina, a volte soppalcati per ospitare il pagliericcio per il riposo, per il quale, in molti casi, tornava, però, sbrigativo e economico servirsi semplicemente della "seia" o, "mizza" del fieno riposto sulla stalla "sura" (piano di sopra) dopo l'essiccatura in attesa del consumo da parte delle mucche.
Molto interessante, non c'è più nessuna traccia di questo arco? Si sa in quale delle due contrade di Bura (a destra o a sinistra della chiesetta) fosse localizzato? O era sulla mulattiera?arrigoarrigoni ha scritto:alla Forcella di Bura dove, a testimonianza degli storiografi, c'era un grande arco antico, di difficile interpretazione: segnale, secondo alcuni, del passaggio dalla diocesi milanese a quella bergamasca, secondo altri limite antico del potere temporale dei Visconti e il territorio di Bergamo, prima che Venezia, nel 1428, prendesse con la Valle Brembana anche parte della Valle Taleggio.
Dove si trova la Forcellina?arrigoarrigoni ha scritto: che contrariamente ad oggi non si spianava ma continuava a salire fino alla Forcellina per poi scendere alla chiesa di Peghera, un piccolo valloncino
Caspita, incredibile che si sia perso un monumento così...non esiste nemmeno una foto o una riproduzione? Ripeto...incredibile!! E triste...sergio fantini ha scritto:E la tradizione ricorda che alla Forcella di Bura sorgeva una grande porta in pietra ad arco dell'altezza di circa sei metri alla sommità della quale stavano infisse due lapidi: quella del lato nord ricordava la giurisdizione dell'Arcivescovo di Milano, l'altra del lato opposto, quella del Vescovo di Bergamo. La porta fu abbattuta nel 1856 quando fu costruita l'attuale strada di comunicazione fra la val Brembana e la val Taleggio. Le due lapidi andarono perse.”
Sarebbe ottimo avere una riproduzione a disegno...chissà che in futuro qualche amministrazione accorta e con fondi a sufficienza possa ricostruirlo...bisognerebbe però sapere il testo delle lapidi (può darsi sia conservato in qualche testo).arrigoarrigoni ha scritto:Per l'arco della Forcella sono due giorni che sto pensando alla riproduzione a disegno che ho visto da qualche parte, ma non c'è verso che mi venga in mente la fonte (forse, ma non sono sicuro, il Dizionario Odeporico del Mairone da Ponte da cui don Ettore Persico a suo tempo con ogni probabilità ha tratto le sue informazioni).
Pienamente d'accordo.arrigoarrigoni ha scritto:Una considerazione per chiudere: ammodernare va bene, ma bisognerebbe sempre farlo, nel limite del possibile, nel rispetto sostanziale di quanto ci hanno lasciato. A volte la frenesia del moderno e una eccessiva faciloneria (non so se è stato il caso dell'arco) hanno cancellato per sempre preziose testimonianze che ci avrebbero aiutato a capire qualcosa di più della storia, della cultura, delle fatiche di coloro che ci hanno preceduto nell'abitare le nostre terre ai quali dobbiamo, in buona parte, quello che siamo.