Grazie agli amici Sergio, che conosco da poco, ed i fratelli Silvano e Gaetano, con cui
arrampicavo quando avevo 15 anni, e che non rivedevo da circa 40 anni (a parte la
bellissima uscita allo Scudo della Val Venina), sono tornato a ripetere la “Cercando Valerio”
alla parete NO del Corno Stella.
Il ricordo della prima salita con Giulia, sulle orme del grande alpinista Bruno Galli-Valerio,
mi pesava ancora nel cuore, e non ci sarei forse mai tornato se tre grandi amici non mi
avessero esplicitamente chiesto, e insistito, di portarli ad arrampicare in questo remoto angolo
delle Orobie, su una parete che dopo la prima salita del 1910 era stata completamente abbandonata…
più di cent’anni di oblio inspiegabile, visto che il Corno Stella esibisce la miglior roccia
cristallina di tutte le Orobie. E visto che la sua vetta è calcata ogni giorno d’estate da decine, a
volte centinaia di escursionisti avidi di godere del suo giustamente famoso panorama.
Ho salito ormai 4 volte questa parete, e la cosa che sempre mi colpisce è vedere la processione
di persone là in alto sulla cresta Ovest (quella percorsa dal sentiero che sale dal Lago Moro),
mentre attraverso la desolata conca glaciale sommitale della Val Cervia, dove non ho mai incontrato
anima viva, 300 m di quota sotto la grande bastionata che dalla cresta Ovest si protende
a formare la parete vera e propria. Già, perchè la parete NO del Corno Stella è quasi invisibile
sia dal Passo di Val Cervia che dalla cresta Ovest. Occorre risalire la Val Cervia per restare
impressionati dalla sua possenza spettacolare.
E tutte le volte non posso riandare all’epica narrazione del Galli-Valerio sulla sua prima salita
dell’agosto 1910, che vi riporto insieme alla vista del Corno Stella come pochi hanno sperimentato,
dal fondo della Val Cervia, nei pressi della omonima Casera, quella dove i casari apostrofarono
il Galli-Valerio dicendogli che si sarebbe ammazzato nel tentativo di risalita della parete NO.
